Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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VIENI MECO LA DOTTRINA CRISTIANA ESPOSTA CON ESEMPI IN QUARANTA DISCORSI FAMIGLIARI

Parte prima <LA FEDE>

Settimo articolo del Simbolo Il giudizio del Signore

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Settimo articolo del Simbolo

Il giudizio del Signore

  1. [61]Una sola cosa è a temere: il giudizio del Signore. Lasciate gli uomini e i loro giudizi. Disponetevi a quello che ha da venire dopo morte, il giudizio particolare, ed alla fin del mondo, il giudizio universale. Fu un tempo, nel Mille, che gli uomini reputavano fosse imminente l'universale giudizio. Presero perciò a riempirsi di generale spavento. Non si curavano più delle terrene cose, ma assai temevano il giudizio del Signore. Molti si trovò che lasciata la casa paterna camminavano pellegrini in Palestina, per chiudere gli occhi nella terra consacrata dai sudori e dal sangue di Gesù Cristo salvatore e giudice. Facciamoci intorno al tribunale adorabile del Salvatore. Tre volte egli ci attende per giudicarci. Ci giudica subito dopo la morte nostra. Ci giudicherà nell'ultimo dei giorni. Ci giudica attualmente in quei giorni solenni di prova nei quali vuole esperimentare la nostra virtù.

  2. [62]Il cristiano su questa terra è un figlio che lavora nel campo del celeste Padre. Il campo è la vastità della terra. Gli strumenti a lavorare sono quelle doti di ingegno o quelle forze di corpo che Dio ha donato a ciascuno. Propriamente l'aiuto a ben faticare viene dall'alto. Il Signore è sì buon Padre che mentre dice: "Fate questo, fate quello", dona anche il potere per ben eseguire. Intanto Iddio, a dirigere i lavori de' suoi figli con perfezione, ha stabilito i suoi ministri in terra, il Vicario di Gesù Cristo per tutto il mondo, i vescovi nei confini di loro diocesi, i paroci in quelli di loro giurisdizione, i padri di famiglia nei limiti della propria casa. In alto è il Signor che dona grazia a tutti, che esaudisce tutti quelli che lo pregano. Come è bene assistito il popolo del Signore! Ma come operano i singoli cristiani?... Molti operano certamente bene, altri con qualche freddezza, e si trovano anche peccatori sciagurati che punto non si curano dei giudizii di Dio. Iddio ammonisce bensì: "State preparati, perché la morte viene [63]quando meno credete... e dopo la morte è

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il giudizio64". E i buoni a queste intimazioni guardano più attenti sopra sé, gli altri curano di sfogare sino all'ultimo i loro capricci. Intanto ecco al termine di vita il giusto, eccolo anche il peccatore. Il giusto cade nelle braccia di Dio misericordioso65. Questi avrà bensì debiti a scontare, perché qual creatura in terra può di subito passare con il suo Creatore nel paradiso? Anime giuste, giudicatevi con rigoroso esame adesso, se non volete che con sommo rigore vi esamini Dio. Un pensiero vano sarà giudicato, un affetto meno che onesto e santo avrà le sue riprensioni. E nei lavori che dite <di> eseguire per sua gloria, se punto vi lasciate entrare dal vostro amor proprio, questo sarà altamente biasimato. Troverà Dio che in tutto perfette non furono le orazioni fatte, le Confessioni eseguite, le Comunioni ricevute. Il vostro cuore ebbe un po' di attacco allo interesse, alle persone, alle amicizie della terra. Una parte di tempo l'avete impiegato [64]nelle conversazioni inutili, un po' di tempo l'avete sprecato in un sonno od in un riposo non necessario. Poi, quanti capricci con i vostri pari e con i superiori? Quante disobbidienze ai genitori, quanti dispettucci ai fratelli? E chi v'assicura che non abbiate ommesso gran bene a fare? I peccati di ommissione e i peccati di ignoranza peseranno assai ancora sulla bilancia del cristiano benché giusto. Ma voi sarete salvo, perché Dio pietoso a scontare la pena di quei vostri falli già ha disposto un luogo di purgazione, che benché tormentoso pure è sì opportuno66.

