Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Da Adamo a Pio IX (III)...
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DA ADAMO A PIO IX QUADRO DELLE LOTTE E DEI TRIONFI DELLA CHIESA UNIVERSALE DISTRIBUITO IN CENTO CONFERENZE E DEDICATO AL CLERO E AL POPOLO III

LXLVII. Appello al giudizio di Dio

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LXLVII.

Appello al giudizio di Dio

  1. L'innocente perseguitato che dal giudizio degli uomini appella al giudizio di Dio, egli è figura veneranda quaggiù e impietosisce lo sguardo del cielo.

 

  A principio del secolo nostro <vediamo> il pontefice sommo, la prima autorità su questa terra, che condotto a strappi per le vie della città e dei campi da un superbo prepotente commuove la terra dei giusti e muove a compassione gli stessi angeli celesti. Pio vii e Napoleone Bonaparte, ecco l'incontro che non ebbe il primo e più crudo nella storia612 del passato, ecco l'incontro al quale guarderanno mai sempre con pietà e con orrore le generazioni venture.

 

  2. Era il giorno solenne della Purificazione della beata Vergine del 1808. Il pontefice e i cardinali attendevano alla celebrazione dei santi misteri; i francesi entrarono in Roma e per impaurire appuntarono cannoni contro il palazzo Vaticano. Or Pio vii ed i cardinali, terminate le funzioni, si ritrassero tranquillamente alle loro abitazioni ed il pontefice disse:  "Or non è più possibile verun trattato coll'imperatore, ed io non uscirò di palazzo infino a che in Roma è un esercito straniero". Proibì che si promovessero i divertimenti carnoval<esch>i.

 

  I cardinali lentamente e quietamente furono costretti a partirsi dal papa. Il governator di Roma Cavalchini613, invitato a tradire, scrisse invece bellissima lettera di fedeltà al pontefice. Ma fra molti ebbero [397] anche parecchi felloni, e questi alla lor volta meritaronsi di ricevere in isconto tradimenti e perfidie nere da quelli stessi che loro protestavansi amici inseparabili.

 

  Pio vii guardò all'alto, confidò in Dio e, volto lo sguardo all'America dove il Cattolicismo cresceva assai, ivi eresse il vescovado

 

- 892 -di Baltimora614 in metropoli e creò quattro vescovi suffraganei negli Stati Uniti. Questi vescovi, che in tutti gli Stati Uniti non avevano che 80 preti, di subito eressero seminari e congregazioni religiose.

 

  Addì 10 aprile 1808 in Roma venne dichiarata venerabile Maria Clotilde di Francia, regina di Sardegna, la quale sposata al figlio di Amedeo iii nel 1775 diede esempio bellissimo di virtù, quando scacciata dalle rivoluzioni dovette venir raminga per l'Italia. Pio vii ebbe egli stesso occasion di ammirarne le virtù eroiche.

 

  Intanto a Roma fu adunata una guardia civica tratta fuori dal popolaccio che tumultuava presso il palazzo pontificio. Poco mancò che non si eccitasse una sollevazione nei buoni trasteverini e nei sudditi fedeli al pontefice. Rispondeva Pio vii: "Io non abbandonerò la Santa Sede che allora quando la forza mi strapperà da essa".

 

  3. Ma i nemici il volevano fuori e per tanto entrarono con tumulti e aggressioni nello stesso palazzo pontificio. Pio vii si ritrasse nei suoi gabinetti interni e attese. Intanto si affrettò a deporre un atto di scomunica da pubblicarsi, tosto che il governo francese consumasse l'atto sacrilego del rapimento del pontefice o dello spogliamento615 del potere temporale. Il governo francese non se ne avvide. Il semplice attendeva tutt'al più una protesta, che come al solito avrebbe risposta. Ma quale non fu la sua sorpresa quando, intimato addì 10 giugno 1809 il cambiamento di governo, tosto si vide pubblicarsi la bolla di scomunica Quum memoranda illa die! Napoleone [398] non era nominato personalmente, ma eravi compreso.

 

  Un capo facchino del palazzo pontificio, adunata molta sbirraglia, addì 6 luglio scalò le mura, spezzò a colpi di scure le porte dell'appartamento pontificio. Pio vii attendeva, quando il generale Radet gli si presenta e se ne sta come mutolo. Ma poi balbettando disse rincrescergli, ma dover obbedire all'imperatore... e conchiuse con il pontefice di cedere - 893 -il potere temporale, o altrimenti avrebbe condotto sua Santità al generale Miollis. Rispose Pio vii: "Se voi credete <di> dover obbedire all'imperatore, come potrei io disobbedire a Dio che mi ha commesso la cura della sua Chiesa?" E si dispose <a> partire. Pio vii fu serrato a chiave nella vettura col cardinale Pacca616, ma invece di condurlo al palazzo del Miollis fu trascinato fuori città in esiglio. Ad un tratto di via Pio vii frugò nelle tasche e si trovò d'aver in tutto 24 soldi, e il cardinale alla sua volta non più che 16. Risero scherzevolmente dicendo: "Di tutto il nostro principato ecco quanto ci rimane".

