Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Nel mese dei fiori...
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NEL MESE DEI FIORI UNA MASSIMA SCRITTURALE ESPOSTA IN OGNI DÌ NELLA VITA DELLA BEATA VERGINE

Decimo terzo giorno Maria nella sacra notte della nascita del Salvatore ti insinua a guardare a Dio per essere beato

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Decimo terzo giorno

Maria nella sacra notte della nascita del Salvatore ti insinua a guardare a Dio per essere beato

Beati quelli che non videro eppure che crederono.

San Giovanni 2032

  1. [88]Ricorda con i pii affetti del tuo cuore la gran notte. È chiamata de' lumi perché in quella nacque la vera luce che venne in questo mondo. È detta de' lumi perché uno splendore di paradiso discese e fece nuotare come in un mare di viva luce la grotta e con essa il monticello sovrastante. Scorgila ora tu Maria benedetta in quello splendore. Ella ti sembra una

- 966 -immagine celeste di vivo fervore e tiene gli occhi riverenti al presepio, entro al quale è un infante nato testé e che posa sulla pungente paglia. Quel pargoletto è nato come il figlio della più povera genitrice. Maria santissima non iscorge sensibilmente la divinità che è tutta nel celestiale bambino, pure è beata in credere. Quale beatitudine per la madre del Salvatore!

  [89]La notte santa avviene solennissima ai venticinque dicembre di ogni anno. Tu all'ora di quella notte ti accosti all'altare che ti rappresenta in quel momento la capanna del Salvatore. Ti inchini all'ostia sacrosanta che nella Messa si eleva a vista di tutti. Tu ti prostri con la fronte per terra e adori il vero Figlio di Dio e di Maria. Poco stante il sacerdote te lo addita con dire: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo". In dirlo te lo presenta perché lo riceva con pio affetto nella casa del tuo cuore. A questo punto se tu credi, tu sei beato.

  Maria benedetta attraverso al corpicciuolo di quello infante mirava con gli occhi della fede il Figlio di Dio. Tu con gli stessi occhi della fede rimiri attraverso le specie sacramentali e scorgi la persona dello stesso Verbo incarnato. Se guardi con viva fede tu sei beato. Beato dico, perché se credi davvero che il Signore in quelle divise peraltroumili è venuto a visitarti, subito subito credi altresì che il Signore presto sia anche per riceverti nel suo santo paradiso, e così in pensarvi gusti una vera gioia di beatitudine.

  2. Ma da questo che ti ho insinuato [90]non vorrei che tu cavassi questa conseguenza: beati son quelli che non vedono, eppur che credono; dunque io crederò semplicemente le verità fondamentali della religione, e non mi pena veruna a chiarirle con l'esercizio dello studio ovvero della meditazione. Ma discorrendo così tu spropositi. La fede è una facella divina che quanto più si riguarda, più soddisfa. La religione cattolica è una madre santissima. Quanto più con essa si conversa, più ti istruisce la mente e ti accontenta il cuore.

  Vedila Maria benedetta come è immersa in un'estasi di cordialissima contemplazione. Io non so se si avveda di quella luce prodigiosa che la circonda. Non so se ne avveda del succedersi di tante schiere angeliche e dei canti celestiali che intonano. Maria ha gli occhi intenti allo infante divino. son

- 967 -tutte le potenze del suo intelletto, tutto il fervore della sua immaginativa, tiene occupate tutte le fibre del cuor suo, epperciò ella è contenta e beata.

  Oh, se anche tu ti applicassi daddovero a studiare la religione santissima! Se anche tu ti procacciassi per iscoprire i misteri dello amore di Gesù nel Santissimo [91]Sacramento, io non so se rimarresti dallo sclamare con Paolo apostolo: "Lo desidero, o Signore, di morire per ascendere a vedervi nel paradiso vostro"33.

  3. E così tu puoi ben convincerti che quanto più si studia con affetto, più viva appare la fede, e quanto più essa è ardente, di tanto accresce nel cuore il fuoco della santa carità. Domandalo a Paolo, domandalo a Pietro quanto amassero Dio dopoché di Gesù Cristo scrissero lettere divinamente inspirate.

