Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Andiamo al monte della felicità…
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ANDIAMO AL MONTE DELLA FELICITÀ INVITI A SEGUIRE GESÙ SUL MONTE DELLE BEATITUDINI

VI.

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VI.

Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.

San Matteo, 5

  1. [43]Una stilla celeste di compassione è scesa nel cuore di tutti gli uomini. Chi può dubitarne, mentre il Creatore pose un istinto di pietà perfino nel petto degli animali? In terra tutto predica misericordia. Ma la più gran misericordia che fu veduta quaggiù è quella pietà infinita dell'Uomo Dio il quale, non contento di nascere in Betlemme, crebbe fra le umane miserie per salire il Calvario. Il beato Vincenzo18 pervenuto in Barberia per liberare gli schiavi fratelli, rimase in pegno per uno di essi. A chi poi gli porgeva la somma del riscatto rispondeva: "Sto così volontieri a piangere coi fratelli che piangono! Lasciatemi, lasciatemi, ch'io non [44]posso abbandonar le catene di questi meschinelli". Gesù Cristo non solo dimorò nel carcere di questa vita, ma si fece proprie tutte le umane infermità e venne sul legno della croce a scontare in persona tutte le colpe degli uomini. Ah quale pietà! L'apostolo delle genti, considerando questo eccesso di misericordia, andava sclamando: "La carità di Gesù Cristo ci spinge"19. Voleva con ciò significare san Paolo che, per quanto si fosse consumato per amor di Dio in opere di misericordia, sempre avrebbe creduto di operare poco. E tu fin qui hai mostrato con l'effetto a pro de' tuoi fratelli parte almeno di quella cura che ebbe Paolo? Perché si trova<no> cuori d'uomini che si muovono a pietà delle altrui calamità e vi soccorrono, ma senza pensare a Gesù Cristo ed al paradiso, e questi come è possibile che in far quel bene umano acquistino una beatitudine sovranaturale? Si trova<no> poi

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cuori di cristiani che a soccorrere altrui ed a sovvenirli si muovono in parte dalle viscere di carità di Gesù Cristo e in parte dalle passioni di interesse [45]proprio. Non hai già inteso Paolo dolersi d'aver un cuorepiccolo per donare a Gesù Cristo? E tu che cuore nutri in petto, se ancora pensi a serbare un affetto per vile interesse?

  2. Ricorda almeno che il Signore ha detto: "Tutto quel bene che fate al più meschino degli uomini è come fatto a me stesso"20. Se tu vedessi Gesù infante a tremar di freddo, lo soccorreresti, nevvero? Se vedessi Gesù coperto di sudore e sfinito per la fatica, lo riceveresti lieto in casa. E vedendo Gesù salire al Calvario insanguinato, oh come si consolerebbe il tuo spirito in poterlo sollevare! Ebbene, ricorda ora questi esempi che son per dirti e poi conchiudi. Già Abramo mantenne il suo costume di chiamar in casa a ristorarsi i passeggeri affaticati e meritò che tre angeli venissero a ringraziarlo. Già Tobia conservò il pietoso affetto di seppellire i morti e meritò che l'arcangelo Raffaele venisse a portargli in casa la divina benedizione. Tabita, chiamata la madre dei poverelli per le sue cordiali elargizioni, meritò di essere suscitata [46]da morte dall'apostolo Pietro. Ma molto sorprendente è altresì ciò che accadde a Martino, a Giovan Colombini ed a più altri. Martino regalò un pezzo del suo mantello ad un poverello che di sera gelava pel freddo alla pubblica piazza e meritò che di notte Gesù gli apparisse e mostrando quel dono dicesse: "Martino ancor catecumeno mi ha ricoperto con questa veste". E Giovanni Colombini, avendo portato dalla piazza al suo letto un povero lebbroso, vide poi in quello la persona del divin Salvatore. Ti par dunque essere vero che la misericordia che si usa ai figli è pietà che si usa al Padre? Ma se è così, qual ricompensa ti darà Iddio? Certamente la più copiosa sarà quella di dichiararti per il paradiso. Ciò è sì vero che al giudizio universale, quando tutti gli uomini staranno aspettando la propria inappellabile sentenza, Gesù ai misericordiosi volgerà un semplice sguardo di benevolenza - 205 -e dirà: "Quanto a voi che mi avete e ricoperto e sfamato nel corpo, che mi avete consolato nell'animo, venite [47]pure che siete i benedetti dal Padre mio"21. In dirlo li inviterà a salire in cielo.

