IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
UN POVERELLO DI CRISTO MEMORIE PER LE FESTE MONDIALI DEL SETTIMO CENTENARIO DALLA NASCITA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI V. Predicatore e maestro |
[16]Gesù Cristo predicava famigliarmente alle turbe in parabole, e le turbe attonite ripetevano: "Non abbiamo ancor ascoltato veruno a predicare come costui discorre"5. Intanto
- 53 -
lasciavano di mangiare, lasciavano di dormire per udire il Messia salvatore. Questi si rivolse in più riprese ad alcuni di loro, gente barcaiuola ovvero del volgo, e disse: "Seguitemi"6.
Quelli non si volsero addietro a dare uno sguardo alle cose proprie. Lasciarono tutto e seguirono Gesù. Erano in numero di dodici, ma un d'essi fu poi traditore sacrilego. Intanto ebrei e pagani non finivano di ammirare la dottrina di Gesù Cristo ed i miracoli che operava per ogni conforto dei fratelli che languivano.
[17]Publio Lentulo che a que' dì governava per i romani in Giudea, scriveva: "Potenti senatori, già da qualche tempo è in Giudea un uomo di straordinaria bellezza e di virtù singolare. Si chiama Gesù Cristo. Risuscita i morti, guarisce le malattie colla parola e colla imposizione delle mani. Grande di statura, ha portamento dolce e venerando, barba divisa sotto il mento, d'un biondo rossiccio e brillante come i capegli, i quali divisi alla sommità della fronte cadono inanellati sopra le spalle. Ha fronte spaziosa, occhi chiari e sereni e segnati di un rosso grazioso, naso e barba di perfetta regolarità. Maestoso, elegante e dolce nel medesimo tempo, così nel parlare come nelle maniere, fu visto piangere, ma ridere non mai"7.
Come si può ridere in mezzo ad una valle di lagrime e fra peccatori i quali si dannano disperatamente? Francesco considerava egli medesimo queste cose e dolevasi in cuor suo. Volendo poi mettere qualche riparo, [18]si pose a predicare. Egli discorreva famigliarmente, e con severità manifestava le cose ultime che aspettano il cristiano oltre alla tomba. Fu tempo in cui il pontefice sommo mandollo <a> chiamare e disse: "Predicate altresì al collegio de' miei cardinali ed a me,
- 54 -
ma ve lo raccomando, disponetevi per bene". Francesco studiò il suo discorso letteralmente, ma salendo il pergamo non poté ricordare una parola dello scritto suo. Invocò dunque il Signore e poi predicò come di costume quelle verità che il cuor gli suggeriva. Credereste? Quel discorso piacque tanto al pontefice ed agli altri, che d'allora in poi si chiamò a Roma, per predicarvi al collegio apostolico in ogn'anno di Quaresima, un discepolo di Francesco. La parola del predicatore nostro era spada a doppio taglio che illuminava la mente e commoveva i cuori.
Fuvvi cotal Bernardo Quintavalle, il più ricco ed il più onorato fra i patrizi di Assisi. Fuvvi certo Egidio e poi un canonico in San Rufino di quella città, e [19]poi altri fino al numero di dodici che vennero a dirgli: "Che cosa abbiamo a fare per essere salvi?". E Francesco aprendo i Libri santi lesse: "Se vuoi essere perfetto, va, vendi tutte le cose che hai e dalle ai poveri. Andando a predicare non portate né calzamenta né tasca né altra cosa. Chi vuol venire dietro a me neghi se stesso, tolga la sua croce e mi segua"8. Quelli si esibirono allora discepoli a Francesco ed egli accettandoli disse: "Andiamo al Vicario del Signore in terra per iscoprire se ne sia contento Iddio nel cielo".
Si recarono dunque pellegrini a Roma. Il pontefice, allora Onorio iii9, come se li vide innanzi mostrò di non curarsene e disse: "Arrivederci". Ma nella notte successiva il pontefice vede un uomo del volgo, che ponendosi a puntello sosteneva la chiesa laterana di san Giovanni. Osserva più attentamente e scorge che colui è Francesco. Al mattino lo manda a chiamare e lo benedice dicendo: "Voi e questi vostri [20]piccoli fratelli eseguite pure come il cielo vi suggerisce l'impresa del Signore".
- 55 -
Allora furono chiamati frati Minori i discepoli di Francesco. Aveva stesi 23 articoli per Regola del novello Ordine. Li ridusse semplicemente a dodici e feceli approvare dal Santo Padre. Dopo questo ritornò giubilante ad Assisi, dove fu ricevuto non solo come predicatore, ma come patriarca e come maestro di illustri discepoli. Però, come in quelli di Gesù, così in questi di Francesco vi fu un traditore. Certo Giovanni Cappello10 presto abbandonò l'Ordine, si diede in preda a malinconia ed a disperazione finché miseramente perì. Gli altri si sparsero poi a tutto il mondo e furono carissimi ai monarchi della terra. San Luigi re di Francia veniva in abito da pellegrino a visitarli in Assisi, e il pontefice Gregorio ix li domandava per consiglio.
Francesco e i suoi si inginocchiarono a domandar grazia nella chiesa della Madonna degli Angeli e scrissero allo ingresso di quella così: "Haec est porta [21]vitae eternae". Lo che vuol dire: "Questa è la porta della vita eterna". Da quella chiesetta sono poi usciti uomini religiosi a far risplendere ovunque la luce del buon esempio. Sono usciti sacerdoti esemplari e personaggi apostolici che sparsero a tutti i confini della terra il seme della celeste dottrina. Settecento di loro sono giunti al vertice del Calvario ed hanno ottenuto l'onor degli altari. Noi ci chiniamo riverenti e supplichiamo: "Santi del paradiso, pregate per noi".