  Immensamente avranno a dolersi i tristi. Il peccatore che compare alla presenza di Gesù Cristo giudice, quale spavento! Trovarsi solo, solo avanti quella maestà divina. E trovarsi lurido come un demonio. Solo con il fascio di tante iniquità. Ah, i peccati dei cristiani tristi come sono gravi in sé, numerosi nella

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copia! Un cristiano bagnato per divina misericordia nel Sangue di Gesù, nei santi Sacramenti, è morto peccatore. Il miserabile insultò a quel Sangue e vendette Gesù come [65]Giuda, per meno di trenta denari, con molte bestemmie, con molti scandali, forse con molte Confessioni sacrileghe, con molte Comunioni sacrileghe. Quanti peccati in quella gioventù sfrenata, e quante ricadute in quella virilità scatenata! Perfino nell'ultima vecchiaia i miseri abituati raccolgono le ultime forze per consumare iniquità. Supponete che un disonesto, abituato fra peccati di pensieri e di opere, consumi dieci volte in un un peccato mortale. Quanti eccessi in una settimana, quanti in un mese e quanti in un anno! Quanti nei trenta e nei sessanta anni che tuttavia ha vissuto! E di tutto bisognerà che renda ragione e che la renda a Dio, ossia ad una maestà di potenza infinita alla quale niuno può sfuggire, di sapienza infinita contro la quale non è appello di giustizia infinita, a glorificare la quale concorrono gli stessi angeli ed i beati del paradiso. Verranno solleciti i demonii per rappresentare a Dio le iniquità del peccatore. L'angelo custode da avvocato si converte in accusatore. E quella santa legge di Dio manomessa, e quella coscienza strapazzata si farà innanzi [66]per dire: "Che sia pur condannato l'iniquo sacrilego e crudo". Perfino quel sole che vide le scelleratezze, e la terra che portò la persona del peccatore, o la casa che lo ricoverò grideranno con alto furore contro. E tu che risponderai? Ma se non saprai che rispondere quando Dio ti giudica, che saprai fare quando Dio ti condanna? Immaginati <di> trovarti già al cospetto di Gesù Cristo giudice. Che non faresti per sfuggirgli?... Fallo ora e tosto quello che non potrai fare un .

  3. Pure più terribile ancora sarà il giudizio universale. Questo è chiamato giorno grande ed amaro assai. Perché sarà sì tremendo, avrà i suoi segnali precursori. Gesù con il legno di croce sulle spalle usciva dalle porte di Gerusalemme, allora volgendo il guardo alla città sclamò: "Guai a Gerusalemme! Guai a Gerusalemme!". E pronunciò quello che, non dolendosi, sarebbe avvenuto in castigo dopo quarant'anni: la città circondata di assedio, gli uomini vivi che mangiavano le carni dei morti, le madri che nella disperazione cocevano i figli. [67]Poi dentro alla città i fratelli che si ammazzano, fuori i nemici che trucidano - 299 -e che appiccano almeno cinquecento in ogni . Poi seicentomila cadaveri in due mesi, buttati fuori da una sol porta, e due milioni e più centinaia di ebrei morti o di fame o di peste o di spada, finché la città fu atterrata ed il tempio distrutto. Questo di Gerusalemme, che pure è castigo fierissimo, non sarà che un'ombra del castigo ultimo avvenire. Perché allora non solo gli uomini, ma si commoveranno gli animali e gli elementi della terra, dei mari, dei tremuoti, degli abissi, delle tenebre e del fuoco. Cielo e terra si commuoveranno perché il giorno grande ed amaro è per spuntare. I demoni faranno gli ultimi sforzi. Manderanno i loro ministri più di un Anticristo, che attentino a far cadere persino i buoni se fia possibile67. In quanto agli uomini, morranno. Verrà poi un diluvio di fuoco dal cielo. Questo scenderà a purgar la terra da tutte le sozzure di iniquità. A tal punto l'angelo del Signore si approssima alla terra con la sua tromba. La [68]terra di Adamo e di Eva, la terra dei patriarchi e dei profeti, la terra, la cenere, le ossa di tutti gli uomini che sono nati e morti, si rianima, si congiunge in ossa e si riveste di nervi, di muscoli e di pelle68. Suona la tromba, i morti risorgono. Vedeteli nella gran valle del giudizio del Signore. I giusti, con quel loro corpo agile, sottile, spirituale, glorioso, attendono giubilanti. I peccatori tenebrosi, fracidi, con un corpo di peccato, si coprono di ignominia.

  In questo mondo vivono assieme buoni e cattivi. Spesso i cattivi passano come divinità, pretendono che tutti li riveriscano. In quella valle del giudizio, verrà l'angelo. In uno istante separerà i buoni dai tristi. Amara separazione per gli iniqui! Eccoli confusi al lato sinistro di Gesù che viene69, al lato destro i giusti che applaudono. Anime giuste, voi passate in fare il bene e dicono che siete superbe, che siete pazze, che siete cattive. Lasciate dire dal mondo. Intanto s'accosta Gesù. Viene entro nube splendente, appoggiato al legno di croce, che rifulge a mo' di sole splendido. [69]Una turba di angeli il circondano.

