Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Da Adamo a Pio IX (III)...
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DA ADAMO A PIO IX QUADRO DELLE LOTTE E DEI TRIONFI DELLA CHIESA UNIVERSALE DISTRIBUITO IN CENTO CONFERENZE E DEDICATO AL CLERO E AL POPOLO III

LXXXVI. Lo spirito di Satana nel mondo d'Europa

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LXXXVI.

Lo spirito di Satana nel mondo d'Europa

  1. [250] Chi introduce nel cuore il reato di una colpa grave, questi chiama entro di sé Satana e converte la casa dell'anima propria in un sobbisso infernale. A principio del secolo decimoquinto la Cristianità in Europa era caduta al basso di molti vizi. Lo spirito infernale di cupidigia e di sensualità invadeva nei cuori di molti.

 

  Trovavansi sciaguratamente disposti così, quando la eresia di Lutero come un genio del male venne a sus<s>urrare infra i cristiani degeneri. Questi in maggior numero vennero meno miseramente. Abbiamo scorto come Lutero scagliasse in rivoluzione i popoli della sua nazione e li affogasse nel sangue.

 

  2. La desolazione da Germania passò alla Svizzera. Zuinglio Ulrico, già pastore di Glarona, adottò le dottrine di Lutero e le allargò in favore della cupidigia e della superbia. Venne innanzi ai grandi e disse: "Il peccato originale non fu mai e non fu in cui noi avessimo bisogno della redenzione. La Messa ed i Sacramenti sono opera inutile". I cantoni di Lucerna, di Uri, di Schwitz386, di Unterwald, di Zug, fattisi d'accosto al predicante, lo sfidarono per convincerlo in una generale conferenza, ma Zuinglio appellava da una fino a venti adunanze con lo scopo maligno di sorprendere. Non si lasciarono fortunatamente avviluppare quei cinque cantoni. Il cantone di Soletta sollevossi in atto di ribellione. Uomini, donne, fanciulli, vennero innanzi colle armi gridando: "Guai a chi si [251] attenta per istrapparci il tesoro della fede nostra!" Quei buoni furono salvi fino ad oggidì.

 

  Avessero avuti imitatori molti, ma quei degli altri cantoni furono fiacchi al punto di portare le questioni della propria fede dinanzi ai magistrati civili e dire loro: "Giudicate pur voi, ché al vostro parere noi ci atteniamo di buon cuore". - 757 -Quei reggitori, amici perduti dell'eresia, fingendo imparzialità incorrotta pronunciarono: "Fino a nuovo ordine siamo di parere che si segua da tutti il Vangelo puro che è predicato da Ulrico Zuinglio". Altrove fu chiamato a consulta la stessa massa del popolo. Si trovò perfino religiose che domandarono <di> uscire dal convento e l'amministrazione civile rispose:  "Acconsentiamo purché i parenti sieno disposti <a> ricevervi".

 

  Nondimeno il malumore non tarda a manifestarsi ed a prorompere in furore di guerra. Dal 1529 al 1531 furono nella Svizzera torbidi e violenze minacciose. I cantoni cattolici si allearono all'arciduca d'Austria e incontrarono a Zurigo l'esercito nemico. Zuinglio arringava i suoi con dire: "Io sarò in capo; levatevi, assalite... dite: Chi cercate, o empi? e fuggiranno come i giudei che furono atterriti alla presenza del Salvatore nell'orto". Si attaccò combattimento; i seguaci del Zuinglio volevano tutti comandare e nessuno obbedire, onde incontrarono la confusione e furono disfatti. Zuinglio fu tagliato in pezzi. I cattolici fecero echeggiare l'aere di inni di giubilo e giurarono per sempre <di> esser fedeli a Dio. I cantoni convennero poi di rispettare le credenze di ciascuno a vicenda, ma dice il Capitone: "Il papato civile di Berna non ha fatto e non fa che ipocriti".

  3. A settentrione d'Europa, nella Svezia, nella Norvegia e nella Danimarca i popoli invero erano cattolici, ma i principi malvagi e spergiuri finirono con pervertire tutti. Cristiano ii nel giorno che fu proposto all'elezion di re giurò di conservare l'antica [252] fede, ma pervenuto al potere il vile assegnò tosto la Chiesa di Copenaghen387 ad un predicante luterano, reclamò a sé i beni della Chiesa di Lunden e manomise i beni e le persone dei conventi e dei templi santi.

  Gustavo nella Svezia piagnucolando venne al parlamento dicendo: "Impossibile che io possa stare al governo, se i vescovi ed i preti non rassegnano loro beni; io poi li tratterò da re magnifico se si sommettono". Quelli accondiscesero e così aiutarono a tradire la fede del paese. Gustavo sciorinò le sue - 758 -leggi di incameramento e di soppressioni sino al termine. Dice Cicerone: "I decreti ingiusti meritano tanto il nome di leggi quanto le trame degli assassini".