 

  Avvertiva il card<inal> Pacca: "Quale cecità! I possedimenti della Chiesa essendo consacrati a Dio, non possono senza sacrilegio essere invasi, usurpati e rivolti ad uso secolare. Or quale sperpero se ne farà? Ed i governi cattolici come vi rimangono indifferenti! Altra volta, se il Vicario di Gesù Cristo era fatto prigione, i governi ne riclamavano con forza la liberazione. Ora appena si odono i lamenti del povero popolo che come Giovanni e le pie donne soli seguono Gesù al Calvario...".

 

  Pervenuti a Toscana, alcune donne avvedutesi della presenza del papa gridarono: "Ci rapiscono il Santo Padre! Ci rapiscono il Santo Padre!" Il pontefice soffriva molto di sete e gli fu dato a bere da una fonte. Intanto facevansi preghiere da tutta la Chiesa per lui. Sclamavano con san Giovanni Grisostomo: "Che dirò io ora? Che posso dire io oggi mai, considerando questi patimenti? Quante prigioni avete voi santificato! Quante catene avete voi onorato! [399] Quanti tormenti illustrati! Ti allegra, o Pietro! Ti allegra, o divin Paolo!" In dire si accostava il popolo per baciar la veste del pontefice. In Toscana comandava Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone. Il pontefice si era coricato da due ore, quando gli fu intimato di partir subito verso Alessandria ed al cardinale fu detto <che> partisse alla volta di Bologna.

 

  4. Intanto ai 6 di luglio Miollis scriveva a Napoleone:  "M'avete detto di mantener la tranquillità in Roma ed io il feci con cercar di tradurre il cardinal Pacca, ma opponendosi - 894 -il papa con barricate si dovette usar della forza ed ora il cardinale ed il papa sono in mano a vostra sorella, l'arciduchessa di Toscana, e sono sicuri". Così si mente!

 

  Il pontefice oppresso dal caldo e tutto in sudore domandò dei pannolini e gliene fornì dei propri un contadino; tutti facevano a gara per fargli accettare qualche nonnulla. A Mondovì fu incontrato dagli ordini religiosi processionalmente che il volevano libero. "Come più ci approssimavamo alla Francia, più cresceva l'entusiasmo. A Grenoble alcune migliaia di militari, la guarnigione di Saragozza prigioniera di guerra, si gettò ginocchione come un sol uomo. Pio vii sporgendo la persona fuori la carrozza sparse in quegli eroi rotti e logori dalle fatiche una immensa benedizione".

 

  Il governo voleva separare il papa da' suoi consiglieri più fedeli. Il Pacca avvertì Pio vii che non gli avrebbero dato personaggi "della razza di quegli uomini col cui mezzo si opera la salute d'Israele"617.

 

  5. Il cardinal Pacca addì 1 ag<osto> fu condotto a Fenestrelle e lasciatovi prigioniero per anni tre. Il papa poi fu incamminato alla volta di Valenza. A Nizza i sacerdoti in abito sacerdotale, i nobili con le loro decorazioni e 10 mila persone stavano disposte in bellissimo ordine e aspettavano per ricevere la benedizione del Santo Padre. Dimorò a Nizza qualche e tutte le sere erano illuminazioni e nella notte [400] cantici dinanzi alla casa d'alloggio del pontefice. I gendarmi, in ripartire, facevano risalire il pontefice attraverso a sentieri nei boschi, e il buon popolo era precorso ad accender lampioni dove passar doveva.

 

  A Savona gli fu offerto una casa principesca e una oblazione di centomila lire al mese, ma il pontefice rifiutò; era lasciato solo senza scrivere e privo dei suoi consiglieri che furono sparsi qua e .

