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VI
– Quel buon servo di Dio si chiamava don Silvano e viveva in un piccolo villaggio a qualche ora di distanza da Anglona. - Ma perché Maria aveva dato a Stella, che aveva accettato, sempre senza capire ciò che si facesse, quel voto? Ecco ciò che la fanciulla non riusciva a comprendere. Si ricordava che sua madre, prima d’allora, non le aveva mai detto di odiare i nobili; ma d’allora in poi gliene parlò sempre così male che lei, nella sua piccola, ma ardente fantasia di meridionale, si formò una terribile immagine di loro, convincendosi di mantenere facilmente il suo voto perché sicura di non amar mai i nobili!… I nobili!… Essa non li conosceva, ma sapeva come erano perché le venivano spesso in sogno, brutti, brutti, cattivi, cattivi… Quando sua mamma morì, Stella credette fossero stati i nobili a farla morire…
– Prima di morire Maria chiamò Stella presso di sé e appiccandole al collo un medaglione d’oro col suo ritratto in miniatura le fece giurare di aprirlo solo il giorno che avrebbe compito il ventun’anno. Stella giurò piangendo. Allora Maria le disse con voce fioca, ma calma - come il suo viso bianchissimo - della calma della moribonda:
– «Figlia mia ti lascio sola al mondo; segui queste massime e non ti accadrà mai sventura. Non odiare, né provocare mai nessuno: ama tutti, tutto l’Universo, da Dio al più piccolo insetto, e perdona coloro che ti offendono. Sii sempre onesta: anteponi l’onore anche alla vita: benedici tutto e tutti, la mano che ti benefica e la mano che ti percuote. - Onore, amore, perdono! - Segui questi padri del bene e sarai sempre felice. Prega ogni giorno per me. Quando, fatta grande, il tuo cuore sentirà bisogno d’amore, non innalzare i tuoi occhi al di sopra di te perché ti incoglierebbe sventura. Un giorno capirai queste parole.
– «Ricordati sempre il tuo voto: sarà per te giorno fatale quello in cui lo scorderai. Dimentica però le odiose parole che dissi per i nobili; ama essi pure, ma non scegliere fra loro l’uomo del tuo cuore… Baciami, Stella, e scolpisci nell’anima tua questi ultimi miei detti! Addio…»
– Ciò che provò la bambina, la fanciulla non rammentava bene, ma si ricordava aver davvero scolpito nell’anima e seguite le massime di Maria fino al giorno in cui erasi innamorata di Maurizio…
– Maurizio!?… Quel figlio di nobilissima schiatta, quel marchese i cui avi ascendevano in linea retta sino a Wilfrido d’Oriente, creato marchese di Santo Stefano da San Luigi di Francia, dopo la presa di Damietta, - Wilfrido l’amico del sire di Joinville, Wilfrido che aveva per insegna una testa d’aquila con un nastro al collo in cui si leggeva:
– “Libero, nobile e forte”?… E Stella l’amava ardentemente, dimentica completamente del suo voto! Ma una notte sua madre apparvele in sogno, bianchissima il volto come prima di morire, con la stessa voce fioca e calma con cui le aveva dato i suoi ultimi consigli, e le disse:
– «Stella, ricorda il tuo voto!»
– Rinnovatosi ciò per più volte, Stella, invasa dal rimorso e dalla paura, si rinchiuse in sé stessa, decisa di non amar più Maurizio, ma ahimè! il suo amore, nonché sfumare, accresceva, rimaneva sempre là, nel suo cuore dilaniato, - ardente, crudele, fisso quale freccia di fuoco… Stella si disperò: e un brutto disegno si formava nella sua mente quando la vedemmo nel suo salottino, gli occhi fissi nel libro di preghiere, triste nell’ora triste dell’alta notte. Quel disegno era andarsene via da Mambrilla, lasciare i suoi genitori adottivi, e fuggir Maurizio… Maurizio che venuto in quel momento, con le sue lagrime l’aveva convertita…
– E dove saresti andata?… – chiese il giovine quando Stella finì.
– Chi lo sa? In balia del destino: avevo l’idea di farmi suora…
Lui rabbrividì, poi sorrise. – Ecco, – esclamò la fanciulla, – ecco che tu, come previdi, ti ridi di me!… Eppure t’assicuro che senza l’inspirazione piombatami dal cielo allorché ti vidi cadere pallido come un morto, - e che avrebbe dovuto venirmi prima, risparmiandomi così gli atroci dolori, forse più strazianti dei tuoi, mio caro Maurizio, che provai in questi giorni, - ti assicuro che sarei rimasta irremovibilmente fedele al mio voto, alla fatale, ma rispettata ingiunzione dell’anima di mia madre…
– Ah, e questa benedetta inspirazione?…
– Eccola: ti dissi che il confessore di mia madre si chiamava don Silvano, e abitava nel villaggio di A… laggiù, dietro di Anglona. Egli è ancora vivo benché vecchissimo…
– Ebbene? Ebbene?…
– Come mi sciolse dal primo voto vorrà sciogliermi da questo: in ricambio farò voto di andare a… anche a Gerusalemme, in pellegrinaggio, ma con te…
Maurizio emise un legger grido e per la seconda volta strinse la mano di Stella che si alzò dicendo: – Suonano le tre del mattino. Ora lasciami. Va e dormi, se pure la gioia ti lascierà dormire…
– Figurati! Grazie, grazie, e grazie! – Stella aprì silenziosamente la porta mormorando: – Addio, Maurizio: a domani!
– A domani! – E il giovine rientrò nelle sue stanze, senza pensare neanche per sogno che sua madre aveva sentito tutto.