  4. L'Europa veniva altresì bagnata dal sangue che vi facevano spargere i re Francesco i e Carlo v. Francesco i voleva essere prode e galante. Viveva in una corte così molle che egualmente scriveva versi alla nascita d'un figlio od alla morte del cagnolino della dama o della regina. Voleva esser signore d'Italia e impadronirsi tosto del ducato di Milano, ma fu eletto in quello Stato Carlo v.

  Stando in guerra con la Spagna, Francesco perdette il Baiardo, il primo e più cattolico soldato che s'aveva. Per lui si dolse tutta Francia. Nel 1525 assediò Pavia. Carlo v, che nel teatro di questo mondo teneva a sé intenti gli occhi di tutti, accorse, ma Francesco violò il trattato di Madrid e, rimproverato, sfida a duello il re Carlo.

  In questo frattempo i soldati dei due imperatori straziavano i popoli italiani. Il pontefice, allora Clemente vii, volle intendersi con i veneziani, ma tradito da un de' suoi, Colonna di nome, Roma fu abbandonata al sacco. Il pontefice a stento poté salvarsi in Castel sant'Angelo. Clemente si duole con Carlo v e questi gli risponde con insolenza. Intanto un Giorgio Fronsberg, avventuriero tedesco, a capo di 14 mila luterani rabbiosi scende a Roma e per nove mesi entro la città e nelle terre del contado di Roma conduce le truppe sue in [253] continuo bottino. Il duca di Borbone con 40 mila soldati si era unito all'accozzaglia di Fronsberg. Il tempio di san Pietro fu innondato di sangue. Ogni cosa sacra e profana fu messa in soqquadro. Una peste portata da spagnuoli e da tedeschi aggravò eccessivamente i mali. Clemente vii bramando uscir di carcere per soccorrere a' suoi dovette sborsare all'imperatore Carlo v la somma di dugentocinquantamila ducati d'argento, che poi <costui> impiegava in parte a celebrare i natali del proprio figlio Filippo ii. Solimano ii, che regnò 46 anni e vide il sacco di Roma, inorridì egli stesso.

  Carlo v avrebbe potuto salvare Belgrado dai saraceni e non si adoperò. Avrebbe potuto accorrere alle grida assordanti di fra Filippo, il superiore dei cavalieri di Rodi, che uccisi già - 759 -centomila musulmani implorava aiuto dall'Europa, ma lasciò che anche l'ultimo baluardo cadesse.

  5. Francesco i per vendicarsi di Carlo si intese con il turco e invitollo ad assalire la Cristianità. Dugentomila ungheresi e croati perirono contro agli eserciti sterminati di Solimano. Morivano a migliaia di stento e di fame fra le gole dei monti. I turchi sarebbero venuti a pascere di biada i propri cavalli nel tempio di san Pietro a Roma, se Vienna non avesse loro resistito con rara intrepidezza. Infamia a Francesco i! Egli dovrà rispondere al cospetto di Dio e degli uomini.

  Nel 1537, sospesa la guerra in Piccardia, conviene con Barbarossa re dell'Epiro perché assalga Roma, intanto che egli con esercito forte penetrando dal Milanese l'avrebbe raggiunto in quella capitale. Paolo iii pontefice in quell'alto frangente viene <a> più riprese a Nizza e ottiene a grande stento che i due belligeranti facciano tregua per dieci anni.

  Il Solimano si abbandonò poi allo eccesso di stravizio e di lusso. Strangolava a capriccio le persone cadutegli in sospetto e scusava<se>ne con dire: "Il visir... ho giurato di [254] non ammazzarlo vivo, ma l'ho ucciso mentre dormiva... Il gran visir... ho promesso di non deporlo e nol deposi già, ma semplicemente gli spiccai il capo dal busto". Da Solimano in poi l'impero turco scese in iscala di decadenza.

  Lutero veggendo l'avanzarsi dei turchi mutò linguaggio e disse: "Combatteteli pure, ma non movete loro incontro come cristiani ma come cittadini".

  6. Nella dieta generale di Spira i seguaci di Lutero protestarono dal pontefice al concilio generale ed all'imperatore, e per questo furono chiamati protestanti fino ad oggidì. La loro professione di fede è la seguente: "Io credo in me e protesto contro la Chiesa romana". Gli anabattisti de' Paesi Bassi, capitanati da Knipperdolling che si fa proclamare re dell'universo, si costituiscono in orda di distruttori per moltiplicare ovunque le stragi. I protestanti si adunano in sinodo ad Amburgo388 e affogano poi nel proprio sangue le vittime degli - 760 -anabattisti. Gli stessi luterani nella confessione detta di Augusta si erano appellati a Carlo v, ma senza pro, per istituire fra loro unità di credenza.

