Grazia Deledda: Raccolta di opere
Grazia Deledda
La fuga in Egitto
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Solo l'anima che soffre in silenzio può confortare l'anima che soffre in silenzio. E la visita di Marga, ancora più che quella di Ola, lo sollevò da quel suo piegarsi sepolcrale verso la terra. Ella finse di niente. Salutò Ornella come una semplice sua antica serva passata ad altro servizio, e lasciò che Ola l'abbracciasse forte.

Accidenti che forza! E come pesi, Ola! E come sei cresciuta!

Era cresciuta infatti, e alcune crosticine e graffiature recenti sulle braccia di velluto, rivelavano gli ultimi combattimenti coi bambini della montagna.

L'incontro col nonno fu un po' come quello di due innamorati che si rivedono dopo lunga assenza. Qualche cosa di estraneo era già fra loro; e lei specialmente aveva dimenticato e tradito. Lasciò ch'egli la baciasse, che l'accarezzasse, ma gli scivolava di mano come al loro primo incontro, e per di più adesso non lo osservava più. Lo conosceva già e non trovava nulla di nuovo in lui, tanto più che egli aveva gli stessi vestiti e la stessa cravatta dell'altra volta.

Piuttosto l'attirava il luogo, il luogo misterioso dove finalmente era penetrata; e con uno sguardo osservò tutto, gli alberi, le tavole, il pozzo, manovrando finchè potè penetrare nella casetta. Vide subito la scaletta che conduceva al soppalco, e i suoi occhi s'illuminarono di gioia selvaggia. Lassù era il mistero, l'odore della vecchia che rubava i bambini: forse lassù ce n'era ancora qualcuno nascosto.... E mentre lei saliva la scaletta, sorvegliata da Ornella che pareva non si interessasse ad altro, il maestro e Marga sedettero fuori, davanti alla tavola di marmo. Anche lui era calmo, quasi freddo. Guardò bene in viso la donna e le disse che la trovava ringiovanita; poi domandò di Antonio e come andavano le faccende di casa.

– Ma bene, – esclamò lei, – Antonio mi ha procurato la sorpresa di farmi trovare in casa una nuova serva, e poi mi ha raccontato di questa, che egli ha licenziato non so perchè. Ma anche questa che abbiamo adesso è bravina, e poi io sto meglio e faccio tutto da me. Se guarisco completamente ne posso fare anche a meno.

Egli non cessava di guardarla; e quel viso fino, chiaro, gli occhi limpidi, la bocca pura di fanciulla, e sopratutto la voce, tenue e sognante, gli destavano ancora una volta un senso di ammirazione profonda. Aveva l'impressione di trovarsi davanti a una statua parlante, e si domandava: perchè parla così? Per non farsi sentire da Ornella, o perchè realmente quel bel mobile di Antonio, quell'esimio commediante, riesce a nasconderle la verità?

Ma ricordando il loro colloquio dopo il suo arrivo sentiva che la stessa atmosfera li avvolgeva ancora: e non toccava a lui turbarla.

– Voglio farti vedere il giardino; vieni, – disse alzandosi. – Ella lo seguì, docile. Ammirò le galline e la chioccia col suo gran fiore di pulcini gialli, in verità curati molto da Ornella; ammirò l'uva abbondante del pergolato e domandò dei contadini e dei tristi padroni della casa.

– Fra non molto si farà il dibattimento, e il latitante sarà condannato in contumacia: l'altro giorno è venuto qui un agente per verificare se tutto è in ordine.

– Tutto è in ordine dove c'è chiuso e la morte governa, – egli riprese più forte, guardando la casa e poi lei. – Così è, Marga.

Marga non rispose: solo quando furono giù, verso la siepe, disse come dopo averci pensato bene:

– E quando lei dovrà cedere la custodia, speriamo torni da noi. Quando sarà? Forse in ottobre?

– Non so: l'avvenire è in mani di Dio, – egli rispose, e senza volerlo imitò il modo di parlare di lei.

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