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DA ADAMO A PIO IX QUADRO DELLE LOTTE E DEI TRIONFI DELLA CHIESA UNIVERSALE DISTRIBUITO IN CENTO CONFERENZE E DEDICATO AL CLERO E AL POPOLO III LXLII. Le porte d'inferno non prevarranno |
Le porte d'inferno non prevarranno
1. [336] Nel secolo decimottavo si scatenò contro alla Chiesa un turbine di eresia massima, che in sé contenne i venti, i tuoni, i lampi, i fulmini e le procelle insieme di tutte le eresie dei secoli passati. Fu uno scatenamento infernale che continua tuttodì. Nei secoli passati gli eretici si pretendevano contro questo o quello attributo di Dio santissimo e furono come vermi che osarono intaccare la divinità. A questo tempo è il dio pagano di Nabucco e di Faraone, o meglio è lo stesso spirito di Lucifero che si impone per gridare: "A Dio faccio la guerra per detronizzarlo. Vo' farlo perire". Ma è scritto che - 835 -le porte d'inferno non prevarranno contro la Chiesa di Gesù Cristo508. In Italia a sostenere la buona massima di dottrina cattolica furono buoni pontefici, santi e dotti personaggi. In altre parti del mondo non mancarono pure prodi combattenti.
A Roma Clemente xii governò dal 1730 al 1740 per tutto l'universo. Giudicò il cardinal Coscia che fu ob<b>ligato <a> lasciare l'arcivescovado di Benevento509 e contribuire al pontefice in opere pie la somma di 40 mila ducati. Sedò poi in San Marino la ribellione eccitata imprudentemente dal cardinale Alberoni, il quale sforzavasi <di> sommettere quella piccola repubblica al governo pontificio. Rispondeva Clemente ad Alberoni: "Se nol vogliono, perché contristare animi che amano d'assai il proprio paese?"
Clemente xi aveva istituito in Napoli un seminario per regolare l'ordine e la disciplina dei cattolici di [337] rito vario, differente nelle regioni d'oriente. Matteo Ripa poi con l'appoggio del pontefice Clemente xii istituì in quella città la congregazione detta della santa Famiglia di Gesù Cristo, per educare al sacerdozio e trarre in copia clero al soccorso dei chinesi, pei quali non sarebbero bastati tutti i preti che sono in Italia.
In Bologna una giovinetta, santa Imelda510, spirò a dieci anni dopo avere prodigiosamente ricevuta la santissima Comunione. Da Bologna fu il pontefice Benedetto xiv che eresse l'obelisco in Campo di Marte. Egli scrisse il Bollario, Della beatificazione e della canonizzazione dei santi, Trattato del Sinodo diocesano. Disse valido benché illecito il diaconato conferito ai fanciulli dai copti. Dispose messali, rituali per regolare la liturgia in oriente. Benedetto xiv, amato dai cattolici, stimato dai protestanti, umile, disinteressato monarca senza favoriti e senza cortigiani, papa senza nipoti, con tutto il suo ingegno e il suo sapere fu dottore senza orgoglio e censore senza severità.
- 836 - A Benedetto xiv succedé Clemente xiii, cardinale Rezzonico da Venezia, che fu poi chiamato il santo e il padre del popolo.
Lorenzo Ganganelli, che fu il pontefice Clemente xiv, morì pel colmo di dispiacenza a vista dei gravi mali da cui minacciavasi la Chiesa. Sant'Alfonso de' Liguori511, pieno di venerazione per il pontefice e per i religiosi gesuiti, l'assisté in ispirito nelle estreme agonie.
Pio vi, già Angelo Braschi da Cesena, uno dei più aggraziati personaggi del suo tempo, fu salutato padre dei poveri. In pro di essi risparmiò dalla Camera apostolica quaranta mila ducati d'argento. Si accinse <a> prosciugare le paludi pontine, finché non fu impedito dal torrente della Rivoluzione francese.
2. [338] Personaggi illustri seguivano il buono spirito dei pontefici sommi.
San Giovan Giuseppe della Croce da Ischia istituì in Piemonte nuovi conventi della Riforma. Il beato Angelo d'Acri fu eroico in virtù; il beato Crispino512 da Viterbo fu detto da Pio vii "padre dei poveri, consolator degli afflitti, puro e semplice di cuore, pieno di divozione per la santa Vergine Madre di Dio, illustre pel dono di profezia e per quello dei miracoli". Il beato Leonardo da Porto Maurizio in predicando erigeva nelle città i pii esercizi della Via Crucis e della adorazione perpetua del Santissimo Sacramento.