 

  6. Napoleone intanto ridevasi delle scomuniche del papa e dopo la vittoria di Wagram e la pace di Vienna, addì 26 ottobre 1809, ritornossi a Fontainebleau. Attese qui per trovar - 895 -modo di insinuare gli articoli organici e la costituzione civile del 1682. Si provò egli stesso per interpretare a modo suo le dottrine di Bossuet che vi riguardano. Né riuscendo, egli seppe dell'abate Emery, che era in fama di dotto e di savio; chiamollo a sé e questi parlò così: "Io sono sull'orlo del sepolcro; nessun interesse umano può aver forza sopra di me, ma il solo interesse della maestà vostra mi obbliga a dichiararle che è importantissimo per lei di riconciliarsi col papa e che altrimenti ella è esposta a grandi sciagure". E tolse a mostrare tutte le ragioni del pontefice. Napoleone pigliò per l'orecchio l'abate e gli disse: "Il papa è mal consigliato; se io gli parlassi per due ore, lo convincerei... Se potessi per sei mesi studiar teologia, io confonderei voi e il papa". Rispose con crollar il capo Emery:  "Voi sareste un ingegno ben gagliardo".

 

  Intorno al papa fu chiamato Giovanni Maury che, creato cardinale nel 1794, si era volto al bonapartismo nel 1804. Con il Maury fu chiamato il cardinale zio ed il vescovo di Troyes. Furono aggiunti quattro vescovi di commissione. Il buon Pio vii quand'era solo giudicava rettamente, ma quando questi tentatori il seducevano con dire che egli tradiva la religione, il pontefice mostravasi tutto turbato. I consiglieri, ligi a Napoleone, incaricati a svolgere studii in proposito, non avevano che [401] sentimenti di scusa a Napoleone, di accusa al pontefice.

 

  Napoleone pretestava che il card<inal> Consalvi avevalo offeso per principii politici, volendo preparare contro la sua dinastia un impedimento di illegittimità. Tolse ai cardinali avversari l'abito, onde furon due classi: di rossi cioè e di cardinali neri. Quest'ultimi privolli, in esiglio altresì, affatto delle loro mense per ridurli all'indigenza. Ma furono poi sollevati dal popolo. Fra i cardinali esigliati fu il card<inal> Litta di Milano, che nel luogo della sua solitudine a San Quintino compose, opera vantaggiosissima pure ai tempi nostri, 29 Lettere sui quattro articoli detti del clero di Francia, che ben meriterebbero essere riprodotte.

 

  7. Napoleone nel 1809 sopprimette ogni specie di missione in Francia, fece trasportar a Parigi gli archivi pontificii e ordinò che i pontefici venturi giurerebbero la costituzione del 1682. Qual differenza tra Napoleone e Carlomagno! Carlo - 896 -nel<l'>800 scriveva: "Noi non osiamo giudicare la Sede apostolica, poiché noi tutti siamo giudicati da questa Sede e dal suo Vicario. Ma egli stesso non è giudicato da nessuno, e ciò secondo l'uso stesso dell'antichità; per conseguenza, quando il sommo pontefice avrà deciso, noi obbediremo canonicamente". Specialmente preme alla Chiesa la dottrina del concilio di Lione nel 1274, che dice nulle le istituzioni <canoniche> che non sieno <date>618 dalla santa Chiesa.

 

  Pio vii ne scrisse al cardinale Maury in proposito e gliene venne in castigo sorveglianza più attenta; fu privato perfin dell'Ufficio della Madonna che teneva. I cardinali poi esigliati furono chiusi in carcere a Vincennes. E Napoleone, insuperbendo vieppiù, notificò a Pio vii che "gli è fatta proibizione di comunicare colle Chiese dell'impero, nessuna eccettuata, e con qualunque suddito dell'imperatore, sotto pena di disubbidienza da parte di lui e di essi; che cessa di esser l'organo [402]della Chiesa cattolica colui che predica la ribellione, e poiché nulla può renderlo savio, egli vedrà che sua maestà è tanto potente di fare ciò che non hanno fatto i suoi predecessori e deporre un papa". Pio vii oppose una pazienza eroica e lasciò fare.

 

  8. Or Napoleone aggiunse: "Chi governerà ora la Chiesa?" E adunò una conferenza dei grandi dello Stato, e interrogato per primo l'abate Emery, questi rispose: "Secondo il catechismo che voi avete comandato d'insegnare, il papa è il capo della Chiesa, il Vicario di Gesù Cristo a cui tutti i cristiani devono prestare obbedienza...". Rispose Napoleone:  "Sia pure che il pontefice comandi nello spirituale, ma il temporale l'ha avuto da Carlomagno mio predecessore, ed io glielo tolgo". E l'Emery: "E la indipendenza del pontefice?" Al quale Napoleone: "Pio vii non avrebbe che a farla con me". E l'Emery conchiuse: "Ciò che esiste ora può non esistere sempre".