  3. Benché il Signore, che è sì generoso in ricompensare, non attende in paradiso a dare tutta la mercede, ma già la fa gustare su questa terra. Quaggiù come il maggior tormento è odiare il fratello, così la maggior consolazione è sollevarlo dalle sue miserie. Credilo, credilo: la più viva soddisfazione quaggiù è far bene ai bisognosi nel corpo o nello spirito. Giuseppe Benedetto Cottolengo22, canonico nella Chiesa di Torino, domandò a Dio la grazia di usare grande misericordia e l'ottenne. Edificò adunque una abitazione che chiamò Piccola Casa della divina Provvidenza e , in persona propria e dei compagni che chiamò a sé, attese a compiere le opere più elette di misericordia. Giuseppe Benedetto Cottolengo fu chiamato al paradiso nel 184223 e già il pontefice Pio ix lo dichiarò meritevole dell'onor degli altari. Lo stesso angelico Pio in guardare alla Piccola Casa della divina Provvidenza disse: "Ecco la piccola città dei santi, ecco [48]gli uomini della misericordia". La prima misericordia che si usa in quella casa è a Gesù che insanguinato s'avvia al Calvario, è a Gesù che si immola sull'altare dell'umiliazione e dell'amore nel Santissimo Sacramento. Persone angeliche per costume imitano l'amore dei serafini per compatire alle pene di Gesù e per adorare il suo amore infinito. Altro genere di compassione è quello che si usa per le anime dei fratelli che si trovano in purgatorio, non che per le anime dei fratelli che, essendo ancor in terra, stanno per uscire. Quest'ultime si trovano in quel momento terribile da cui dipende l'eternità e le prime si trovano circondate dallo ardore di fuoco espiatore e dalle fiamme di sete per Iddio. Chi può veder e non commuoversi? Ed ecco drappelli di vergini santi e di sante del

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Signore che tutto il giorno e tutta la notte si interpongono a gemere ed a supplicare. Succede la misericordia che si usa ai corpi e questa è pur copiosissima. Non è infermitàpiagatapovertàmeschina che non venga soccorsa. La casa è grande perché [49]contiene almeno tremila <persone>, eppure è ordinata sì che già ti par di trovarti in un'anticamera di paradiso. I bambini abbandonati, i giovinetti derelitti, gli uomini sordomuti, gli epilettici, i cronici, i lunatici sono custoditi in altrettante famiglie. Intanto sulle muraglie della casa è scritto: "La carità di Cristo ci costringe"24 e nel cuore dei seguaci di Giuseppe Benedetto Cottolengo ti pare di scorgere visibilmente una fiammella di affetto e di pietà che ti dice: "Ecco una scintilla della carità di Gesù Cristo che si è trasfusa nel cuore de' fedeli suoi servi". La Piccola Casa della divina Provvidenza è monumento parlante della pietà cristiana. Nessuno può accostarsi e non partire migliorato; è impossibile guardar entro e non aspettare misericordia per sé, pietà per la intera famiglia cristiana.

  4. Tu, se non puoi esercitare in atto caritàesimia, esercitala almeno col desiderio. La tua compassione sia viva sovrat<t>utto con le persone moleste della tua casa, sia ardente con le persone avversarie del tuo vicinato. Anche qui [50]ricorda le divine promesse: "Non giudicare se non vuoi esser giudicato, né condanna<re> se non vuoi esser condannato. Piuttosto perdona che ti sarà perdonato25, la misericordia che usi al fratello sarà usata a te medesimo". Incoraggiato da questo discorso, Carlo Borromeo invitava alla sua mensa il vile assassino che gli aveva attentato la vita. Francesco di Sales usava speciali segni di dilezione a chi era giunto a vilipenderlo in viso, ed altri usavano altre prove di perdono sicché invalse comunemente il detto che per farsi più amare dagli uomini santi bisogna averli più indiscretamente oltraggiati. Questa di perdonare è misericordiaalta che Iddio per commendarla altamente operò più prodigi, quali a favore di Giovan Gualberto - 207 -che si abbracciò all'uccisore del suo fratello, quali a lode di più altri. Consolati or tu che almeno questa è misericordia che tu medesimo più di una volta puoi esercitare nel corso della tua vita.

  5. Infine ammira la sapienza e la bontà di Dio in accompagnarti fino a questo [51]grado di contentezza. Ha distaccato il tuo cuor dalla terra coll'amor di povertà, ti ha purgato il cuore dagli affetti sregolati col desiderio della mitezza. Con il pianto ha purificato l'anima tua. Con l'amore del bene l'ha arricchita ed or con questo pio affetto di misericordia ti induce a beneficare altrui, come fa l'acqua del fiume che irriga i campi dell'agricoltore. Ringrazia dunque Iddio e per pegno di riconoscenza alta desidera almeno di essere altamente misericordioso. Incoraggiati pure a ciò, ché avrai per ricompensa tutta la beatitudine che qui ti è promessa.

Riflessi

  1. Beato è chi fa bene altrui per piacere a Gesù Cristo.

  2. Costui è beato perché il ben che fa al fratello povero è come fatto a Gesù26.

  3. Poi quale contentezza ancora quaggiù è beneficare ai proprii fratelli!

  4. Pietà grande è altresì perdonare [52]a chi ti offese e questo è misericordia che puoi usare tu sempre.

  5. Vuoi tu infine mostrare pietà a Gesù che ti parla? Ringrazialo che per più gradi di perfezione ti abbia condotto fino a questo godimento di beatitudine.

 

 





p. 203
18     Originale: Agostino; cfr. ed. 1927, p. 197.



19     2 Cor 5, 14.



p. 204
20     Cfr. Mt 25, 40.



p. 205
21     Cfr. Mt 25, 34-36.



22     Originale: Pietro Cottolengo, ripetuto nel paragrafo; cfr. ed. 1927, p. 201.



23     Originale: 1840; cfr. ed. 1927, p. 201.



p. 206
24     2 Cor 5, 14.



25     Lc 6, 37.



p. 207
26     Cfr. Mt 25, 40.



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