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XX.
Amalia, Carolina, Catterina sono morte omai. Morta Maria, la madre. Sparita è Luigia, la sposa novella. Or che fia di Giovanni, lo sposo sparso sul vicino monte? Che fia di Carlo, il marito e il padre in ritorno dalla fiera di Tirano? Incontriamoli [52]ambedue, e il cielo abbia pietà di loro, di noi, di tutti.
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Or eccolo Giovanni, lo sposo. Caro il nostro Giovanni, tu sei sceso omai e tu ben scorgi che l'angelo del Signore ci ha visitati tutti in questa notte. Un angelo di patimento è entrato anche nella casa tua, e siam qui per dirtelo... Ma tu, Giovanni, hai sovrat<t>utto uno spirito benedetto che ti guarda... Ti aleggia intorno... Oh come prega per te... e quanto di bene non ti impetra!... Ma tu guarda all'alto... Non ci domandare più cose... L'angelo di tua Luigia ti guarda di lassù... Fu uno strappo... ma no, fu un passaggio nel Signore…
Lo spirito è in cielo e il corpo... che importa ciò?... Luigia, oh come fu sempre modello di santa virtù!... Era cara al Signore e Dio la volle... Ell'è in buona compagnia... Te ne preghiamo a mani giunte... volgi lo sguardo all'alto e lasciane partire, ché Carlo, il padre, dobbiamo incontrarlo testé lungo la via.
Tre generosi montanari recano in petto tutto l'affanno dei dolenti ed hanno sulle labbra il compatimento di tutti i cuori di fede, di sangue, di patria. Or che sono a [53]pochi passi dalle vie provinciali rovesciate, iscorgono Carlo che già sen viene. Eglino rallentano il passo, e Carlo l'affretta. "Come voi qui?", domanda mesto Carlo…
"Siamo venuti... e ci piace trovarvi, Carlo... Vero... queste masserizie sparse sono in parte vostre... Stanotte fu burrascosa in Tartano... Orsù, non temete, Carlo, ché case in Tartano sono ancora... venite e ci ameremo tanto più... Ci duole maggiormente dei cari vostri10... Hanno sofferto, la vostra Maria... anche le figlie Catterina e Carolina e Amalia... la nuora Luigia dessa stessa... Pensate se ci dolse a tutti... Siamo accorsi... Qual pietà nelle misere!... Maria, la vostra buona compagna, in esporre l'accadutole disse tante cose pei suoi... per noi stessi... per tutti".
"Misero me! Dunque io sono vedovo della sposa, desolato per le figlie mie?...".
"No, non questo".
"Ma dunque la famiglia è morta?...".
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"No, ma vive... Non è meglio che viva e che si abbia bene?... Carlo, Carlo non dimoriamo troppo a lungo qui. La nostra patria è là. Incamminiamoci, e Dio buono ci sia propizio sempre".
Con questo discorso i buoni montanari [54]si insinuano senza troppo atterrirlo nel cuor di Carlo e lo mettono alla vista di un tremendo disastro. Il buon cuore del montanaro, oh come compatisce con industria agli affanni del prossimo in un dì di immenso lutto!