Letterati o storici illustri furono a quest'epoca: Girolamo Tiraboschi, gesuita da Bergamo, che scrisse Storia della letteratura italiana; Luigi Antonio Muratori, sacerdote modenese, scrisse Collezione degli storici d'Italia, Le antichità italiche del Medio evo, Il nuovo tesoro di antiche iscrizioni, Gli annali d'Italia, Il Cristianesimo felice nelle missioni del Paraguai; Orsi descrisse pure Storia italiana della Chiesa; il Mansi espose Dizionario della Bibbia; Francesco Antonio Zaccaria compilò la Storia letteraria d'Italia. Molte cose scrisse il domenicano Mamachi
- 837 -Tommaso intorno al governo della repubblica cristiana e sulla legittima autorità del pontefice romano contro Febronio. Clemente xiv del Gerdil disse che era "notus orbi et vix urbi". Lo elevò al cardinalato. Giuseppe Piazzi, nato a Ponte di Valtellina addì 16 luglio 1746, morì a 80 anni nel 1826. Fu religioso teatino, collega a Roma del Chiaramonti, più tardi Pio vii. Fu celebre nelle scienze astronomiche e scientifiche, in pro delle quali pubblicò ben 24 opere. L'abate Spallanzani da Modena era in relazione di studio e d'amicizia con Galvani da Bologna e con [339] Alessandro Volta da Como, lo scopritore della pila che nato in questa città nel 1745 vi morì poi nel 1826.
Fra i poeti si distinsero l'Apostolo Zeno, veneto, che fondò l'Accademia degli Animosi e diresse il Giornale dei letterati. Pietro Metastasio fu da Roma, Carlo Goldoni <da Venezia>513 e Vittorio conte Alfieri da Asti. Quest'ultimo è l'autor della tragedia Cleopatra e di una poesia egualmente bella in derisione della stessa sua tragedia.
Le bellezze dell'universo son come una musica che perpetuamente loda il Creatore. I cattolici in ispecie possono essere buoni poeti e musici eccellenti. La musica dei protestanti è la Guerra dei trent'anni, le discordie dei popoli, la rovina dei monasteri. Noi abbiamo musici di fama mondiale, il Palestrina da Roma, il Pergolese da Napoli, il Paisiello514 di Taranto, il Piccini da Bari. Mozart515 e Giuseppe Haydn rallegrarono pure con loro canti i popoli di intiera Europa.
Attratti da tanta soavità ritrassero il piè dalla via d'errore i celebri protestanti Winckelmann, Zoëga e Hamann516.
Antonio Canova, nato a Possagno nel 1757, fu condotto in trionfo da quei del suo paesello mentre ritornava d'aver rinnovata l'arte della scoltura moderna. Per riconoscenza, il Canova descrisse il disegno di una nuova chiesa parrocchiale e vi provvide con larghe elargizioni finché morì.
- 838 - Le porte d'inferno è scritto che non prevarranno giammai contro alla Chiesa517.
3. Un personaggio che si pose quasi torre di fermezza inespugnabile fu in questo secolo sant'Alfonso de' Liguori. Si sposò per tempo alla fatica ed alla povertà e ritenne per sé quasi bocconi ghiotti i tratti di maggior patimento. Allevò presso di sé una congregazione di sacerdoti, chiamati del santissimo Redentore,[340] e che tutta spendevano la vita in missione ai popoli ignoranti della campagna. Si divise da certo Mandarini perché allo esercizio del predicare voleva aggiungere lo studio di insegnare letteratura. Si ebbero così non una, ma due utili società.
Il vescovo di Melfi, uditili predicare i sacerdoti di sant'Alfonso, desiderò appartener loro. Voleva il santo che scrivessero i propri sermoni, ma che esponessero semplicemente nello stile di Gesù Cristo e degli apostoli. Soleva dire che i grandi sermoni lasciano aperta la via a molti per dannarsi. Costretto a ricevere il vescovado di Sant'Agata dei Goti, provò estremo raccapriccio, ma poi vi s'applicò esponendo benanco libri utilissimi: Visite al Santissimo Sacramento ed a Maria, Le glorie di Maria, la Teologia morale, l'Homo Apostolicus, ecc<etera>. Ordinò gli studi e la disciplina del seminario, dispose congregazioni mensili ed esami pei sacerdoti confessori. Incoraggiò i suoi, che erano detti i gesuiti risuscitati. Fu un tempo in cui la congregazione parve in soqquadro e in pericolo, ma non era disunita. Sant'Alfonso accorse con sollecitudine incredibile e salvò tutti. Dopo questo avvenimento, il pontefice fu di parere di affidare ad altri che a lui la direzione della congregazione e Alfonso si sommise rispettosamente.
