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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA XXXIX. Il vessillo cattolico |
Come ai nostri tempi, così a quelli del b<eato> Andrea per le vie della nostra pianura portavasi in trionfo, con feste di manifestazioni insidiose alla fede ed al costume, il vessillo di
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Satana. [102]Molti del popolo, o illusi o illusori, si rimanevano indifferenti ovvero ne prendevano parte. Di che il santo nostro apostolo non è a dire come ne sentisse profonda ferita nell'animo. Levossi e gridò ai popoli della valle: "Conduciamo in trionfo l'arca santa del Signore, e questa, messa al confronto del dio Dagon, farallo104 rovesciare". Disse e tosto diè opera a favorire processioni pubbliche più frequenti, pellegrinaggi comuni più pii, funzioni di culto sacro più pompose e assiduità ai Sacramenti ed alle opere pie. Istituì associazioni per gli uomini, per le donne, per i fanciulli sclamando: "Chi è con Dio uopo è che si manifesti omai e che operi". Tosto dalle valli e dai monti di nostra provincia sventolarono vessilli sacri sui quali dall'una parte era scritto: "Preghiera ed azione", e dall'altra: "L'onnipotente è l'Altissimo". Ora il popolo, che sovrat<t>utto ha bisogno delle consolazioni della fede, egli accorreva e unendosi al vessillo santo combatteva [103]le buone battaglie del Signore e assicurava nei confini proprii il tesoro inestimabile della fede.