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Anche Proto desiderava conoscere Ornella; ma mentre in Gesuino operava un torbido subbuglio sensuale, quasi di adolescente, che lo spingeva verso la femmina, in lui era un istinto pratico, di uomo che già conosce bene la donna e da lei, oltre che la soddisfazione carnale, vuole l'aiuto al lavoro e possibilmente la servilità.
Calcoli ancora non ben definiti gli vagavano in mente; e lo stato fisico di Ornella anzichè preoccuparlo gli dava buone speranze. Ma si guardava bene dall'andare dal maestro, e aveva proibito a Gesuino di andarci.
Quando tornò a casa dal paese si accorse però che Gesuino c'era già stato: nonchè questi parlasse, anzi, più taciturno che mai, con le sopracciglia rosse aggrottate, lavorava già, con tale forza che il sudore gli stillava dalla fronte e attraverso quella siepe messa a riparo degli occhi cadeva fino a terra: ma quella stessa esasperazione di fatica, quel suo modo di svellere le erbe cattive e di smuovere la terra intorno alle barbabietole, rivelavano il nuovo vigore di vita che lo animava.
Tuttavia Proto non disse parola; e per la prima volta da lungo tempo, quel giorno non questionarono. Era come un'intesa fra loro, di non farsi sentire; e quando il cane si allungava e tendeva le orecchie verso la casa del maestro gl'imponevano di non abbaiare: ma a loro volta ascoltavano, entrambi con un senso di curiosità e di attesa acuito dal silenzio intorno e sopratutto da quella grande serenità di giugno che faceva tacere anche il mare e stendeva le foglie della vite in modo che il sole le attraversasse meglio per arrivare ai grappoli in maturazione.
Nel vedere i due fratelli al lavoro e sicuro che l'uno sarebbe di controllo all'altro e assieme sorveglierebbero Ornella e la casa, il maestro andò ancora a cercare Antonio.
Adesso però si sentiva guidato quasi da un senso di gioia: voleva domandare notizie di Marga e di Ola e farsi dare le vesti di Ornella; e gli pareva di camminare, fantasma anche lui, in un luogo fantastico dove i vivi colori del paesaggio, dall'azzurro del cielo e del mare al verde smeraldo degli alberi e dei prati, s'erano come immobilizzati e non dovevano sbiadirsi mai più.
Anche nel giardino di Ola si sentiva il profumo delle rose sfogliate, e regnava quest'incantesimo. Un alito di purificazione era passato anche là: o era tutto un sogno, un riflesso della luce interna che irradiava il cuore del maestro?
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