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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA XXXV. L'eroe cristiano |
XXXV.
Al cospetto del mondo dicesi eroe colui che conduce eserciti fra nazioni avversarie, che atterra nemici, che eguaglia al suolo le città ovvero che col suo ingegno appiana dei monti e riempie delle valli e mette in comunicazione due mari.
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Quest'eroismo del mondo è altro da quello di Gesù Cristo. Il divin Salvatore magnifica come figli eroici gli apostoli suoi, che lasciata una barca sdruscita abbandonarono insieme la speranza di possederne giammai altra e si abbandonarono affatto alla sua sequela. [95]Lo stesso divin Salvatore loda come eroica quella persona qualsiasi che con molta diligenza e per vivo affetto a Dio compie i doveri del proprio stato. Al cospetto di Dio è eroe colui che sollecita in sudore di giorno e di notte e poi che dica di cuore: "Io sono servo inutile"102. Cristiano eroico è colui che con il buon esercizio di opere sante allontana i pubblici flagelli e poi che rivolto a Dio prega di cuore così: "Mandate sopra di me i flagelli dello zelo vostro, punite pure me, che sono peccator miserabile, ma scampatene i fratelli che mi circondano". Eroe cristiano, come sei ammirabile! Ed ora abbiamo noi ben inteso? Andrea ha vinto se stesso, e questo è vittoria somma. Ha soggiogato le proprie passioni, e per questo è addivenuto vincitore del mondo.
Andrea è povero contadino da Peschiera, si dispone per essere luminare splendido nella Chiesa terrestre e nella celeste. Semplice ed umile che m'ascolti, [96]hai tu ben inteso? Ebbene, se brami crescere alla fortezza degli eroi, imita il tuo buon fratello e padre Andrea.