Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Un poverello di Cristo…
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UN POVERELLO DI CRISTO MEMORIE PER LE FESTE MONDIALI DEL SETTIMO CENTENARIO DALLA NASCITA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI

VIII. Martirio di desiderio

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VIII.

Martirio di desiderio

  [29]Il divin Salvatore quando fu a vista della mensa della sua passione sclamò: "L'ho desiderato con vivo affetto di mangiare questa Pasqua con i miei discepoli"13. Quando venne presso alla croce sclamò: "Croce santa, tu non sarai più legno di infamia, ma altare di salute". Quando Gesù Cristo fu affisso alla croce e che già vi pendeva agonizzante da tre ore, sclamò: "Sitio14, ho sete di maggiori patimenti". Quanto viva fu in Gesù Cristo la brama del sacrificio!

  Francesco, il diletto seguace del Salvatore, desiderò anch'egli vivamente di dare il sangue per la gloria di Gesù. Inspirò tal fiamma di ardore a' suoi discepoli, e si divisero poi in numero di diciotto per correre in traccia di patimenti e della morte. Scelse cinque de' suoi, e questi mandò nella

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Spagna15. [30]Dominava allora Miramolino, crudelissimo re del Marocco, nemicissimo del nome cristiano. Questi invitò la plebe a coprire di fango i missionari testé arrivati e poi comandò che fossero trucidati. Quei gloriosi dal proprio sangue sparso raccolsero la palma ambita del martire e volarono al cielo.

  Francesco sospirava per sé tanto onore, ma non l'ottenne.

Egli con dodici altri mosse alla volta dell'Egitto musulmano.

Francesco aveva l'ali del fervore ai piedi. Già si immaginava gli schiaffi e le battiture, la prigionia e poi la morte, e ne pregava di cuore Iddio. A Damiata raggiunse la crociata dei cristiani, i quali camminavano armati per liberare Gerusalemme dalle profanazioni turche. Francesco, ardendo di più vivo fuoco, passò innanzi e venne davanti al soldano dell'Egitto e disse: "Cessate dal perseguitare i cristiani. Gesù Cristo è il vero Figliuolo di Dio Padre. I potenti che spregiano il Figlio dello Altissimo avranno a tremare terribilmente al giudizio del Signore". Ammirò quel monarca la fede di quell'uomo [31]e la semplicità del cuore di lui. Colmollo di carezze e poi gli offerì in copia monete d'oro. Ma Francesco disdegnandole soggiunse: "Non denari io cerco, ma il prezzo maggiore delle anime". Intanto aspettava che gliene venissero poi anche maltrattamenti, ma il monarca gli diè facoltà di predicare nel suo regno e l'accommiatò.

  Il poverello di Cristo posesi allora maestro e predicatore fra quelle genti. Convertì alcuni, e fra questi una persona scellerata venuta per tentare la sua onestà. Però quelle masse erano troppo avvolte nei godimenti sensuali. L'uomo animale, ricordò Francesco, non intende quelle cose che son dello spirito del Signore16.

  Gli dolse in fondo all'animo, supplicò col volto a terra il Signore e ritornò all'Europa, all'Italia ed alla sua Assisi. Qui dolevasi con dire: "Misero me, che ancora non ho potuto

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dare una stilla di sangue per Gesù Cristo!". Ma in paradiso a pro di Francesco già stava scritto questo: "Il martirio di desiderio è pegno di vera amicizia con Dio".





p. 59
13 Cfr. Lc 22, 15.



14 Gv 19, 28.



p. 60
15 Diversamente in C. Chalippe, Vita di s. Francesco, p. 201: “Sei dunque [Francesco] ne scelse per inviarli a Marocco”.



16 1 Cor 2, 14.



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