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VI.
Luigi Gonzaga, angelico giovinetto, venne ancor tenero dinanzi a Gesù nel Santissimo Sacramento e disse: "Sempre vostro, o Signore, sposo di Gesù e di Maria benedetta".
Allora venne un santo, Carlo Borromeo cardinale arcivescovo, che aprendo il sacro tabernacolo, la casetta del paradiso in terra degli uomini puri, disse a Luigi: "Ricevi il Corpo di Gesù Cristo che ti custodisca per la vita eterna". Il popolo di gente accorsa rispondeva: "Così sia, così sia".
Gottardo, giovine più adulto ma di pari purezza, stava nel suo monastero di Altaich. Vestiva abito della Chiesa con angelica modestia. Veniva <a> pregare nel tempio col fervore di un cherubino e tutto si offeriva all'Altissimo. Allora comparve [14]un santo, Wolfango vescovo di Ratisbona, che disse: "Desideri dunque essere consacrato in isposo a Gesù? E voi -- rivolto a quei del convento e del popolo accorso -- riputate che sia degno?...". "Sì, sì", risposero con plauso. Allora un santo vescovo riceveva a' suoi piedi un giovine biancovestito, Gottardo, <che> con giubilo ripeteva al cospetto di Dio ed alla presenza della Chiesa del divin Salvatore: "Sempre vostro
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sposo, o Gesù... Aiutatemi per esservi fedele sino alla fine".
Il santo vescovo rallegrossi in cuor suo. Di poi, quasi a ricompensa del voto eseguito, disse: "Orsù, ricevi i vasi sacri perché li presenti all'atto dei sacri misteri". Il cielo godette che in terra un angelo si fosse aggiunto a placare lo sdegno del Signore. Quaggiù poi gli uomini indicarono con rispetto Gottardo dicendo: "Egli è sposo a Gesù".