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In ogni anno oggidì e più volte nel corso di un anno molti cristiani italiani [4]e molti di altre nazioni si uniscono in carovana e visitano la terra santa di Palestina. Prima e più veneranda terra a visitare è quella di Gerusalemme. Quanti ricordi preziosi, quante lezioni amorevoli! Entro Gerusalemme si danno conforti ai buoni, si danno minaccie ai tristi. Entro Gerusalemme avviene una delle due, o di partirne migliorati nel santo costume ovvero di ritornarne agghiacciati nella freddezza. Ci guardi benigno il cielo, o fratelli.
Noi entriamo nella città santa, entro la Chiesa del divin Salvatore. Buon Dio! Qui una pila di acqua benedetta la quale, toccata con fede, ci purifica dalle colpe veniali come l'acqua della probatica il paralitico di trentott'anni. Là un trono di misericordia, il confessionale, appo il quale noi siamo perdonati come la Maddalena ancor da colpe mortali. È quello il battistero presso al quale il paradiso si spalancò a sorridere all'anima nostra, come il paradiso si [5]aprì al Giordano sul capo a Gesù Cristo! Più, come là la voce del Padre parlava alto: "Ascoltate Gesù, ascoltatelo tutti", così in questo luogo ha un poggio elevato, cattedra di verità dalla quale il ministro dell'Altissimo ci invita: "Al paradiso! Al paradiso!". E per ascendere in alto si appoggia egli il primo al santo altare con Gesù Cristo. Porge poi la mano agli altri tutti e li sollecita con discorso avvalorato e grida: "Venite tutti, ascendiamo al monte santo".
Fratelli miei che è questo? Visione o realtà? È realtà, è realtà. Affrettiamoci all'alto. Come il cieco di Gerico gridiamo: "Signore, che io vegga"1 e moviamo il passo. Come il pubblicano evangelico sospiriamo: "Perdonateci, che siamo peccatori miseri"2 e stendiamo le braccia. Desideriamo come
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Giovanni e come Maria di entrare a parte dei misteri d'amore di Gesù. Saremo esauditi. Il più alto mistero quaggiù è quello del [6]Sacrificio. Siamo entro Gerusalemme, prima stazione della passione del Salvatore. Raccomandiamoci a Dio e proseguiamo.