Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
O Padre! O Madre! (III corso)
Lettura del testo

O PADRE! O MADRE! TERZO CORSO DI FERVORINI NELLE FESTE DEL SIGNORE E DELLA BEATA VERGINE (1884)

<FESTE DEL SIGNORE>

Nella solennità del santissimo Corpo del Signore Siamo figli diligenti

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Nella solennità

del santissimo Corpo del Signore16

Siamo figli diligenti

  1. [59]Siamo in giubilo della più solenne festa di famiglia. Il tripudio risponde in questo nei cuori cristiani di tutta la terra. Gesù Cristo è con i figli suoi, noi siamo con il padre

- 154 -nostro. Mostriamogli in questo solenne di voler essere almeno tutti figliuoli cari. Un dabben figliuolo è di mente attenta per non usare veruna inciviltà, è di cuor buono per prestare tutti quei servigi che può. Leggiamo nell'Ecclesiastico: "Chi teme il Signore, niente trascura"17. Siamo al cospetto dello Altissimo, siamo figli attenti al cospetto del Signore e Padre nostro.

  2. Il Signore e Padre celeste è nel mezzo di noi. Se un monarca pio ovvero il pontefice santo fosse oggi entrato nel [60]tugurio di nostra casa, oh come gli staremmo intorno riverenti, premurosi di nulla omettere, ansiosi di tutto fare per non spiacere menomamente! Gesù signore e padre nostro è nel mezzo di noi e noi siamo qui alla presenza sua. Fratelli miei, stiamo attentamente per non recargli offesa di sorta. Stiamo anche più attenti per dirgli espressioni vive di un cuore affettuoso e pio.

  Il cuore batteva forte in petto al personaggio Newman ancor prima che ricevesse il Battesimo di salute. Gli dissero un : "Se voi andate ad una Messa, di subito avete perduta una sostanza in eredità di cento mila lire". Sorrise di compassione il catecumeno e disse: "Benché io potessi senza colpa omettere di ascoltare la santa Messa, pure mi voglio accostare anche più manifestamente. Che sono cento mila lire in confronto al merito di poter prestare un ossequio al Sovrano del cielo?".

  3. Si trovan cristiani i quali dicono: [61]"Quanto a me, mi basta guardarmi dalle colpe gravi per non dannarmi. Certe opere di bene, benché si possano eseguire, io le trascuro quando scorgo che sono opere minute". Errore, errore! Avete mai inteso che un poverello sia arricchito con altro mezzo che con tener da conto i piccoli guadagni? Errore, errore! È nelle cose piccole che più si conosce se uno ha gran cuore. Chi nella massa del popolo è chiamato ad operare cose maggiori? Quegli riesce che si provò a curare le infelicità del più meschino. E poi al cospetto di Dio ogni servigio, benché tenue, è

- 155 -di pregio inestimabile perché è servigio che si porge allo Altissimo. Non dite mai più: "Trascuro quest'opera perché è ben leggero". Il Signore potrebbe castigarvi con mancarvi d'aiuto finché possiate ancora prestare qualsiasi opera buona.

  4. Siamo al cospetto dello Altissimo. Io vi prego, dimoriamo con attenzione.[62] Consideriamo quel meglio che Dio vuole da noi, prestiamolo con sollecitudine, eseguiamolo con applicatezza. Ha dei servigi che sono posti con tutta l'attenzione di un buon cuore educato alla virtù, e questi ci piacciono soprammodo. Siamo alla presenza del Signore e Padre nostro. Procuriamo che il cuor nostro <si> rigonfi di santo affetto e sollecitiamo a mostrarci in tutto figli attenti e devoti.   5. Sovrat<t>utto siamo figli diligenti in non commettere mai un'ingiuria a Dio, benché leggera. Un figlio <che osi> offendere volontariamente il proprio padre!... una creatura terrestre il suo Creatore nel cielo!... un redento dalla schiavitù infernale il suo salvatore Uomo Dio!... Per carità, non discorrete di fare ancora un peccato veniale volontariamente. È già troppo che ne commettiamo di colpe inavvertentemente e per fragilità della umana condizione.

  [63]Che gli importerebbe al Signore se gli guadagnassimo tutto il mondo, se chiudessimo ancor l'inferno, ma che poi con cuore cattivo gli facessimo un'offesa benché veniale? Ci castigherebbe a questo mondo e ci manderebbe subito dopo <la> morte nelle fiamme del purgatorio. Sicché meglio le malattie, meglio i patimenti, meglio la morte che commettere volontariamente un peccato, benché veniale, contro alla maestà dello Altissimo. Ci guardi Iddio buono. Ci guardi sempre il Signore.

  6. Direte: noi non siamo santi. E vi rispondo: ma siete cristiani... ma volete salvarvi... ma volete presto trovarvi in paradiso con Cristo!... Ebbene, siamogli tutti egualmente figliuoli buoni. Siamo attenti per non commetter almeno volontariamente un male di sorta. Siamo figli attenti per servire l'Altissimo con ogni buon'opera di suo aggradimento.

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Riflessi

  1. [64]Siamo figli attenti al cospetto del Signore e Padre nostro.

  2. Usiamo attenzione per non far un male di sorta, ma per eseguire tutto il miglior bene possibile.

  3. Non trascuriamo nemmen le opere più minute di bene.

  4. In prestarle usiamo diligenza, sollecitudine, applicatezza.

  5. Guardiamoci sovrat<t>utto da ogni colpa veniale volontaria.

  6.  Quest'è il dovere non sol degli uomini santi, ma benanco di ogni dabben cristiano il quale teme il Signore e Padre suo.





p. 153
16 Questa omelia precede quella per la Pentecoste, in contrasto con l'ordine del calendario liturgico, che l'A. segue in questi scritti.



p. 154
17 Qo 7, 18.



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