 

  Il cardinale <Fesch>619 voleva soggiungere, ma l'interruppe Napoleone dicendo: "Tacete, voi siete un ignorante. Dove

- 897 -avete imparato la teologia? Io devo trattenermi col sig<nor> Emery che la sa". E rivolto a tutti i vescovi li rimproverò dicendo: "Voi volevate farmi fare un passo falso, inducendomi a dimandare al papa una cosa che egli non deve concedermi... Un uomo solo come il <signor> Emery mi farebbe fare tutto quello che egli vorrebbe, e forse più che non dovrei"620. Questo prova che Napoleone, s'avesse trovato consiglieri intrepidi, non sarebbesi fatto persecutore della Chiesa. Ma la commissione ecclesiastica disse al Bonaparte: "Convocate un concilio nazionale e voi vincerete per istanchezza; il papa farà ciò che volete".

 

  Addì 9 maggio i tre vescovi acclusi furono a Savona621 e si esibirono consiglieri al papa che ne li ringraziò. Volevano <che> si accettassero dal pontefice i quattro articoli organici, asserendo che con alcune leggiere concessioni egli avrebbe salvato la Chiesa.

 

  [403] Pio vii sbalordito fece il primo passo retrogrado. Egli permise che in parte il governo francese entrasse nella istituzion dei vescovi. I vescovi bonapartisti partiron tosto per riferire, temendo <che> il pontefice non si pentisse di poi. Invece Pio vii cadde di subito in un profondo avvilimento.

 

  9. L'assemblea nazionale si raccolse addì 17 giugno 1811. Erano 95 prelati di Francia, d'Italia, di Alemagna. Mancavano due terzi per l'Italia, una metà per l'impero. Ma alla metà del quarto secolo scriveva san Giulio contro ai vescovi arabici in un concilio adunato in Antiochia contro sant'Atanasio: "Non sapete voi che vi era il costume di scrivere prima a noi e che di qua doveva venir la decisione di ciò che è giusto? Bisognava dunque scrivere alla Chiesa di qui". L'assemblea per

tanto non era altro che un conciliabolo.

 

  Vi presiedette il Fesch; il vescovo di Troyes poi ne fece discorso d'apertura trattando dell'influenza della cattolica religione

 

- 898 -nell'ordine sociale e sulla felicità degli imperi. Giurarono nella prima sessione fede alla Chiesa cattolica, ma non ne celebrarono altre. Sì bene tennero congregazioni generali nell'arcivescovado. Il ministro622 dei culti a nome dell'imperatore disse che Pio vii era la causa di tutti i mali nella Chiesa. La conferenza trattò di un indirizzo da mandarsi al papa e di decreti sui quali avrebbe avuto molta parte l'azione dell'imperatore. Ma non gliene attribuirono potere quanto egli avrebbe pur voluto, onde Napoleone sciolse il concilio e imprigionò alcuni che meno di tutti avevano colpa, rimettendo gli altri i quali fin qui tuttavia non eccederono in sostanza nelle attribuzioni della Chiesa. Così il Bonaparte divenne tiranno come già Costanzo. Si temeva che l'imperatore si dichiarasse capo di una religione scismatica, ma Napoleone ben sel sapeva che i cattolici non vogliono i benefizii del bastone d'uno czar.

 

  Quando addì 5 ag<osto> 1811 riconvocò il concilio e [404] questo emise fra molti il seguente decreto: "I vescovi si presentano dall'imperatore, li istituisce poi il papa; che se il pontefice differisca oltre sei mesi, il metropolitano avrà diritto di conferire l'istituzione canonica", Pio vii fu circondato da consiglieri traditori i quali l'indussero alla soscrizione. Si telegrafò a Parigi la buona novella, ma l'imperator soggiunse: "Non accetto punto... Io ho bisogno che il papa discenda alla semplice qualità di un cittadino francese".

 

  10. Pio vii in tanti suoi patimenti aveva appellato al giudizio di Dio. Vediamolo ora il giudizio del Signore.

 

  Era il 9 maggio 1812. Napoleone, con 650 mila uomini e con otto monarchi, partì per vincere Alessandro di Russia e far danno all'Inghilterra che occupa isole francesi. Napoleone marcia e Pio vii è ricondotto a Fontainebleau. Sul Niemen, che è l'estremo confine della Prussia con la Russia, il Bonaparte dal suo cavallo fu scagliato sulla sabbia da un temporale fragoroso, nel quale perirono 10 mila cavalli e molti uomini. Napoleone impinguava e indeboliva. Passa l'estate in Polonia e poi nel crudo della invernata viene in Russia. Addì 17 agosto

- 899 -sperava una battaglia a Smolensko, ma trova che i russi vi han dato il fuoco. Mancava tutto; "Perché non fare posa?", dicevano tutti. Cadaveri imputriditi cagionarono tifo e dissenteria.

