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XII.
[68]Tobia sappiamo che curava gli appestati e seppelliva i morti e ne ebbe lode dal cielo. Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, levato il corpo del divin Salvatore dalla croce, seppellironlo con alta pietà ai piedi del Calvario. La pietà verso ai defunti diletti, oh quanto intenerisce!
Il funebre corteo era già pervenuto al cimitero, e benedetto il corpo della pia defunta, già disponevasi a calarla nella fossa comune, quando due pietosi cuori dissero: "Non conviene che Francesca sia sepolta come cristiana qualsiasi. Le erigeremo noi una piccola casetta". Erano due operai muratori. Diedero di subito opera a raccogliere dei materiali e construssero in
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quel dì una tomba a mattoni che poi [69]copersero con volto di egual materia e coprirono a fior di terra con tetto di tegole. In far questo riposero con rispetto il feretro che racchiudeva un caro pegno e pregarono con fede: "Come a Francesca, così a noi concedete, o Dio, un passaggio felice.
Donate, o Signore, il riposo eterno all'anima di questa fedel serva e la luce di eterna beatidudine risplenda in volto a lei".
In capo al pio monumento avevano collocata una croce. Salutaronla rispettosi, munirono se stessi del segno di redenzione e partironsi commossi, come fratelli che hanno riposto in pace una sorella diletta.