Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
O Padre! O Madre! (III corso)
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O PADRE! O MADRE! TERZO CORSO DI FERVORINI NELLE FESTE DEL SIGNORE E DELLA BEATA VERGINE (1884)

<FESTE DEL SIGNORE>

Epifania del Signore Qual delle due? Sapienza o empietà?

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Epifania del Signore

Qual delle due? Sapienza o empietà?

  1. [31]Siamo nel colmo di una festa di giubilo. Tutto il mondo discorre oggi di doni e di auguri. Io non posso né voglio presentarvi gli auguri a modo che fa il mondo.

  Siamo nella chiesa del Signore. Stiamo appiè del Salvatore che in questo giorno si manifesta alle genti. Ma vengono altresì tutte le genti a Gesù?... Fratelli miei, io vi propongo una delle due, perché in questo giorno non ha altra di mezzo. Vi scegliete per vostra compagna la sapienza ovvero la empietà?

  Chi si sceglie l'empietà non ascende nemmeno in questo al luogo santo. Nondimeno ai giorni nostri, che corronopericolosi e tristi, è bisogno che vi attendiamo seriamente, perché il prò ovvero il danno sarà tutto nostro. [32]Ce ne avvisa il Signore nel libro dei Proverbi: "Se sarai sapiente, lo sarai per te; se poi sarai schernitore, tu solo ne porterai il castigo"8. Avvertiamo, dico, perché in questo proposito è assai importante che ci eleggiamo un'impresa di bene e non di rovina.

  2. In questo solenne vediamo giungere appiè di Gesù bambino tre personaggi illustri. Sono monarchi per dignità. Sono, per distanza di sangue, di color vario nel volto. E per

- 142 -distanza <sono> ancor di luogo lontanissimo, perché dopo mezzo anno di cammino sollecito appena oggi hanno potuto vedere la capanna di Betlemme celebrata dai profeti santi.

  E che fanno quei personaggi di ventura? Lasciate che il mondo dica. Essi sono sapienti perché sono giusti. Cercano Dio per adorarlo. Vogliono per sé il miglior bene ed agli altri, perché desiderano sovrat<t>utto la salvezza dell'anima propria. A questo fine[33]nobile hanno intrapreso quel viaggio ed a questo scopo sublime voi li vedete genuflessi in adorazione affettuosa. Lasciate che il mondo dica. Essi sono sapienti perché il ben che fanno il trovano per sé.

  E voi che pensate di fare?... Io ve ne prego, operate tutto quel meglio che sapete e con retto intendimento, perché Dio ne terrà calcolo. Egli valuta il ben che fate per lui, benché non ne abbia bisogno; valuta il ben che fate per voi, benché siate miseri; valuta il ben che fate a prò del prossimo, benché questi non ne profitti. Che dite dunque? Se voi date a mutuo od a censo, può esser che perdiate il capitale vostro. Ma se voi date a Dio, il guadagno è tutto vostro.

  3. Ovvero se per caso gli togliete al Signore <parte> della gloria che gli si deve, chi ne perde siete sempre voi stessi. [34]Considerate un po' attentamente. Quelli che vanno alla chiesa per ascoltar la santa Messa e per ricevervi i santi Sacramenti, ma che vi vanno unicamente per costume e per cedere alle importunità dei parenti, costoro non sono sapienti ma sciocchi. Son come quegli illusori che nella notte, nel tribunale dei giudei contro a Gesù, si inginocchiavano con il corpo in atto di adorarlo, ma che con il cuore volevano illuderlo satiricamente.

  Ha di quelli che dicono al povero: "Perché sei tale, ti darò questo lavoro, conchiuderò questo contratto", e intanto si valgono per opprimerlo. Illusori son quelli che servono ad una chiesa, che compiono un'opera di pietà, ma affatto per crescere il guadagno proprio. Schernitori son quelli che dicono: "Questa carnalità è un mal da niente; questa ingiustizia è industria da negoziante", e intanto non vogliono ascoltare la predica che li ammonisce [35]né il confessore che li minaccia. Semplici, semplici! Quelli che si ingannano così non fanno

- 143 -verun danno a Dio, ma ingannano se stessi con danno proprio assai grave.

  4. Vedranno un giorno! Nello inferno saranno soli a portar la pena degli inganni voluti per sé. Saranno soli in portare il castigo della dannazione che hanno procurata ad altre anime. Oh che tormento massimo avere d'accanto i compagni della colpa e della dannazione! E saranno soli in portar il danno della ingiuria che vollero fare a Dio, perché il Signore nel cielo è sempre beato. Egli è non meno beato all'atto che piove laggiù, nello inferno, lo zolfo e il bitume de' suoi castighi. Sicché se facciamo male comec<c>hessia, il danno non è d'altri che di noi soli.

  Che dite pertanto? Io ve ne prego, lasciamo che il mondo dica; noi siamo sapienti per essere giusti. Procuriamo con retto intendimento il miglior bene [36]possibile per noi, per il prossimo, per la gloria di Dio. Una delle due: o noi facciamo il bene, e questo è sapienza, ovvero uno fa il male, e subito diventa schernitore ed empio.

Riflessi

  1. Una delle due: o sapienza o empietà.

  2. La sapienza è giustizia che dirige rettamente l'individuo, che fa bene altrui, che gloria a Dio.

  3. Lo scherno poi che è l'empietà nuoce sempre al tristo che la segue.

  4. Oh che tormento nello inferno un !





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8 Pr 9, 12.



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