  Adriano vi, nato ad Utrecht nella Bassa Germania, alla sua volta mandò legati e scrisse con gran candore di animo, ma la sua missione non tornò vantaggiosatampoco fu giudicata opportuna. In Germania troppo era scaduta l'autorità del pontefice. Chi salverà ancora Europa da rovina totale è Spagna, unita a Ferdinando arciduca d'Austria e re di Boemia e d'Ungheria.

  7. Enrico viii d'Inghilterra, dal pontefice Leone x salutato difensore della Chiesa, presto ne diviene un tiranno sanguinario.

  Nel 1509 si era sposato alla vedova del proprio fratello, Catterina d'Aragona, la quale avendo contratto qualche indisposizione venne in odio al re. Il quale chiamò Anna Bolena e con lei Tommaso Cromvello e disse: "Voi dovete adoperarvi perché nello Stato io [255] sia riconosciuto e come papa e come re. Intanto tu, o Cromvello, fa che sia dichiarato nullo il mio matrimonio con Catterina sì che possa congiungermi ad Anna". Cromvello scrive ai vescovi e ottiene che in maggior numero adottino questa formola: "Il re <sia> riconosciuto solo e supremo signore e, per quanto lo permette la legge del Cristo, il capo supremo".

  Tal Cranmero389, rimasto vedovo, si era fatto prete ed era divenuto il primo vescovo d'Inghilterra nella sede di Cantorberì. Questi, elevato da Enrico, gli accondiscendeva in ogni capriccio e intanto si consumava l'apostasia della nazione.

  Il vescovo <di> Rochester390 levossi a protestare e n'ebbe mozzo il capo. Tommaso Moro cancelliere rinunciò al proprio impiego e si dispose <a> salire il palco. I religiosi certosini con altri che rimasero fedeli furono dispersi.

  Cromvello, creato vicario generale, sospese i poteri dei vescovi e venne in visita delle diocesi. Il Parlamento inglese pronunciò - 761 -non dovere il re pagare i debiti. Sospese i censi dovuti al pontefice e il danaro di san Pietro e con i beni delle Chiese spogliate dotò la regina Anna Bolena d'una pensione annua di centomila lire sterline.

  I copiosi monasteri d'Inghilterra erano il ricovero a tutti i mendici del regno e la scuola più comune e più accreditata del popolo. Enrico in proporre di confiscarli tutti disse:  "Sento che il progetto non passerà... ma io vi rispondo che passerà, ovvero avrà fra di voi qualche testa di meno".

  Or accadde che, intanto che Enrico appiccava e squartava, Anna Bolena fosse accusata di tradimento, di adulterio, di incesto. A tanta nuova Cranmero annullò il matrimonio anche di Anna. Catterina la legittima consorte era morta. Nel dei funerali Anna Bolena si vestì a festa. Venuta la sua volta ad Anna di salire il palco, il re si vestì a bianco e allo indomani[256] si sposò a Giovanna Seymour.

  La corte di Enrico era divenuta come un macello di carne umana. Avevano 60 mila incarcerati. Enrico emise editto per dire che le ordinazioni reali hanno eguale forza che gli atti del Parlamento.

  La contessa di Salisbury, veneranda vecchia di 70 anni, venuta al patibolo disse: "No, non sarà mai che il mio capo s'inchini davanti la tirannia; se tu lo vuoi, procaccia di spiccarlo come meglio potrai". Il carnefice le vibrò un colpo che ferendola le permise di sfuggire e di correre su per il palco mettendo fuori a rivi il sangue. Il carnefice l'inseguì finché l'ebbe morta a colpi replicati di scure. Giammai Inghilterra, dice il Cobbet, vide atto più vile e più sanguinario.

  Il re per disfarsi delle mogli che prendeva successivamente emise decreto doversi condannare a morte le donne che, non essendo vergini, osassero maritarsi al re. Finalmente, come l'elettor di Sassonia per non crepar di mezzo cingevasi la ventraia con un cerchio di ferro, così Enrico viii cresciuto a dismisura in pinguedine ebbe bisogno di uno strumento di ferro per sorreggersi.

  Morì nel 1546 senz'avvedersene e all'atto che si disponeva <a> segnare un cumulo di condanne a morte. Fu il più ingiusto, il più vile, il più sanguinario dei tiranni. Gli inglesi caddero in abisso spaventoso di miseria e corporale e spirituale. - 762 -Chi brama intendersene, legga presso il Cobbet. I puseisti deplorano con alto guaio la propria separazione da Roma.

  <8.> In Francia si sparsero libelli, im<m>agini e brutture per ischerno alla Chiesa ed al sacerdozio. Furono predicatori a Meaux ed a Metz e l'eresia in parte attecchì. La regina Margherita, mentre dilettavasi a parodiare in corte la santa Messa, scrisse il libro Specchio dell'anima peccatrice che fu condannato.

