Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cento lodi in ossequio...
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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA

Prefazione

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Prefazione

  [3]Accadono di tempo in tempo oggidì tali sciagure morali dinanzi a cui noi rimaniamo muti di terrore. Sono cristiani che vivono nel mezzo nostro e che d'un tratto vengono a morire e dispongono di passare nella impenitenza e si preparano funerali civili perché venga con essi accompagnata in trionfo l'empietà e l'irreligione. Sono talvolta le follie di una parte del popolo, che in abito di pecora matta seguono in baldoria un corteo sacrilego1. Un cuore cristiano oh come

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sanguina alla vista di tanto eccesso! [4]Noi pregheremo con affetto il Cuore adorabile del Salvatore che abbia pietà di noi e del popolo tutto. Per riparare a tanta ingiuria e per sollevare l'animo da un cordoglio vivo io ho pensato di venire alla tomba del beato fratello ed apostolo nostro Andrea, e in quest'anno che ricorre il quarto centenario dal suo transito glorioso rallegrarmi con lui e pregarlo della sua buona intercessione a pro mio e dei fratelli nella fede.

  Buoni morbegnesi, i quali conservate nel vostro magnifico tempio di san Giovanni, più preziose che l'oro e l'argento, le reliquie del santo comprotettore Andrea, voi vorrete approvare il mio buon proposito. E voi stessi, buoni cittadini di [5]Peschiera, i quali avete di mezzo ai vostri donato alla terra ed a noi in Valtellina un santo, al paradiso un beato, voi medesimi approverete il buon intendimento di rallegrarcene tutti intorno ad un eroe cristiano. D'una cosa peraltro pregovi tutti, e questo è che nel discorso che vi presento, Cento lodi in ossequio al quarto centenario dal transito del beato Andrea, vogliate più che ad altro guardare al buon volere con cui seco voi io mi intrattengo. Pregate per me sempre, vostro affezionatissimo sac<erdote> Luigi Guanella.





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1 L'A. accenna alla morte di Angelo Manzi, avvenuta a Pianello Lario il 29 gennaio 1885, e al suo funerale civile celebrato il 1 febbraio successivo (cfr. Registro dei defunti, Archivio parrocchiale, Pianello). Il contesto emotivo generato da questo episodio nell'A. e nell'ambiente circostante è espresso nell'ed. 1932, pp. 9-10, nota 1: “Il senso di profondo dolore e di viva deplorazione, che ispira queste pagine, era stato destato nel piissimo autore da un triste caso testé in parrocchia di Pianello Lario successogli. Don Guanella nel registro parrocchia­le dei morti scriveva: "Nella notte sopra il ventinove gennaio (1885) nei confini di questa parrocchia avvenne un caso di morte inaudito ab immemorabili da queste parti per il suo carattere cinico di incredulità e di bestemmia". Il disgraziato (con parola adatta di verità e di pietà i popoli di fede, ritraendone un vivo orrore, chiamavano un così tali individui) recato in patria dalle Americhe, insieme congiunti (vien da sé!) un odio acerrimo verso la Chiesa e i preti e il libertinaggio della parola ("bocca d'inferno") e della vita, con scandalo e deplorazione dei buoni, nonostante tutti i tentativi del parroco di accostarlo con carità ed urbanità, rifiutò clamorosamente in morte i SS. Sacramenti, disponendo funerali civili ed empii, che vennero fatti, aspettan­do all'uopo il febbraio, in domenica durante la S. Messa parrocchiale, con ostentazione incivile (l'irreligione che cosa di meglio può suggerire?) di ributtante empietà, col seguito dei peggiori capiscarichi di tutta la plaga, mentre (notava Don Guanella) la popolazione sana, che era la massa, "si astenne con esempio lodevole". Di quello scempio inaudito e sacrilego di ogni convenienza e legge civile e religiosa, nelle pubbliche vie e nel camposanto, Don Guanella faceva riparazione col suo popolo " con otto di pubbliche funzioni"”.



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