Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il fondamento...
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IL FONDAMENTO CATECHISMO PER LE ANIME CHE ASPIRANO A PERFEZIONE

Parte terza DEI COMANDAMENTI DI DIO E DEI PRECETTI DELLA CHIESA

Lezione II Dei Comandamenti della prima tavola

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Lezione II

Dei Comandamenti della prima tavola

I.

Del primo comandamento

  1. [100]Filotea, Iddio parla: "Io sono il Signore Dio tuo..." 18, e tu rifiuterai d'obbedirgli pienamente? O se in nome di Dio ti comanda il superiore, vorrai replicare: "Perché ciò?".

  2. Dio solo è da adorare. Fuori dalla casa del cuor tuo la colpa mortale, fuori anche la colpa veniale volontaria! È giusto che al cospetto dello Altissimo tu soffra in casa del cuor tuo l'idolo d'una colpa qualsiasi?

  3. Il tuo corpo sensuale castigalo finché sia tutto di Dio, e le tue facoltà o di intelletto o di volontà volgile solamente al divino beneplacito affine che, vivendo o morendo, tutta tu sia del Signore Iddio tuo.

  4. A tanto uopo guarda a Dio continuamente e sali con l'ali della speranza, e col dono di carità posa presso al Cuor

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di Gesù Cristo e sfogati in tenerezze di affetto con [101]l'anima19 fedele che vuole rassomigliare a' suoi compagni beati, gli angeli del paradiso.

  5. Filotea, tu sei dinanzi a Dio. Il dio Dagon si rovesciava davanti all'arca santa. Rovescia anche tu ogni affetto disordinato o della mente o del cuore. Di poi prega e non ti stancare, e stando dinanzi a Dio nella chiesa ricordati che sei nell'anticamera del paradiso, e trattando oggetti sacri ricordati che essi sono i doni offerti all'Altissimo. Oseresti tu profanare comechessia quei tesori santi?

  6. Anima fedele, in guardare al paradiso fissa lo sguardo riverente sugli spiriti beati dei santi tuoi fratelli. Eglino ti sono veri fratelli. Pregali pure confidenzialmente, ché eglino hanno brama massima di parlare per te al comun Padre e Signore.

  7. Incontrandoti quaggiù nel cammino con l'imagine di un beato, rallegrati in cuor tuo e di': "Se questi ha potuto farsi santo, perché nol potrò io stesso?".

  8. E se teco al petto stringi una reliquia di fratello che or gode nello amplesso di Dio, godi ricordare che teco è un beato del paradiso e pregalo <che> siati benevolo di soccorso.

II.

Del secondo comandamento

  1. [102]Filotea, ricordalo bene: se vuoi essere l'anima fedele al Signore, lasciati recare nelle braccia dalla provvidenza di Dio. China il capo al nome di Dio e adoralo profondamente in cuor tuo. E non usurpare invano comechessia quel nome santo. Se poi proponi, o quanto meglio prometti <di> far cosa grata a Dio, ricordati che egli è l'Altissimo, e tu che arrossisci <in> mancar di fede ad una persona quaggiù, come oseresti venir meno a Dio?

  2. Ricorda invece che sei creatura di Dio. Il Signore ti ha creata, egli solo. Il Salvatore ti ha redenta. Con qual fronte, o

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Filotea, vorresti ancor riservarti una parte del cuor tuo e non darlo intieramente a Dio?

  3. Buona cosa è lavorare nella casa, ma è miglior opera occuparsi nella Chiesa. Buona è la benedizione del settimo sacramento, ma migliore è l'encomio della castità. Insomma buono è stare nel mondo, ma miglior risoluzione è ritirarsi al chiostro. E tu, Filotea, potendo operare il meglio, perché ti attieni al semplice bene? Potresti scorazzar per il [103]campo, ma se per amor di Dio ti lasci legare mani e piedi, facile è intendere che tu operi in pro di bene superiore.

  4. Nondimeno fare un voto a Dio e non osservarlo è ingiuria troppo grave. Però non ti affidare a te sola. E prima di assumerti un peso esperimentati, e procura che il buon direttore della tua coscienza approvi appieno.

III.

Del terzo comandamento

  1. Filotea, consideralo bene: tu fosti creata per Iddio. Per te ogni è giorno santo del Signore, ma fra i della vita è giorno beato quello sovrat<t>utto in cui un popolo intiero s'aduna teco a glorificare l'Altissimo.

  2. In questo giorno tu offriti al Signore, come il sacerdote l'ostia che presenta a Dio Padre all'offertorio della santa Messa.

  3. Prega da mane a sera colla bocca o, che è meglio, colla mente e col cuore. Nel giorno di solennità Iddio ascolta maggiormente, e tu hai gran bisogno che Dio t'aiuti e benedica al mondo tutto.

  4. [104]Benedetto il giorno del Signore! In esso tu purifichi l'anima nel Sangue del Salvatore e poi t'accosti alla mensa con Dio e ascendi il Calvario con Gesù Cristo, finché con un fuoco d'ardor divino discorri a questo e a quel fratello per isfogare il cuor tuo e invitare i cuori altrui a darsi a Dio con tutto l'animo.

  5. Il giorno santo è come il santuario del Signore. Il tempio è casa di Dio e il giorno di festa è giorno di preghiera per tutti.

 

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  6. O se levi la destra per compiere un lavoro qualsiasi, domandane al custode del tempio santo e pastor tuo. Procura sovrat<t>utto che sia tutto e solo per Iddio e in soccorso del prossimo languente quel tempo che vieni a levare dal giorno sacro.

  7. Specialmente cura altresì che in giorno festivo non ti sorprenda la noia, il conversare inutile, il perditempo, che in giorno di esultanza al Signore e nella persona di un'anima fedele sarebbero freddezze nocevolissime.





p. 918
18                Es 20, 2.



p. 919
19                Nell’ed. 1885, pp. 103-104:  «di affetto come l’anima».



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