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Piccola e giovanissima, sarebbe parsa una bambina, senza la fronte corrugata e due occhi neri, stanchi, bistrati, dentro i quali pareva si raccogliessero tutte le insonnie da lei sofferte.
Mentre deponeva dietro la porta la bicicletta volse intorno per la stanza uno sguardo diffidente, e credette da prima di essere stata burlata; poi vide la scaletta e senz'altro si tolse il mantello, sotto il quale indossava ancora la tunica bianca con la quale assisteva ai parti, e si arrampicò come uno scoiattolo verso il soppalco.
Il maestro ebbe suggezione a seguirla: quella piccola donna che era arrivata silenziosa come un uccello bianco con le ali nere, gli destava un senso di mistero, e nello stesso tempo lo richiamava alla più cruda realtà.
Infatti la si sentì che svegliava Ornella dal suo pericoloso sopore, e con una voce grossa, maschile, le imponeva di spogliarsi e mettersi supina sul letto; poi si affacciò sull'alto della scaletta e comandò:
– Dell'acqua calda, oh, presto.
Il maestro pensò di mettere la pentola sul fornello, ma Gesuino fu più pronto: rattizzò il fuoco e attaccò al gancio della catena che vi pendeva sopra il paiuolino di rame colmo d'acqua.
– Si ha da fare una bella polenta, – disse, tutto felice e orgoglioso di questa sua uscita spiritosa.
Anche il maestro sorrise e si rinfrancò: e per aver una scusa di andare su a vedere, pensò di portare alla levatrice una tazza di caffè bollente con molto zucchero.
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