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SVEGLIARINO CINQUANTA CONFERENZE ALLE PIE UNIONI DI UNA PARROCCHIA DODICI CONFERENZE PER LA PIA RIUNIONE DI FANCIULLI IN UNA PARROCCHIA VII. Come si tratta l'asino |
VII.
1. [33]Siete pur capricciosetti, voi giovinetti. Volete assaporare tutte le ghiottonerie, vorreste dormire con agio sotto alle coltri. Impigrire presso al fuoco e poi sbizzarrirsi in tutte le fantasie, ecco il costume del vostro vivere. La mamma ve ne riprende, il padre non vi può tollerare così ed i maggiori fratelli vedono troppo di mal occhio che voi sfoghiate i capricci vostri, mentr'essi sono i primi al lavoro ed allo stento. Così non va bene punto. Che è il vostro corpo che tanto accarezzate? Perdonatemi se vi dico intiera la verità. Il vostro corpo è come l'asino della stalla. Non me lo credete a me, credetelo al Signore. Nel libro dell'Ecclesiastico si legge: "All'asino si deve un cibo, una verga ed un peso, al servo poi si deve il pane e la disciplina ed il lavoro. Lavora sotto il castigo, ma cerca di riposarsi; tu poi se rallenti la mano verso di lui, egli domanda [34]la libertà"39. Questo il discorso del Signore. Voi non lo intenderete affatto prima che ben ve lo spieghi, ma attendetemi pure.
2. Dice dunque il Signore: "Come all'asino si deve un cibo, una verga ed un peso, così al servo si deve il pane, la disciplina ed il lavoro". Che è in senso morale quel servo? È il corpo nostro. Lo stolto, come un asino, vorrebbe saltare per i prati e vorrebbe mordere la mano a chi tenta per regolarlo, e vorrebbe regalare calci rabbiosi al padrone che lo invita alla stalla od al lavoro. Questo non è giusto. Tocca all'asino obbedire al padrone, non il padrone all'asino suo. Tocca all'anima comandare al corpo, non mai il corpo comandare alla ragione. Avete ben inteso? Intendetela rettamente, ché troppo importa per non confondere orribilmente l'ordine delle cose.
3. L'asino come si tratta? Questo animale si pasce con un po' di paglia e poi lo si fa camminare con una verghetta alla mano. Il corpo nostro come va trattato? Egualmente. Dategli un po' di paglia, che vuol dire un cibo non troppo squisito, un
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cibo di pane e di alimento ordinario. [35]Poi castigatelo con qualche disciplina: sopportar volontieri il caldo, il freddo, le noie della stagione. Non esser delicato alla neve, alle pioggie, all'abitare, al dormire. Insomma contentatevi di condurre vita apostolica. Quando s'ha da mangiare per vivere e da abitare per non morire, questo basta. Francesco d'Assisi adottò perfettamente questa regola di vita, ed or scorgete come aggiogò docilmente il corpo suo. Imitiamolo tutti, per quanto è possibile. Poi all'asino non sol si dà poca paglia e vergate, ma anche un peso sul dorso. Ed un peso sulle spalle conviene anche al corpo nostro. Bisogna che il giumento lavori. Se esso si astiene, subito infiacchisce e ammala. Non potete credere come il lavoro continuo giovi a mantener sano il corpo e come giovi altresì alla salute dell'anima. Giovinetti miei, avete voi ben inteso? Ebbene ponete in pratica l'ammonizione che è santa.
4. Il vostro corpo si deve trattare come si tratta l'asino. All'asino se date non altro che fieno e biade di eccellente qualità e se nol toccate con la frusta mai e se non gli ponete il peso sulle spalle, che vi importa a voi quel giumento? Che vi giova? [36]Vi darà disturbo con disobbedir sempre, vi farà danno con maltrattarvi ad ogni evenienza. E così è il corpo nostro. Dobbiamo misurare il cibo e distinguere la qualità, perché il pretensivo non abbia ad imbizzarrire. Bisogna che lo castighiamo ancor con qualche mortificazione per non farci dallo stesso gabbare. Poi gli si deve all'asino del corpo un peso, perché se esso non lavora qual utile può dare? Ed ecco come si tratta l'asino, ecco come avete voi a trattare l'asinello del corpo vostro. Trattatelo sempre così, che non avrete a dolervene giammai.
2. All'asino del corpo tocca obbedire.
3. All'asino del corpo si deve un cibo benché ordinario, una disciplina ed un peso.
4. Questo trattamento e non altro è necessario affinché il corpo non ricalcitri contro allo spirito.