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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA XLII. Contro uno spirito folletto |
XLII.
I manichei del 1400 certo è che, come i framassoni testé, invocavano gli spiriti infernali nella attuazione delle loro imprese di rovina. Gli scellerati sparsero per il mondo uno spirito satanico di superbia, di avarizia, di concupiscenza che poco o tanto invase quasi tutti. Sicché poteva il Signore non mandare un castigo di punizione? Mandollo pertanto e fu terribile. Dall'Asia penetrò in Europa uno strano malore di pestilenza che uccise, a giudizio degli storici, due terzi degli uomini di quell'epoca. Finché sorsero in copia personaggi [107]apostolici i quali, mostrando visibilmente la potenza di Dio punitore, ottennero che almeno i superstiti si ravvedessero. Or come gli errori di malizia, così appestarono la Valtellina i morbi di contagio. Chi ne salvò in più riprese fu il beato Andrea, il quale allo spirito satanico di vanità oppose uno spirito celestiale di abnegazione. Additò ai nostri la persona adorabile di Gesù Cristo e disse: "Non è dubbio: come è il Maestro, convien <che> sieno i discepoli"106. E tolto il libro dei santi Evangeli lo aprì innanzi a tutti dicendo: "La parola del Signore è in questo
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volume e non in altro qualsiasi. Noi saremo salvi per la parola del Vangelo di Gesù salvatore". Il popolo di Valtellina credette e di subito, scacciato con orrore lo spirito d'inferno, chiamarono a dominarli lo Spirito Santo del Signore.