 

  Addì 7 settembre combatté intiera la terribile giornata di Moskova, che gli costa 40 generali e 40 mila soldati, mentre avevasi già vinto al mattino. Murat623 ebbe a dire che in quella sanguinosa giornata non aveva riconosciuto il genio di Napoleone.

 

  Addì 14 sett<embre> vedono sfavillar il sole sui tetti di ferro colorato d'una gran città e scorgono le chiese sormontate da una terrazza e campanili sormontati da un globo d'oro. S'udì un grido: "Mosca! Mosca!", come i marinai che gridano: "Terra! Terra!" Tutti si rianimaron [405]in replicare con Napoleone: "Eccola finalmente questa città famosa! Era ben tempo!" Ma trovaronla deserta. Entrò nel Kremlin, ma poco stante tutta Mosca fu in fiamme. Il freddo facevasi sentire; ai 25 ottobre Napoleone poco mancò <che> non cadesse in mano ai cosacchi. In dar la parola di ritirata svenne.

 

  Napoleone aveva detto al principe Eugenio: "Che pretende il papa colla sua scomunica? Pensa egli forse di far cadere le armi dalle mani dei miei soldati?" Era il 6 novembre. Marciano fra densi vapori e poco stante scende a larghe falde la neve. Nell'esercito di Napoleone sottentra la confusione. Il vento scaglia la neve in viso, molti cadono, la neve li copre. Il suolo appare come un cimitero coperto di prominenze. Nelle cadute frequenti le armi sfuggivano dalle mani ai soldati. Le dita di molti gelavano sui fucili che ancora tenevano. Era evidente una punizione del Signore. Il bottino portato da Mosca perdevasi. Al passaggio di un fiume agghiacciato preferivasi un sacco di farina a tutti i scialli ed ai broccati dei cosacchi. Dopo venticinque giorni, l'armata di 160 mila fu ridotta a 36 mila.

  Si commettevano errori sopra errori da una parte e dall'altra. Dopo il passo della Beresina si avevano paludi immense a fianco; non erano in tutto che diecimila soldati. Stesero un ponte sul fiume e questo quando fu colmo di gente si ruppe - 900 -nel mezzo; precipitarono molti e gli altri come pecore matte seguivano ad affollarsi e perdersi pure. Si udirono bestemmie esecrande, si videro anche atti eroici di fede e di virtù. Napoleone intese che a Parigi una cospirazione minacciava il suo governo e si affrettò . Intanto fra' suoi vennero mali ancor più gravi che non si lessero alla distruzione di Gerusalemme.

  Il Ségur624 nella Storia di Napoleone e del grand'esercito <durante l'anno 1812>625 continua: "Sotto vasti porticati o cascine, soldati e ufficiali tutti vi si precipitarono e vi si [406] ammontavano confusamente. Quivi si stringevano gli uni contro degli altri intorno ad alcuni fuochi; i vivi non potendo allontanare i morti dal fuoco, vi si ponevano sopra per quivi spirar anch'essi e servir di letto di morte a nuove vittime. In breve altre schiere di sbandati si presentavano, e non potendo capire in questi asili di dolore li assediavano. Avvenne spesso che ne demolirono le pareti di legno secco per alimentare i loro fuochi. In breve le fiamme si comunicavano alle abitazioni vicine e i soldati, che vi erano riparati mezzo morti dal freddo, vi erano poi finiti dal fuoco. I salvi da questi ricoveri trovarono la dimane i loro compagni agghiacciati e ammontati intorno ai loro fuochi spenti. Per uscire da quelle catacombe bisognò che con un orribile sforzo rampicassero sopra il cumolo di questi sciagurati, alcuni dei quali respiravano ancora. Ventimila malati feriti erano inviati a Vilna626 e questi, spogliati dagli ebrei, furono gittati sulla via a morire per piacere ai russi, con barbarie da denunziarsi ai secoli presenti e avvenire... Nella giustizia del cielo noi troveremo la nostra vendetta". Così i francesi appellano al giudizio di Dio contro i lituani come Pio vii contro i francesi.

  11. Pio vii, per ordine di Napoleone staccato da Dresda, fu da Savona addì 9 giugno 1812 accompagnato a Stupinigi presso Torino. Addì 14 gli fu amministrato il santo Viatico perché pareva morirsene omai. Ma riavuto, fu costretto <a> - 901 -continuare fino a Fontainebleau. Qui a principio del 1813 Napoleone vi appiccò i trattati627, nel senso che i papi venturi dovessero soscrivere le quatto proposizioni gallicane avanti esser sollevati al trono pontificio, che il papa non avesse che il terzo delle nomine ai vescovadi, che non sarà mai permesso ai cardinali Di Pietro e Pacca di avvicinarsi al papa. Con questo preliminare si diè prova di <non> credere alla rovina di Mosca.

