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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA LXXVIII. Odor dei santi |
Forse l'odor dei santi non si sente giammai così vivamente come all'atto del loro transito. Il b<eato> Andrea nostro curvò la fronte a terra e disse: "Ricevimi, genitrice pietosa. Entro quella fossa voglio rompere la cervice di superbia, entro quella voglio sfasciare le passioni dell'uomo peccatore... Quando la zolla che mi ricopre rifiorirà nella prossima primavera, Iddio buono avrà pietà di me". Disse e calò entro quella fossa. E tosto una fragranza di paradiso si fe' sentire intorno e un soave di consolazione scese in cuore [172]ai credenti. Che è? Che non è? Il corpo di Andrea fiorisce come un giglio odoroso; lo ricopre un velo, la fresca zolla che espande i profumi delle più belle virtù cristiane. Che è dunque? Non è dubbio.
Andrea è un santo e la fragranza che si espande è il soave profumo della santità. Quando dalle siepi esce un soave olezzo dei fiori ridenti, allora è segno che la primavera s'incammina con trionfo. Pusillanimi, confortatevi. Un po' di bene si fa anche oggidì. Certo olezzo piacevole di perfezione scorgesi tuttavia con qualche frequenza. Pusillanimi, avvivate la speranza! Il trionfo della fede è prossimo omai.