Sant'Alfonso ottenne il grado di dottore nella Chiesa. Nelle sue opere prova ai sacerdoti che si guardino dal terrore delle minaccie del Signore: "Guai a voi, dottori della Legge, perché caricate gli uomini di pesi che non possono portare, ma voi tali pesi non li tocchereste con uno dei vostri diti518... Guai ai - 839 -pastori d'Israele che pascono se stessi; non sono eglino i greggi che sono pasciuti dai pastori?"519. Nella dottrina del probabilismo espose non poter il confessore imporre le sue private opinioni.
Contro ai giansenisti e in difesa del povero popolo espose il trattato Del gran mezzo della preghiera e fece l'apologia della frequente Comunione.
[341] In Francia era del buono nella pratica cattolica, ma non si trovava un complesso di bene. Maria Leczinska520, cresciuta ai pericoli ed agli affanni, divenne regina di Francia e divenne la consorte di Luigi xv. Fu donna di virtù e di pietà specchiatissima. Fu madre di 10 figli che furono due principi e otto principesse, fra le quali si annovera la beata Clotilde di Savoia.
La principessa Luigia si rese carmelitana e fu modello di austerità e di penitenza. Addì 22 settembre 1771 emetteva solennemente i suoi voti religiosi mentre le campane di Parigi suonavano a gran festa.
Il delfino Luigi rispondeva a chi l'interrogava: "Sia del re quanto dite, ma il mio cuore ed il mio pensiero sono cosa mia... Io vorrei pure diventare perfetto come san Luigi re". Si unì all'infanta di Spagna e poi a Maria Giuseppina di Sassonia, da cui nacque un principino che fu Luigi xvi.
Quando il delfino ammalò, il reggimento dei dragoni si impose digiuni e preghiere per la sua guarigione. Quando morì, tutto il popolo uscì in gemito di dolore. La delfina sposa scrisse intorno alla malattia del consorte ed è quasi novella Perpetua che descrive il proprio martirio.
Morì in breve ella medesima e con lei l'avola Maria Leczinska. L'arcivescovo Beaumont di Parigi e Orléans de la Motte vescovo di Amiens erano i consiglieri521 e la vita della reale famiglia. Restavano giovinetti i principi che furono Luigi xvi, Luigi xviii e Carlo x.
- 840 - Il resto della casa reale e il complesso della nobiltà e della magistratura francese si regolava<no> con i principii del giansenismo e della incredulità. I nobili ed i magistrati si arrogarono più del convenevole autorità e dissero: "Lo Stato siamo noi". Il giansenismo e la indifferenza perfino penetravano in qualche convento delle monache della Visitazione. A porvi riparo appena bastò lo zelo del vescovo d'Amiens, De la Motte, il quale era instancabile in predicare a tutti, [342] indefesso in riformare quei del clero e del popolo. Interrogava talvolta: "Credete voi alla reale presenza? E in esporre sapete quel che vi predicate? E i vostri fedeli come dite di amarli, se siete sempre assente?" Pregato a riposarsi da tante fatiche, rispondeva: "L'eternità non sarà abbastanza lunga per riposarci?"
Ma uno solo o troppo pochi personaggi cattolici mal bastavano a frenare il torrente delle dottrine perverse. Hauranne aveva osato dire a san Vincenzo de' Paoli: "La Chiesa cattolica da cinque secoli non è già la Chiesa di Gesù Cristo, ma una prostituta ed un'adultera".
Nel 1727 accadde che morisse certo Paris, un devoto giansenista che per preteso rispetto al Sacramento nemmen faceva la santa Comunione a Pasqua. Fu deposto nel cimitero di San Medardo dove compié il miracolo di far divenir paralitico uno che non lo era punto. Ma il popolo di Parigi e poi delle provincie trasse in folla presso a questo sepolcro. Gli uomini avevano i così detti soccorristi che infliggevano loro da quattro ad ottomila sferzate, finché saltavano e facevansi smaniosi e percorrevano in grida forsennate. Le donne, aiutate da loro "fratelli serventi", imitavano questo gioco strepitoso e chiamavano i sacerdoti con titolo di seconda persona e si vantavano profetesse. Si costituirono così associazioni di cerretani con il titolo di margoglisti522, di melangisti, di discernenti, di figuristi. Certo <Della> Barre523 vi presiedeva. Dava a mangiare la terra del sepolcro di San Medardo per guarire gli ammalati, e con - 841 -questo facile mezzo fece morire molti e uno stesso principino della reale famiglia.