  Pio vii non ne poteva più e allora il circondavano più vivamente; [407] venne Napoleone e il baciò, di poi disse: "Voi non siete abbastanza versato nella cognizione delle scienze ecclesiastiche". Dicono <che> strappasselo pei capegli, ma ciò non è vero; Napoleone levossi per dargli uno schiaffo, ma Duroc628 il tenne pel corpo sclamando: "Sire, non dimenticate voi stesso".

  Pio vii aveva settantun anno, si mostrò desioso di vedere i suoi cardinali; aveva a lato il prete Bertazzoli che lo sollecitava. Addì 25 gennaio il pontefice segnò un nome, in senso che nel consiglio di tutti i cardinali insiem congregati si sarebbe convenuto intorno al modo di mettere ad esecuzione gli articoli voluti dal Bonaparte629. Con ciò il papa abbandonava la sovranità di Roma, istituiva vescovi per solo sei mesi, dimorava il più spesso in Francia agli ordini dell'imperatore.

  Pacca fu richiamato. Vide il palazzo squallido e Pio vii fortemente abbattuto, incurvato, pallido, dimagrito, cogli occhi incavati, quasi spenti ed immobili!

  Disse il pontefice con mesto accento: "Questi cardinali ci - 902 -hanno avvoltolato nel fango". Pacca e Consalvi il consigliarono a ritrattarsi, ed egli fecelo scrivendo poche linee al , tanto era debole nelle forze della persona e sorvegliato. Al termine della ritrattazione conchiuse dicendo: "Come Pasquale ii ad Enrico v, così noi diciamo a Napoleone: Riconoscendo la nostra coscienza cattivo il nostro scritto, noi lo confessiamo cattivo e coll'aiuto del Signore noi desideriamo che esso sia interamente cancellato, affinché non ne risulti alcun danno per la Chiesa né alcun pregiudizio per l'anima nostra".

  Or Napoleone gridò: "Se io non fo spiccar la testa dal busto ad alcuni di questi preti di Fontainebleau, gli affari non si comporranno mai".

  E fu chi gli diceva dover dichiararsi capo di religione come Enrico viii, ma egli rispose: "Con questo sarebbe suscitare un gran guaio". Il card<inal> Di Pietro fu cacciato perché nemico dello Stato e volle imporre [408]agli altri di "astenersi dall'intrattenere il papa d'affari". Ma Pio vii protestò ed i cardinali attesero per compilare un lavoro pel futuro conclave.

  Intanto <Napoleone> rassegnò il governo a Maria Luigia e in aprile 1813 partì verso Alemagna630 con 100 mila uomini, ma vi ebbe poco esito, perché gli alleati l'abbandonarono. Un cannone diretto da Napoleone tolse ambedue le gambe a Moreau, venuto d'America in aiuto dei russi. I feriti furono curati dai preti con immensa loro consolazione.

  12. In seguito si venne a trattazioni di pace col papa. Ma Pio vii rispondeva: "Io amo l'imperatore; dite che mi restituisca a Roma e si farà quanto è meglio". Finalmente la mattina del 22 gennaio 1814 il generale Lagorse631 disse ai cardinali: "Io ho ricevuto l'ordine di far partire domani il papa e di ricondurlo a Roma". Pio vii, avanti partire col Bertazzoli, parlò così: "Io non so dove riuscirò. Vi comandiamo espressamente di chiudere l'orecchio ad ogni proposizione relativa - 903 -ad un trattato sugli affari temporali o spirituali, tale essendo la nostra ferma ed assoluta volontà". I cardinali piansero e si lasciarono.

  Non appena il pontefice partì da Fontainebleau632, Napoleone ode che suo cognato Murat re di Napoli gli si è ribellato, onde lo richiamò in Francia. Tutta Europa ode che dai suoi beneficati è deposto e che furono chiamati i Borboni a succedergli. Tosto <è> costretto <ad> abdicare e lasciar moglie e figli, per venire a confine ad Elba, quasi uno scomunicato dall'Europa.

  Pio vii intanto camminava fra gli applausi attraverso la Francia, mentre a Napoleone si augurava di farlo bere nel Rodano. Ma Pio aggiungeva: "Coraggio e preghiera". Gioa<c>chino Murat attentò per arrestar il pontefice, ma Pio vii scoprì le sue intenzioni e passò avanti.

  [409] Luciano Bonaparte, esule da 10 anni in Inghilterra, scriveva congratulandosi col papa e del fratello diceva: "Io gli perdono, lo compiango e fo voti perché rientri finalmente in seno alla Chiesa e acquisti dei diritti all'indulgenza633 del Padre delle misericordie ed alle preghiere del suo Vicario...".