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Gli apostoli sono disposti per giudicare con Gesù la terra. Guardiamo a Gesù che viene. I giusti vi applaudono e gli vengono incontro giocondissimi. I tristi si sono risi della croce e beffati di Gesù Cristo. Ah, come tremano a quella vista! Udite come ululano a guisa di atterriti: "Monti, scendete e copriteci!" 70. Ma saranno costretti a stare per essere svergognati. Dovranno sentire parole di altissima riprovazione. Dirà Gesù Cristo: "Andate, maledetti, al fuoco eterno"71. In quello stante precipiteranno le anime con i loro corpi. Gesù Cristo prenderà le chiavi della eternità e le gitterà nel nulla, a fine che gli scellerati si corruccino ed ardano fino in sempiterno. I giusti applaudiranno con dire: "Rette sono le giustizie del Signore"72. Gesù si rivolge a quegli eletti e loro parla: "Ebbi fame e sete e fui intirizzito di freddo, e voi mi soccorreste73. Orbene, venite, che la casa mia è casa vostra, il paradiso mio è il paradiso vostro; venite, o benedetti dal Padre, possedete il regno che vi fu disposto [70]fino a principio del mondo"74. In dirlo stende le braccia per riceverli, e tutti ascendono sclamando: "Paradiso! Paradiso!". Colassù continuano il perpetuo alleluia che è il godimento perenne dei giusti che lodano Dio.

  4. Or noi dove ci troveremo? In cielo con i beati o nello inferno con i dannati? Facile è discernere. Il Signore continuamente esercita sopra di noi le prove del suo giudizio. Specialmente ci giudica al momento della tribolazione. La tribolazione è come fuoco di crogiuolo che fa conoscere l'oro puro dal falso. La tribolazione è la prova che fa conoscere gli amici. Sicché venuta la tribolazione, noi abbiamo a tremare come al giudizio del Signore. Miseri noi se al momento della tribolazione cadiamo d'animo! Più miseri se ci risolvessimo in lamenti di disperazione. Questo è segno di triste presagio. Sicché cosa abbiamo a fare? Certamente dobbiamo eseguire ogni sorta di bene. Dice il Signore: "Non giudicate e non sarete giudicati,

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non condannate e non sarete condannati, perdonate, che vi sarà perdonato. [71]Quel bene che fate al più meschino dei miei fratelli sarà come fatto a me medesimo"75. Queste massime convengono con altra e son causa che la si ottenga. Dice il Signore: "Beato l'uomo che soffre tribolazione, perché quando sarà provato riceverà la corona di gloria che Dio promise a quei che lo amano"76. Verissimo, dunque, verissimo. Il giudizio che Dio esercita oggidì nella persona dei cristiani è quello della tribolazione. Chi sa meritarsi benedizione al momento delle sofferenze, costui s'avrà bene al giudizio particolare, s'avrà meglio al giudizio universale da Gesù Cristo salvatore.

Riflessi

  1. Il giudizio del Signore si deve paventare.

  2. Il giusto ed il peccatore al giudizio particolare.

  3. Gli eletti ed i reprobi al giudizio universale.

  4. Nella tribolazione quaggiù Iddio compie il suo giudizio fra' suoi cristiani.





p. 297
64     Cfr. Eb 9, 27.



65     Cfr. Sap 3, 1.



66     Nell'originale e nell'ed. 1883, pp. 61-71, questo capitolo è suddiviso in cinque paragrafi ma riassunto alla fine solo da quattro Riflessi. A questo punto termina il secondo paragrafo. Sulla base dell'ed. 1928, pp. 79-86, sono stati unificati i paragrafi 2 e 3 per stabilire coerenza numerica e tematica fra paragrafi e Riflessi.



p. 299
67     Cfr. Mt 24, 24.



68     Cfr. Ez 37, 8.



69     Originale: avendo; cfr. ed. 1883, p. 68.



p. 300
70     Os 10, 8.



71     Mt 25, 41.



72     Sal 19(18), 9.



73     Cfr. Mt 25, 35s.



74     Mt 25, 34.



p. 301
75     Lc 7, 37; cfr. Mt 25, 40.



76     Cfr. Gc 1, 12.



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