I magistrati erano rivoluzionari più che Marat e Robespierre nol fossero di poi. Obbligavano vescovi e sacerdoti a conferire i Sacramenti ai giansenisti, pena le multe di danaro, di carcere, di esiglio. Questi appellavano al re ed il re poneva cura per [343] correggere gli arbitrii o dei ministri o dei magistrati, ma questi dicevano sì e poi facevano il peggio che loro suggeriva il reo capriccio. La rivoluzione del 1789 cominciò in questo momento ed ebbe sviluppo pieno a quell'epoca. Il focolare della rivoluzione fu il filosofismo di questo secolo che in sé adunò tutte le eresie del tempo passato, compreso il paganesimo ed il maomettismo.
4. Giangiacomo Rousseau, il più inetto a principio e spina fitta agli occhi di molti, poscia si arrolò fra i collaboratori dell'Enciclopedia e compilò romanzi, la Nuova Eloisa e l'Emilio. Diceva: "Il cristiano per esser virtuoso non ha bisogno che di logica. Il Cristianesimo è la base necessaria e comune di tutte le società nazionali o politiche". Ma poi conchiudeva: "Ogni nazione deve crearsi una religione civile". Rousseau è un caos di incoerenze e di contraddizioni. Dei governi egli diceva: "Non si sa né quello che credono né quello che non credono, non si sa nemmeno quello che fanno sembianza di credere". Del filosofo ginevrino si può dire altrettanto.
Voltaire, senza carattere, senza amor patrio, da Parigi terminò la corruzione524 della Francia e in molta parte d'Europa. Molti della virtù e della massima cattolica non avevano che una maschera ipocrita di decoro. Questi fu facile guadagnarli. A Catterina ii di Russia scriveva Voltaire: "I tartari sono inciviliti e i francesi son diventati sciti. Degnate osservare, madama, che io non sono punto un velco525; io sono svizzero e se fossi più giovane mi farei russo". Nel 1760 aggiungeva: "Io amo ardentemente i miei fratelli in Belzebù... Se io avessi - 842 -centomila uomini, so bene quello che farei, ma siccome non li ho, farò la comunione a Pasqua e voi mi chiamerete ipocrita quanto vorrete". Era morto testé san Vincenzo de' Paoli526, eppure Voltaire aveva la sfrontatezza di gridare: "Atterrate l'infame, il Cristianesimo". Di Giovanna d'Arco, che per salvare la Francia sostenne il rogo, [344] il Voltaire se ne ride e fa ridere il popolo di Parigi e di Francia intiera. Infamia e degradamento vile!
La corruzione era penetrata presso tutte le corti d'Europa. Le dinastie protestanti d'Alemagna sembrano disposte per regolare o per premiare il regicidio delle dinastie di Russia.
Pietro i il Grande dice: "Voglio che tutti voi russi siate popoli civili come le nazioni più colte d'Europa. Io ve lo impongo, radatevi la barba e vestite all'alemanna". Alcuni rifiutano ed egli taglia il capo a otto mila di loro e poi sorge trionfante a dire: "Ecco incivilito l'impero russo!" Un vescovo era venuto per dire: "Volete che io risusciti in me il patriarcato di Costantinopoli?" Pietro rispose con un rovescio di bastonate e conchiuse: "Il patriarca ed il papa sono io e non altri".
In Prussia era certo monaco Alberto, generale dell'ordine teutonico, ed egli governava quelle regioni come feudo della Santa Sede, ma si scappucciò con Lutero, si associò alla casa di Brandeborgo; la Prussia venne in mano a Federico ii, che non amò mai527 né uomo né donna, ma solo i cani che faceva dormire con sé nel proprio letto. Federico chiamò Voltaire a Berlino in qualità di ciambellano, con stipendio di 20 mila lire annue, ed egli il filosofo parigino salutava il monarca con titolo di dio e di salvatore della Polonia.
Vero salvatore d'Europa fu Giovanni Sobieski528 che morì nel 1696. Ma dopo di lui i figli Giacomo, Costantino e Alessandro non ebbero che un'ombra di regno. La povera Polonia - 843 -fu usata a trastullo da Russia, da Prussia, da Svezia, e fu vittima dello scisma greco, dell'eresia protestante e della politica moderna.
