Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
O Padre! O Madre! (III corso)
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O PADRE! O MADRE! TERZO CORSO DI FERVORINI NELLE FESTE DEL SIGNORE E DELLA BEATA VERGINE (1884)

<FESTE DEL SIGNORE>

San Giovanni evangelista Un fermo proposito fa i santi

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San Giovanni evangelista

Un fermo proposito fa i santi

  1. [14]Il divin Salvatore disse <per> il primo che possibile è all'uomo conservarsi puro e vivere in castità. San Paolo aggiunge: "Rinunciare ai diletti della carne è consiglio ottimo,

- 134 -benché non sia precetto"3. I santi Padri in encomiare i pregi della purezza cristiana non hanno confine. Dicono che essa fa gli uomini pari agli angeli e più che non gli angeli medesimi, perché, a differenza di questi che son puri spiriti, gli uomini devono combattere con la carne propria. Quello dei vergini, dice san Bernardo, è combattimento continuo ed una specie di martirio continuato. La purità forma i martiri del Signore. Magnifiche lodi che tutte si addicono per eccellenza allo apostolo Giovanni, perché infra tutti egli era [15]vergine purissimo.

  Magnifici i meriti della purezza cristiana! Vi piace che alberghi sicura in voi tanta virtù? Vuolsi a ciò un buon proposito. È necessario quello stesso che il paziente Giobbe adottò per sé. Scrive egli: "Ho fatta alleanza con gli occhi miei perché non guardassero nemmen a donna vergine, perocché qual parte in me avrebbe ancora Dio dall'alto, o quale eredità avrebbe l'Onnipotente nel mezzo del cielo?"4 Consideriamo parte a parte questa massima e proponiamo nello stesso tempo <un> modo utile per crescere cristiani esemplari.

  2. Abbiamo avversari che ci fanno guerra assidua. Sono fra gli altri gli occhi nostri. Questi minacciano di sottometterci ad una delle più abbominevoli schiavitù che è quella della libidine. Guardiamoci o siamo morti! Questi due occhi che abbiamo in fronte sono gli avversari nostri principali. Son come i capitani in un [16]esercito nemico. Tutti gli altri sensi sono servi all'occhio come i soldati semplici sono servi al proprio capitano. Che si ha a fare intanto?

  Dobbiamo muover guerra agli occhi nostri. Quando ci domandino tregua, che vuol dire sospension dal combattimento, anche allora non stiamo senza molto timore, perché in un momento ci possono rovinare. Giovanni evangelista mantenne certamente questo costume e così riuscì a passare illeso in mezzo al combattimento di un mondo tristo.

  3. Figuratevi che per un'ora voi abbiate a passare per una

- 135 -boscaglia entro alla quale stieno appiattati molti basilischi. Che avreste a far voi? Certamente voi non potete far a meno di vedere quelle bestiaccie, ma appena vedute dovete passare innanzi. Se fissate lo sguardo, voi siete perduti omai: il basilisco subito vi attrae e vi incatena per farvi il [17]peggior male, che è quello dell'avvelenamento e della morte.

  Così in passare per le contrade popolose di una città voi dovete vedere, ma non fissare lo sguardo volontariamente. Perché quando lo sguardo è volontario, allora subito subito con lo sguardo entra il pensiero nella mente. In un momento voi potete acconsentire, in un momento potete morire nell'anima. Con queste cautele, che son le necessarie, Giovanni percorse la sua carriera quaggiù. Con queste cautele ottenne di mantenere illibato il suo costume.

  4. Il santo Giobbe, del quale abbiamo citato il discorso, si protesta che quanto a sé aveva fissato di non guardare in volto a chic<c>hessia, nemmeno al volto od alle vestimenta di donna tutta pura, tutta pudica. Perché anche in ciò parevagli scorgere un pericolo. [18]E noi non cessiamo da stare avvertiti. Ci dicono: "Questa è sorella, questa è parente". Ma non confidiamo, la tentazione è troppo pericolosa in sé, è troppo grave nelle conseguenze.

  5. Pensatelo voi medesimi. Un guardo volontario introduce un pensiero che ci distoglie la mente da pensare a Dio. Questo pensiero sollecita gli appetiti inferiori, sì che non li conserviamo più soggetti all'impero della ragione. Il fuoco degli appetiti inferiori rubano ancora il cuore, e così il meschinello non ha più parte sana in sé. Gli occhi, le orecchie, la bocca, mani e piedi e tutto il corpo si accende in fiamma di concupiscenza. Il pensiero della mente, il ricordo della memoria, l'affetto del cuore son come mantici che soffiano.

  Da qual parte potrebbe ancora il Signore entrare per far sentire una pia inspirazione al cuore? Pessimo è il danno che ci accagiona la concupiscenza. Non ci lascia più [19]parte sana, nessuna delle facoltà della mente, nessuno dei sensi del corpo.

  6. Intanto, se un immodesto Dio non può possederlo in vita, possederallo almeno in morte? Nol può possedere nemmeno- 136 - allora, e questo è il danno pessimo. La cosa avvien così. Un guardo tira il pensiero. Il pensiero tira il compiacimento. Il compiacimento conduce al consenso. Il consenso poi induce all'operazione esterna. Questa conduce alla consuetudine. Figuratevi che un povero peccatore commetta con il consenso e con l'opera almen dieci peccati gravi in un . Quanti ne commette in un mese, quanti in un anno e quanti in dieci, in venti, in trent'anni che ancor gli ponno rimanere di vita quaggiù? Orribile è a dirsi! Queste cadute così precipitose e così continuate piombano sul cuore con tanta forza, che poi è impossibile <che egli> si possa ancor riavere o in vita o in morte.

  Peccatori che si immergono [20]nell'abito di tante iniquità son come morti omai, son come sepolti già nello abisso d'inferno. E noi sentiamo queste cose e non inorridiamo? Nello inferno Dio possiede bensì i peccatori, ma li possiede nel furore della sua giustizia. Oh quanto torna opportuno a guardarci da ogni neo di male al principio!

  Giovanni operò costantemente così e meritò che Gesù lo invitasse a posare il suo capo presso al cuore di lui. Operò così Giovanni e meritò per questo di essere annoverato fra tutti come apostolo diletto. Meritò fra tutti di ascendere con lo spirito in alto e di intendere cose di alta sapienza e di scorgere misteri di bontà e di misericordia e di sapienza, che a verun altro ancora non fu rivelato. Ecco il merito di una virtù diletta al cielo. Donate alla purezza, virtù sovrana, l'onor che le si deve e vivrà in onore l'anima vostra. A ciò vuolsi un proposito fermo.

Riflessi

  1. [21]Un fermo proposito fa i santi.

  2. Con gli occhi, che son i principali avversari nostri, si può far tregua, ma pace non mai.

  3. Guardare volontariamente e chiamare il pensiero reo è come un atto solo.

  4. Nemmeno è permesso fissare lo sguardo a donna pudica.

- 137 -5. Il senso distoglie da pensare a Dio.

  6.  Conduce all'abito reo, che poi disgiunge dal Signore in vita e dopo morte.





p. 134
3 Cfr. 1 Cor 7, 25.



4 Gb 31, 1s.



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