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Alessandro Manzoni Il conte di Carmagnola IntraText CT - Lettura del testo |
Casa del Conte.
ANTONIETTA, e MATILDE
MATILDE
Ecco l’aurora; e il padre ancor non giunge.
ANTONIETTA
Ah! tu nol sai per prova: i lieti eventi
tardi, aspettati giungono, e non sempre.
Presta soltanto è la sventura, o figlia:
intraveduta appena, ella c’è sopra. 145
Ma la notte passò: l’ore penose
del desio più non son: tra pochi istanti
quella del gaudio sonerà. Non puote
ei più tardar; da questo indugio io prendo
un fausto augurio: il consultar sì lungo 150
tratto non han, che per fermar la pace.
Ei sarà nostro, e per gran tempo.
MATILDE
O madre,
anch’io lo spero. Assai di notti in pianto,
e di giorni in sospetto abbiam passati.
È tempo ormai che, ad ogni istante, ad ogni 155
novella, ad ogni susurrar del volgo
più non si tremi, e all’alma combattuta
quell’orrendo pensier più non ritorni:
forse colui che sospirate, or more.
ANTONIETTA
Oh rio pensier! ma almen per ora è lunge. 160
Figlia, ogni gioia col dolor si compra.
Non ti sovvien quel dì che il tuo gran padre
tratto in trionfo, tra i più grandi accolto,
portò l’insegne de’ nemici al tempio?
MATILDE
Oh giorno!
ANTONIETTA
l’aria sonava del suo nome; e noi
scevre dal volgo, in alto loco intanto
contemplavam quell’uno in cui rivolti
eran tutti gli sguardi: inebbriato
il cor tremava, e ripetea: siam sue. 170
MATILDE
ANTONIETTA
per meritarli? A questa gioia il cielo
ci trascelse tra mille. Il ciel ti scelse,
il ciel ti scrisse un sì gran nome in fronte;
tal don ti fece, che a chiunque il rechi, 175
n’andrà superbo. A quanta invidia è segno
la nostra sorte! E noi dobbiam scontarla
con queste angosce.
MATILDE
odo un batter di remi... ei cresce... ei cessa...
Si spalancan le porte... ah! certo ei giunge: 180
o madre, io vedo un’armatura; è lui.
ANTONIETTA
Chi mai saria s’egli non fosse?... O sposo...
(va verso la scena)