Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cento lodi in ossequio...
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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA

XXXVII. "Io porto la mia croce"

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XXXVII.

"Io porto la mia croce"

  Il divin Salvatore, venuto presso alla croce sua, vi s'abbracciò con affetto, se la recò in sulle spalle fino al Calvario e vi si distese sopra, e sopra vi morì con eccesso di amor divino. Andrea, fervoroso discepolo del divin [99]Salvatore, ora si affrettava ansante per la nostra Valtellina, saliva e discendeva in sudore di fatica e confortavasi poi con dire: "Porto la mia croce".

  La croce è penitenza per noi, che essendo figli di Eva siamo poveri peccatori. Però Andrea precedeva con esempio di umiltà e di pazienza invitta. Confessava il più spesso che poteva le proprie colpe nel sacramento di Penitenza, e levandosi riconoscente da quello, non era croce di digiuni, di veglie, di martorii che egli non si addossasse volonteroso.

Ma specialmente Andrea portava piantata in cuore la croce delle angustie per la salute di tante anime, il popolo di Valtellina e delle finitime regioni che Dio gli inspirava a condurre salvo al paradiso. E quando la croce premendogli più terribilmente sul cuore facevalo entrare in sudore di agonia, Andrea sclamava: "Io porto la mia croce, l'ho recata fin qui, non la deporrò giammai. Io vivo sicuro confitto alla croce del mio Salvatore". [100]O santo apostolo, non è dubbio punto che voi, dimorando fra noi, con i sudori di tanti vostri patimenti avete benedetta la terra nostra. Piaccia al cielo che non dimentichiamo giammai ché, essendo noi cristiani, ci è uopo seguire Gesù al Calvario e dire: "Io porto la croce dietro il mio Salvatore"!

 

 


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