  Un Calvino, che dimorando a studio era chiamato "l'accusativo" per la malignità di scoprire i compagni, si unì poi a Teodoro Beza e scrisse il libro Della [257] clemenza. Per eccesso de' suoi disordini Calvino fu marcato con bollo d'infamia. Da Francia passò in Ginevra dove si ebbe un pingue stipendio.

  Ginevra, che fino ab antico dipendeva dal vescovo ed era saviamente governata, in seguito agli intrighi del duca di Savoia cadde in potere delle influenze civili. Venuta al momento di pronunciarsi o per la fede antica o per l'eresia nuova, parve mostrarsi intrepida e sfidò qualche combattimento, ma poi tentennò e cadde miseramente. Si istituì una società detta dei confederati od ugonotti, che dicevansi ambasciatori del Cristo, inviati da Dio, i quali dopo aver predicato riscaldavansi al fuoco delle croci accatastate, delle statue della Vergine adunate sul rogo. I sacerdoti cattolici erano buoni, ma potevano mostrare maggior zelo e più illuminata scienza.

  In breve le immoralità crebbero come torrente devastatore. Calvino, ottenuto il primato nella città, pose mano poderosa a punire gli scandali. Egli, capo lurido e sanguinolento, avrebbe preteso una purezza angelica dagli altri a fin di far credere che eglino, seguaci del puro Evangelo, erano fra tutti esemplari. Dispose pastori infra il popolo, ma era costretto <a> lagnarsene con dire: "I pastori a Ginevra non ottengono più che gli istrioni da teatro". In Ginevra ne venne una fatuità spirituale ed uno spirito turbolento che dura per più secoli fino ad oggidì.

  Le correzioni che pretese <di> introdurre Calvino aumentarono il male. Calvino, novello Nerone, impiccava e bruciava tutti quelli che coglieva in contravvenzione a' suoi ordini. Un - 763 -Serveto, istruito scrittore venuto da Spagna, era avverso a Calvino per opposizione di massime religiose ed ei fu bruciato sopra un rogo con orrendo strazio. Un bel mattino i ginevrini levatisi dal sonno trovano una serie di forche erette nella pubblica piazza [258] con questa iscrizione: "Per chi parlerà male del signor Calvino".

  9. A contraddire all'enormità di questi insegnamenti ed alla crudezza delle pratiche luterane sorse Erasmo, che dettò scritti copiosi, ma carezzò troppo spesso Lutero e parlò indegnamente della teologia scolastica, onde i saggi il ripudiano costantemente.

  Si abbracciano poi con affetto crescente al libro De' luoghi teologici scritto dal domenicano Melchior Cano. Il chiarissimo autore considera la Chiesa come società sovran<n>aturale e come società naturale. Ispiega con chiarezza le fonti della teologia che sono la Scrittura, la tradizione, la Chiesa universale, i concilii, la Chiesa romana, i santi Padri, i teologi, la ragion naturale, i filosofi, la storia umana.

  E con ciò abbiamo dato uno sguardo ai popoli dell'Europa nel primo periodo del 1500. Abbiamo trovato che il Signore permise la prova di tentazione ai più di essi. Alcuni rimasero costanti, molti caddero miseramente. Son pur tremendi i giudizi di Dio! Il giudizio del Signore quaggiù è il momento del combattimento. Guai a noi se all'atto di pugnare il Signore ci trovi troppo scarsi nella fede, troppo manchevoli nel coraggio cristiano.

 

Riflessi

 

1. Lo spirito cattivo invade fra i popoli d'Europa.

2. Ulrico Zuinglio dissemina l'eresia nella Svizzera. Battaglie e morte di Zuinglio.

3. Eresia nella Svezia, nella Norvegia, nella Danimarca.

4. Guerre fra Carlo v e Francesco i. Patimenti di Clemente vii. Sciagure toccate a Roma.

5. Francesco i s'intende col turco.

6. Nella dieta di Spira gli eretici si denominano protestanti.

- 764 -7. [259] Enrico viii d'Inghilterra. Anna Bolena. Cromvello. Soppressione dei conventi. Cranmero traditore. La corte di Enrico è come un macello.

8. Scherni contro la fede in Francia. Calvino a Ginevra.

9. Scritti d'Erasmo, di Melchior Cano.

 





p. 756
386 Originale: Switz; cfr. Rohrbacher XII, p. 511.



p. 757
387 In Rohrbacher XII, p. 382: «Copenaga».



p. 759
388 In Rohrbacher XII, p. 422: «Omborgo».



p. 760
389 Originale: Cramnero, ripetuto nel paragrafo e nei Riflessi; cfr. Rohrbacher XII, p. 441.



390 Originale: Zochester; cfr. Rohrbacher XII, p. 446.



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