5. In Alemagna Carlo vi fa ricevere la Pram<m>atica sanzione e porta sul trono d'Austria Maria Teresa. Questa fu sposata a Francesco duca di Lorena e poi granduca di Toscana. Ne ebbe figli che furono poi [345] Giuseppe ii d'Austria, Leopoldo ii di Toscana e Maria Antonietta regina di Francia.
Ma poco stante i governi stessi che avevano approvato il regno di Maria Teresa si uniscono in congiura per toglier di mezzo l'Austria. Maria Teresa con il figlioletto Giuseppe si rifugia presso agli ungheresi ed emette gemiti di alta pietà. Quei prodi sclamano concordi: "Moriamo per il nostro re Maria Teresa". Il re di Sardegna, intenerito egli stesso, abbandona la lega e fa salire il trono da Francesco i. Gli inglesi mandano pure soccorsi all'intrepida Maria Teresa, che dopo otto anni di guerre finalmente nel trattato di Aquisgrana ottiene pace per sé e per il regno proprio.
Maria Teresa incoraggiò il com<m>ercio e le arti, scavò canali, stese strade maestre, premiò le scienze e le arti. Per vendicar la Slesia, statale rapita da Prussia, gettò sull'orlo del precipizio la potente nazione rivale. Rimasta priva dello sposo, si conservò in vedovanza e fu detta madre della patria.
Il regno di Polonia s'avvide che dalle potenze vicine minacciava <di> essere smembrato. Se ne dolse però vivamente e prenunciò quello che gli occhi nostri videro a metà del secolo corrente. I proscritti polacchi percorsero tutta Europa e furono in ispecie la minaccia dei troni di Prussia, di Russia, di Austria.
6. Giuseppe ii tralignò dai principii retti della madre Maria Teresa. Meritò che, scavandosi il proprio sepolcro, egli stesso vi preparasse questa iscrizione: "Qui giace Giuseppe ii che fu sciagurato in ogni sua impresa". Giuseppe ii fu rivoluzionario perché trattò i popoli come un gregge di pecore, pronto a tosare ad ogni stagione le loro lane per fabbricare ampii mantelli. In Alemagna erano lingue e costumi differenti529. - 844 -Giuseppe violentemente attese per ridurli ad una sola costituzione di legge e di linguaggio.
Nel Belgio era una costituzione, detta "Allegra entrata", in cui era quest'articolo fondamentale, che cioè [346] si dovesse scuotere il giogo di quel principe che avesse osato sturbare questo loro statuto. Giuseppe ii pretese <di> mutare anche in ciò e guastò tutto. Fondò le università di Praga, di Friborgo, di Pesth, ma all'unico intento di tenere in casa il denaro che gli studenti avrebbero speso fuori.
Pretese <di> condurre eserciti, ma venuto al cospetto dei turchi dispose i suoi in un cordone sulle montagne, dove irrompendo i musulmani con forte nerbo li dissiparono come un giuoco di fanciulli. In Vienna scrivevasi per istrazio: "Giuseppe i amabile e caro; Giuseppe ii scorpione e tiranno". Ed egli, il re, credevasi un omone degno di tutte le lodi.
Ma specialmente fu pazzo nello innovare in cose di religione. Federico ii di Prussia dicevalo il suo caro fratello sacristano. Giuseppe strappò ai vescovi la direzione dei seminari, vi installò maestri giansenisti, soppresse centinaia di conventi, pretese perfino <di> regolare a suo capriccio le confraternite, le processioni, gli uffici di Chiesa. Il fratello Leopoldo di Toscana si faceva sottosacrestano ed emetteva scritti contro alla divozion del sacro Cuore, introduceva liturgia giansenistica e poneva a soqquadro l'insegnamento.
Seguivano Giuseppe e Leopoldo le dottrine di Febronio da Treveri che aveva stampato il Libro singolare di Giustino Febronio, giureconsulto, sullo stato della Chiesa e della podestà legittima <del pontefice romano>530, composto per unire i dissidenti nella religione cristiana.
Il santo pontefice Pio vi, benché poco ne sperasse di bene, pur venne a Vienna e fu accolto invero con trionfo dai popoli, ma non ottenne da Giuseppe ii mitigazione di sorta alle leggi vessatorie emanate. Il Kaunitz, primo ministro, - 845 -appena degnossi levarsi da sedere quando il pontefice venne a fargli visita.
Giovanni Muller invece volendo provare che il papa è gran personaggio scrisse Viaggi dei papi. Giuseppe ii, installato a Milano un arcivescovo di suo [347] gradimento, veniva a Roma per romperla affatto col papa, ma ne fu dissuaso.
