Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cento lodi in ossequio...
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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA

XLVIII. La prudenza

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XLVIII.

La prudenza

  La prudenza cristiana è una buona compagna la quale insegna i modi più acconci per giungere ad un intento. Il grande intento nostro è il trionfo della fede sopra l'irreligione, del Cattolicismo sopra il massonismo. Così111 ai tempi del beato Andrea si faticava per il trionfo del Cristianesimo sopra il manicheismo. L'errore ai giorni dell'apostolo nostro era un personaggio in guanti gialli che occupava le prime sedi della provincia, che appariva in modo soavissimo di tratto, che largheggiava di cortesia e perfino di soccorso, sì che il volgo del [118]popolo magnificavanlo. Nondimeno avveniva come a colui che, sentendosi attrarre da una calamita, più vi si accosta e più sente mal di capo e perdita de' sensi, finché giunto a vista di una figura scopre che entro è un orrendo basilisco.

  Andrea avvisavane i suoi con dire: "Il manicheismo non esce in campo aperto, è serpe che striscia fra gli ag<g>uati.

Non fidatevi in eterno. Facile è combattere colle serpi.

Vuolsi coraggio e avvedutezza. Pervenuti a vista del mostro, ferite pur mortalmente nel capo. Battere sulla coda inviperisce maggiormente. Con i manichei, che in sé hanno tutto il veleno dell'ipocrisia e tutti i vizii del Basso impero da cui discendono, non convengono le prudenze umane, non fanno le mezze misure. Amico di Dio e del mondo insieme niun può essere... Senza sacrificio non si sale il Calvario... Chi non vuole disagi almeno non appetisca i posti onorevoliProfessare di difendere la Chiesa e poi [119]o non volere o impedire che si faccia gemere l'infermo che si vuol guarire, questo è programma di prudenza condannevole. Miseri di noi se gli apostoli avessero fatto sol questo e non altro. Ma eglino non ebbero paura e noi fummo salvi". O beato

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Andrea, come sono caduti in basso i figli vostri oggidì! Appena si trova un Paolo intrepido. I buoni fra di noi sono altrettanti Nicodemi.





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111 Originale: Come; cfr. ed. 1932, p. 105.



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