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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA LXVII. Le inspirazioni celesti |
Il b<eato> Andrea in evangelizzare alla nostra Valtellina scopriva in ogni dì più le orrende squarciature che nell'anima [150]del popolo aprivano le spade di errore e di libertinaggio del manicheismo. Vedeva ed inorridiva, ma nel medesimo tempo confidava in Dio. Sentivasi in cuore questa buona inspirazione: quando il male viene al colmo e che i cristiani s'avvedono di trovarsi omai all'orlo di un abisso orrendo,
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allora si raumilieranno e il Signore li122 aiuterà. Invero in ogni borgata di Valtellina Iddio spargeva preziosi semi di celesti inspirazioni. Aveva degli uomini che, stanchi dalle umane passioni, sospiravano alla quiete di un dolce riposo con Dio.
Molti giovani ritraevano paurosi il piè dai pericoli del mondo ed aveva in maggior copia delle fanciulle castissime che aspiravano alla solitudine del chiostro. Avevano pure donne colpevoli che dolendosi nella fossa di lor caduta mettevano pietosi gemiti per uscirne.
I semi delle celesti inspirazioni crescevano a maturanza quando giunse un operaio infaticabile, Andrea[151], il quale raccolse messi preziose e le ripose mano a mano nel granaio del celeste Padre. Fondò istituzioni per i vecchi e per i giovani, per gli uomini e per le donne, per gli innocenti e per i caduti. E per alimentare le numerose famiglie, egli volava come augello a questo ed a quell'altro luogo e trovato un soccorso diceva: "Deo gratias. Grazie alla provvidenza del Signore, sieno grazie ai benefattori che si fanno strumenti e quasi aiutanti alla provvidenza dello Altissimo". Oh, le inspirazioni celesti come elevano il cristiano da terra e lo santificano!