  Ad Ancona addì 12 fu la vettura trascinata dai marinai in divisa. Incoronò ivi nella cattedrale la Vergine che si onora col titolo di Regina sanctorum omnium.

  Letizia, madre di Napoleone, e Fesch cercavano un asilo e l'ebbero dal pontefice. Pio vii toglieva ad altri la loro anima per dare ad essi la propria. Napoleone invece in passare ad Elba accompagnato dai commissari di Russia, di Prussia, d'Austria e d'Inghilterra udiva non più il nome di Napoleone, ma: "Viva Luigi xviii! Abbasso il Nicola! Abbasso il tiranno!" Si alzò la figura di un uomo di straccio in abito francese con l'iscrizione: "Tale sarà tosto o tardi la sorte634 del tiranno". Intanto avrebbero voluto divorarlo vivo.

  13. Addì 4 maggio giunse ad Elba, di cui fu fatto sovrano - 904 -col titolo di imperatore e col reddito di due milioni annui a pagarsi dalla Francia.

  Quando il 26 febbraio 1815 uscì con mille cento uomini, andò a Grenoble, a Lione e giunse il 20 marzo a Parigi, dopo aver tratte a sé tutte le soldatesche mandate per combatterlo. Il Châteaubriand nelle sue Memorie d'oltre tomba scrive635: "Allato al prodigio dell'invasione d'un solo uomo si cerca <di> collocarne un altro che fu il contraccolpo del primo: la legittimità venne meno a se medesima e la stupidezza del governo rendette636 la Francia immobile. Per venti giorni Bonaparte va lento a giornate militari637, le sue aquile volano da un campanile all'altro, sopra una strada di duecento leghe, e il governo, padrone di tutto, disponendo del [410] danaro e delle braccia, non trova638 il tempo né il mezzo di tagliare un ponte, di abbattere un albero per tardare almeno di un'ora la mossa di un uomo a cui le popolazioni non si opponevano, ma non seguivano nemmeno".

  In Parigi la gioventù fremeva, le donne pigliavan male per dispetto, ma non si dava loro un'arma. Continua Châteaubriand639: "Alle Tuileries s'imballavano i diamanti della corona, lasciando trentatré milioni di scudi nel tesoro e 42 milioni in effetti... Il gran partito decretato contro Bonaparte fu un ordine di "correre sopra": Luigi xviii senza gambe correre sopra il conquistatore che dava il gambetto alla terra!...". Stringe il cuore in ricordare... Tutti tradiscono il re per paura di Napoleone... Il re fugge a Gand dopo aver detto che a 60 anni non può terminar meglio la vita che morendo in difesa del popolo...

  Ma nel 18 giugno 1815, perduta la battaglia di Waterloo, - 905 -Napoleone abdica la seconda volta ed è ridotto dall'Inghilterra all'isola di Sant'Elena addì 15 ottobre 1815.

  E qui considerando diceva ad un compagno d'arme: "Voi non credete che Gesù è Dio! Ebbene io ho avuto torto in farvi generale". Ripeteva: "Gesù! Gesù!" e facevasi sovente il segno di croce. In aprile 1823 s'accorse che la morte era vicina omai e sclamò allora: "Io son nato nella religione cattolica, e voglio adempire a tutti i doveri che essa impone e ricevere tutte le consolazioni, tutti i soccorsi che io devo aspettarne... Sì, io domando il prete; vegliate perché sia lasciato solo con lui e non dite nulla". Implorò da Roma un sacerdote per essere assolto dalle censure. Si confessò, ricevette il santo Viatico e l'Estrem'Unzione. Al mattino del 28 aprile 1823 disse a Montholon: "Generale, io son contento, ho adempiuto i miei doveri; io vi desidero e vi auguro alla vostra morte la medesima felicità... Io aveva il [411] disegno di riunire tutte le sette del Cristianesimo, io aveva di ciò convenuto con Alessandro a Tilsitt, ma le sciagure sono venute troppo presto... Almeno ho ristabilito la religione... Che ne sarebbe degli uomini senza la religione?..." Indi soggiunse: "Non v'ha nulla di terribile nella morte, essa è stata la compagna del mio origliere640 durante queste tre settimane ed ora è nel punto di impadronirsi di me per sempre. Io avrei desiderato di riveder mia moglie e mio figlio, ma sia fatta la volontà di Dio!" Il 3 maggio egli riceve un'altra volta il santo Viatico e detto addio ai generali pronunziò queste parole: "Io sono in pace col genere umano". Giunse poi le mani dicendo: "Mio Dio!" Egli spirò il 5 maggio alle ore 6 delle sera. Nel 1840 la spoglia di Napoleone fu portata a Parigi.