I vescovi di Magonza, di Treveri, di Colonia pia<g>giavano al sovrano e avrebbero preteso due vescovadi ciascuno. Da un secolo non si facevano visite pastorali, non si tenevano Cresime. Da ciò nasceva la corruzione che poi diè luogo alla rivoluzione. Diceva il Kaunitz: "La Rivoluzione francese durerà lungo tempo e forse sempre... Farà il giro di tutta Europa..." e intanto l'affrettava egli stesso colle sue legge sovversive. Chi salva il mondo è il papa che è come l'anima della società. Con lui sono i semplici del mondo, che nei loro cuori conservano il fervore della fede, quasi fuoco sacro che si cela sotto alla cenere.
Nella Inghilterra non si operava meglio dai protestanti. Giorgio i mostravasi sposo infedele, ingiusto e crudo sovrano. Ei non fu miglior padre. In Iscozia erasi formata lega per Giacomo iii e la religion531 protestante in cui, come ai giorni di Elisabetta, perseguitavano crudamente i cattolici. Una voce sola era nel diritto di farsi intendere, quella di Edoardo, che richiamava i diritti della sventurata Maria Stuarda532.
Anglicani e presbiteriani lasciavano in numero il proprio paese per domiciliarsi in America settentrionale. Costituiscono poco a poco la confederazione degli Stati Uniti, dove nel 1783 fu riconosciuta universalmente la indipendenza che si gridò già nel 1776. Fu eretto il vescovado di Baltimora, cattolico; personaggi illustri fra quai il Thayer infervorarono533 i cattolici e formarono così il nerbo di quei potenti Stati.
Nella Inghilterra i filosofi increduli allargavano la massima protestante, già rilasciata, e moltiplicavano il lusso, il libertinaggio
- 846 -fino alla stravaganza. Due terzi del popolo inglese ricadde<ro> in un abisso di povertà spaventevole.
[348] In questo tempo, in maestro ai popoli d'Europa il Signore aveva suscitato Giuseppe Benedetto Labre da Boulogne in Francia, che percorrendo tapinello in pellegrinaggio i santuari delle principali regioni d'Europa e di Palestina, morendo meritò l'onor degli altari.
La società cristiana era come un malato ipocondriaco atto a verun lavoro utile. I sovrani d'Europa distemperavansi in tutte le dissolutezze. Perfino Luigi xv, corrotto dai cortigiani, si indusse a ripudiare la piissima sposa Maria Leczinska534 per vivere in adulterio ributtante. Il popolo di Metz ne era profondamente indegnato. Il popolo di Parigi chiamò "Strada della ribellione" quella che Luigi si fabbricò per irsene da Parigi ai suoi divertimenti a Versailles. Ministri e magistrati attizzavano queste passioni per poter poi comandare a loro agio.
Voltaire scriveva che colle intestine dell'ultimo prete s'avesse a strangolare l'ultimo dei re. L'Enciclopedia, scritta da Voltaire, da D'Alembert, da Diderot dicevasi da quelli stessi "una torre di Babele, un abisso ove molti venditori di stracci gettano confusamente una infinità di cose, mal vedute, mal pensate, buone, cattive, detestabili, vere, false, incerte, sempre incoerenti e disparate... un abito d'Arlecchino ove sono alcuni brani di buona stoffa e troppi cenci".
Il libro di Montesquieu Sullo spirito delle leggi sarebbe pur caduto, ma fu portato in trionfo perché tolse a combattere le istituzioni della Chiesa.
7. I gesuiti, che vegliavano attentamente a conservare la buona dottrina, furono perseguitati in tutto il mondo. Venezia e Genova, Napoli, Parma e Torino, Parigi, Vienna e Madrid tolsero a scacciare i gesuiti dai loro Stati in Europa e nella stessa America e li tradussero in copia sulle loro navi a Civitavecchia,[349] accordando loro una lira al giorno per vivere. Carlo iii di Spagna, che si era reso riformatore e filosofo, dirizzò pure verso Italia i gesuiti espulsi. Nessuno li volle ricevere, - 847 -onde lo stesso ministro Choiseul, benché avversario, da Parigi se ne sdegnò con Genova. Questa per acquietarlo cedette la Corsica, dove poi i gesuiti sofferenti furono ricoverati. Pochi mesi di poi, 15 agosto 1769, nasceva Napoleone i, che a suo tempo avrebbe punito tante ingiustizie dei sovrani d'Europa.