  E per non ricorrere tant'alto, domandalo ad Agostino, ad Ambrogio, a Gregorio Magno che studiando scrissero così sublimi cose di Gesù e del paradiso. Questi già erano entrati in tanta famigliarità con Dio, che scrivendone parlavano con la confidenza di amico, con la tenerezza che è propria di figlio al padre. Oh, se tu potessi intendere gli affetti che nella grotta di Betlemme passavano tra Gesù e Maria, io non so se dovresti invocar subito l'aiuto del cielo per non morire in un eccesso di contentezza.

  4. Può avvenire che studiando tu non possa approfondire i misteri che vieni meditando. Può accadere più facilmente [92]che tu non abbia invero il tempo per istudiare come brameresti. O finalmente quando per intendere ti volgi all'orazione santa, può essere che tu rimanga tuttavia arido e per poco tenebroso. In questi casi ricorda una verità sola: beati son quelli che non vedono, eppur che credono. Già tu sai che il Signore ha mandato Gesù Cristo. Già tu sai che tanti profeti da più mila anni addietro l'hanno prenunziato. Sai che gli apostoli con infiniti miracoli l'hanno predicato. E quanti martiri che han già data la vita per Gesù! E quanta potenza adopera tuttodì il Signore per governare la Chiesa sua, che è rappresentata in terra dal Vicario del suo Cristo! Queste ed altre verità già tu le intendi. Ebbene quando il demonio ti insinui

- 968 -dubbii di fede, tu rispondigli: "Beati quelli che non vedono, eppur che credono", e Satana partirà scornato. Rivolgiti poi sempre a Maria e pregala: "Dolce Cuore di Maria, siate voi la salvezza mia". E in questo , per ossequio a tanta Madre, esercitati in qualche atto di viva fede.

esempio

  Pietro di Verona visse in tempi nei [93]quali la santa fede era oscurata dalla eresia ariana. Pietro se ne avvide per tempo e frequentando ancor fanciullo la scuola non faceva che ripetere nel suo cuore: "Maria, siate luce alla mia mente".

  Accadde un che, venendo a casa, il padre e lo zio gli domandassero: "Che hai tu dunque appreso fin qui?". Ed egli ingenuamente: "Ho imparato a dire: Io credo in Dio padre", con quel che segue del Simbolo apostolico. Quelli, perché erano ariani arrabbiati, presero a percuotere il giovinetto e poi a farlo stentare di fame e di sete chiuso in carcere. In fine cacciaronlo di casa. Allora Pietro sclamò: "Oh quanto godo in potere almeno liberamente ripetere il Simbolo della vera fede!...". Crescendo meritò di esser consacrato sacerdote e fu insigne predicator della fede. Quando, dopo aver molto affaticato in un in cui da Como passò alla volta di Milano, fu sorpreso in certo luogo, che or si chiama dal suo nome, da un drappello di sicarii ariani, il pio sacerdote si inginocchiò e prese ad invocar Maria e poi a recitare la preghiera del Simbolo apostolico. Presto un di quei bestemmiatori lasciò cadere un fendente [94]sul capo del missionario e allora l'anima del martire volò in alto.

orazione

  O Maria, beato ancora me se crederò, benché non vegga con gli occhi materiali del corpo. È venuto <a> parlarmi il Salvatore divino, figlio delle vostre viscere. Più beato se io mi

- 969 -applicherò a studiar le sue lezioni. E quando per caso non giunga a penetrarle, beatissimo se io con umiltà di cuore ripeterò: "Beati quelli che non vedono, eppur che credono!".

Riflessi

  1. Chi non vede eppur che crede è beato.

  2. Non però devi lasciar da meditare profondamente la legge del Signore.

  3. Perché questa è tale che quanto più si approfondisce, più reca di consolazione.

  4. Ma se non ti sia dato di intendere le alte verità della fede, tu piaci egualmente a Dio con dire: "Beati quelli che non vedono, eppur che credono".

 





p. 965
32 Gv 20, 29.



p. 967
33 Cfr. Fil 1, 23.



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