  L'impero e i regni napoleonici sono morti. Sta la Chiesa di Gesù Cristo. Ell'è figurata in quel sassolino che staccatosi dal monte percuote la statua di Nabucco e cresce in monte e riempie e domina a tutta la terra641.

- 906 -Riflessi

1. Appello dell'innocente perseguitato dal giudizio degli uomini al giudizio di Dio.

2. Napoleone manda <ad> occupar Roma. Guardia civica romana.

3. Bolla di scomunica. Pio vii tradotto prigioniero.

4. Incontro del pontefice colle popolazioni cattoliche di Nizza, di Toscana e di Piemonte.

5. Applausi al pontefice.

6. Pio vii e Napoleone a Fontainebleau.

7. Napoleone e Carlomagno.

8. Napoleone e l'abate Emery. Commissione ecclesiastica.

9. Assemblea o conciliabolo del 17 giugno 1811. Pio vii illuso se ne duole.

10. [412] Il giudizio di Dio sopra Napoleone e il suo esercito fra i geli di Russia.

11. Viaggi e patimenti di Pio vii. Ritratta la concessione degli articoli organici.

12. Pio vii entra trionfante in Roma e Napoleone è tradotto esule a Sant'Elena.

13. Napoleone a Sant'Elena guarda all'alto, china il guardo a terra e muore.





p. 891
612 Originale: crudo sulla storia.



613 Originale: Cavalichini; cfr. Rohrbacher XV, p. 214.



p. 892
614 Originale: Baltamora; cfr. Rohrbacher XV, p. 215.



615 Originale: del pontefice o sullo spogliamento.



p. 893
616 Originale: Pane, ripetuto nel capitolo; cfr. Rohrbacher XV, p. 222.



p. 894
617 1 Mac 5, 62.



p. 896
618 Per le integrazioni cfr. . Rohrbacher XV, pp. 245-246.



619 Per l'integrazione cfr. . Rohrbacher XV, p. 252.



p. 897
620 Originale: dovrà; cfr. Rohrbacher XV, p. 252.



621 Più chiaramente in Rohrbacher XV, p. 253: «Egli [Napoleone] mostrò di consentire che i cardinali ed i vescovi radunati mandassero una deputazione a Savona; ma elesse egli stesso i prelati che la dovevano comporre [...] Tre prelati composero questa deputazione».



p. 898
622 Originale: ministero; cfr. Rohrbacher XV, p. 260.



p. 899
623 Originale: Marat; cfr. Rohrbacher XV, p. 272.



p. 900
624 Originale: Segur; cfr. Rohrbacher XV, p. 270.



625 Per l'integrazione cfr. Rohrbacher XV, p. 270.



626 Originale: Vilma; cfr. Rohrbacher XV, p. 277.



p. 901
627 Probabilmente: Napoleone presentò al papa i trattati; «Il vescovo cortigiano di Nantes presentò [a Pio Vii] da parte dell'imperatore una serie di proposizioni», Rohrbacher XV, p. 279.



628 Originale: Curoe; cfr. Rohrbacher XV, p. 280.



629 Più chiaramente in Rohrbacher XV, p. 281: «Le circostanze positive che hanno preceduto questa sottoscrizione non sono ben conosciute. Si sa soltanto che, per indurre il papa a ricevere la penna dalle mani del cardinale Giuseppe Doria, i suoi propri consiglieri fecero credere che erano semplici preliminari che dovevano essere segreti infino a che nel consiglio di tutti i cardinali insiem congregati si fosse convenuto intorno al modo di mettere ad esecuzione questi articoli temporanei».



p. 902
630 Originale: Valmagno; anche per la precedente integrazione cfr. Rohrbacher XV, p. 290.



631 Originale: Lagone; cfr. Rohrbacher XV, p. 294.



p. 903
632 Originale: Fontenaibleau; cfr. Rohrbacher XV, p. 295.



633 Originale: diritti dell'indulgenza ; cfr. Rohrbacher XV, p. 296.



634 Originale: corte; cfr. Rohrbacher XV, p. 297.



p. 904
635 Originale: Il Chateaubriand nelle sue Memorie d'oltre tombe; cfr. Rohrbacher XV, p. 298.



636 Originale: vendette; cfr. Rohrbacher XV, p. 298.



637 Originale: Bonaparte movendo a giornate militari ; cfr. Rohrbacher XV, p. 298.



638 Originale: trovare; cfr. Rohrbacher XV, p. 298.



639 Originale: Chateaubriand; cfr. nota 635.



p. 905
640 Originale: consigliere; cfr. Rohrbacher XV, p. 301.



641 Cfr. Dn 2, 31-45.



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