Clemente xiii aveva ricolm<at>o di lodi i gesuiti. Clemente xiv, pressato da tutte parti e per evitare mali peggiori, li abolì. Pochi di quei religiosi avevano commessa qualche imprudenza, ma il corpo veniva perseguitato perché era gagliardo difensore dei diritti della Chiesa.
Nella Inghilterra erano sorte le società segrete di fram<m>assoneria, dette dell'illuminismo, ed erano condotte da Weishaupt, che istituì la società detta Spartaco allo uopo di sollevare i popoli contro ai sovrani. Molti del popolo istruiti e non pochi dello stesso clero vi s'ascrivevano.
In Alemagna poi, Leibnizio e Wolf, indi Kant con i discepoli Fichte e Schelling posero le basi ad una filosofia detta dell'oscurantismo e che in massima conveniva coll'illuminismo di Weishaupt. Pretendevano l'abolizione d'ogni autorità e perintanto volevano che il re obbligasse i signori ad affrancare i propri servi.
In questo frattempo la Lorena, la patria di Carlomagno, di Goffredo, di Giovanna d'Arco, perdeva il proprio governo e cadeva sotto la signoria di un ufficiale mandato da Parigi. In ventitré anni più che 23 mila agricoltori abbandonarono in duolo la patria tradita. La Borgogna era caduta similmente.
A Nancy fu pronunciata sentenza contro il buon curato Marchal, che salendo ingiustamente il rogo [350] s'ottenne gli applausi e la venerazione dei popoli di Francia.
8. Sul trono di Francia nel 1774 salì Luigi xvi, che aveva sposato Antonietta d'Austria-Lorena, figlia di Maria Teresa; il re di Prussia scrivendo a Voltaire diceva535: "Tutto l'impero dei velchi canta le lodi del giovine re". Tenerissimi dei popoli - 848 -e solleciti del pub<b>lico bene, Luigi xvi e la regina salutavansi come la gioia del regno francese.
Ma con lui non s'accordavano né filosofi né magistrati, i quali già anelavano alla distruzion del trono. Voltaire ammalatosi parve riconciliarsi colla Chiesa, ma riavutosi si ebbe gli applausi di teatro, finché ricadde e morì a modo di Antioco disperato. Due porporati, Lomenie e Talleyrand, circondavano Antonietta e il trono per avvolgere ambedue in un abisso di rovina. Erano compagni della filosofia di Bayle, traditori di Dio e della Chiesa, autori di scisma.
Luigi principe di Rohan, vescovo di Strasborgo536, venuto come inviato a Vienna, fu da Maria Teresa riconosciuto per quell'infinto che era e rimandollo, ma in Francia non gli mancarono onori. La Motte accompagnavalo.
Il cerretano Cagliostro ammaliava le corti d'Europa e si faceva maestro di corruzione universale. Per disonorare Maria Antonietta entrò complice del furto della collana della stessa regina, valutata ad un million di lire, e ne disse rea la regina medesima. Prima del Cagliostro, o Giacomo Balsamo, che nacque a Palermo nel 1745, uno svevo Mesmer cavò fuori la teoria del magnetismo animale per curare gli ammalati. Questo sistema fu sorgente di molta dissolutezza e compié il giro del mondo. Il medico Guillotin si dispose per essere il padrino della ghigliottina, strumento di carnificina che presto sarebbesi posta in uso per tagliare a centinaia ad un colpo le teste del popolo francese.
I magistrati, i filosofi,[351] gli ecclesiastici si adunavano in parlamenti particolari, né punto accordandosi, si adunarono negli Stati generali che furono alla vigilia della sanguinosa rivoluzione in Francia.
9. In questo sconvolgimento di mente e di fatti, il Signore valevasi dello stesso Federico ii di Prussia e di Catterina ii di Russia per conservare i gesuiti. Federico ii scriveva nel 1770 a Voltaire: "Quel buon francescano del Vaticano, Clemente xiv, mi lascia i miei cari gesuiti che sono perseguitati dappertutto; - 849 -io ne conserverò la semente preziosa per fornirne un giorno a quelli che vorranno coltivare questa pianta così rara". In sensi di molta riconoscenza Catterina ii scrive pure a Pio vi; Catterina come Federico si vale dei gesuiti per educare le popolazioni di fresco strappate alla Polonia.
Altri religiosi di sant'Ignazio dispersi giovano svariatamente alla Chiesa. Pervennero a celebrità di dottrina e di pietà il Tiraboschi, il Zaccaria, il Muzzarelli in Italia.
Nella Francia dopo Bourdaloue537 vennero i padri Cheminais, Giroust, Larue, Chapelai538, Frey, Berthier, che con libri e con giornali combattevano il filosofismo invadente.
Utile in descrivere i fasti della Chiesa si rese l'abate Berault-Bercastel. Bergier, il più laborioso e più compiuto dei moderni apologisti, scrisse: Trattato della vera religione, Dizionario di teologia, Esame del materialismo, Trattato storico e dogmatico della vera religione, ecc<etera>.
Condannevole è il Fleury, che in dettare la storia della Chiesa disse essere stata una congregazione intera di santi a principio ed essere divenuta una società di peccatori dappoi cinque secoli.
10. In Lorena una vedova Dubois istituisce case per le figlie pericolanti e per le penitenti. Altre vedove [352]istituiscono la Congregazione di san Carlo per servizio agli ammalati. Il sacerdote Vatelot539 istituisce le suore del soccorso per mandarle anche separate una ad una presso le popolazioni più povere della campagna.
Il vicario Moye istituisce le suore della Provvidenza che si diffondono all'Europa e nella Cina per istruire i figli del popolo. L'abate Moye fu avversato dai superiori ecclesiastici e secolari, ma vinse in lui la virtù e la pazienza. Fu in Cina e ritornò nel 1781.
L'abate lorenese Sigorgne540 scrisse Parallelo delle religioni541. - 850 -Laharpe, convertitosi alla lettura dell'Imitazion di Cristo e con lui gli abati Gérard542 e Crillon e Feller combattevano il filosofismo e le riforme di Giuseppe ii.
Dicono che i veri poeti sono cattolici. I poeti Goethe e Schiller d'Alemagna parvero esserlo davvero. Bernardo Oversberg, di famiglia poverissima, poté con la costanza ottenere il sacerdozio. Operò assai in pro dei figli del popolo. La principessa Amalia Gallitzin porgevagli aiuto copioso.
La Chiesa come in Europa, così aveva sue lotte e suoi trionfi nell'oriente. In Corea543 e nel Giappone, per un secolo e mezzo in seguito alle sanguinose persecuzioni avvenute, il Cristianesimo pareva scomparso, quando certo Li, venuto ad udire missionari in Pekino, ritornò e predicando in patria ottenne che 10 mila si professassero cristiani.
La Francia pose uno stabilimento in Cocincina. Luigi xvi ne delegò a custodia il vescovo di Adran, il quale con pochi soldati salvò quel regno dallo sfacelo totale.
Nell'anno 1787, addì 1 agosto, spirava il santo vescovo e fondatore Alfonso M<aria> de' Liguori. Sostenne malattie diuturne di corpo e pene vivissime di scrupolo [353]nell'animo. Chiamavanlo il santo vescovo. Operò molti prodigi in vita e dopo morte.
In Francia, presso Parigi, rendeva l'anima sua a Dio la religiosa carmelitana Luigia, zia del re Luigi xvi. Aveva edificato tutto il popolo con l'esempio di sue virtù. Ella ben avvertiva le minaccie di prossima rivoluzione, però stese lunga lettera con questa soprascritta: "Al mio signore e nipote perché gli sia data dopo la mia morte". In consegnarla disse: "Andiamo al paradiso!" Tre anni di poi il sacerdote che accompagnava Luigi xvi al supplizio diceva: "Figlio di san Luigi, salite al cielo".
Pareva dunque disporsi omai il trionfo della iniquità, ma non temete: portae inferi non pr<a>evalebunt adversus eam. Le - 851 -porte d'inferno non prevarranno contro alla Chiesa di Gesù Cristo544.
1. Il filosofismo del secolo xviii, eresia massima. Clemente xii. Benedetto xiv e Clemente xiii. Pio vi.
2. San Giovan <Giuseppe> della Croce. Beato Leonardo. Muratori, Mansi, Gerdil, Piazzi, Metastasio, Canova.
3. Sant'Alfonso. Maria Leczinska e la casa reale di Francia. Decadenza della nobiltà francese. Il sepolcro di Paris. Margoglisti.
4. Rousseau e Voltaire. Corruzion delle corti in Europa.
6. Giuseppe ii e Pio vi. Giorgio i. Filosofi inglesi. Benedetto Labre. Enciclopedia.
7. Espulsione dei gesuiti. Illuminismo inglese. Leibnizio. Kant, Fichte in Alemagna. Lorena tradita.
8. Luigi xvi. Il Cagliostro.
10. La vedova Dubois. Vatelot. Moye. Goethe. Schiller. Oversberg545. Due morti beate.