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Alessandro Manzoni Il conte di Carmagnola IntraText CT - Lettura del testo |
Prigione.
IL CONTE
A quest’ora il sapranno. Oh perché almeno
lunge da lor non moio! Orrendo, è vero,
lor giungeria l’annunzio; ma varcata
l’ora solenne del dolor saria; 230
e adesso innanzi ella ci sta: bisogna
gustarla a sorsi, e insieme. O campi aperti!
o sol diffuso! o strepito dell’armi!
o gioia de’ perigli! o trombe! o grida
de’ combattenti! o mio destrier! tra voi 235
era bello il morir. Ma... ripugnante
vo dunque incontro al mio destin, forzato,
siccome un reo, spargendo in sulla via
voti impotenti e misere querele?
E Marco, anch’ei m’avria tradito! Oh vile 240
sospetto! oh dubbio! oh potess’io deporlo
pria di morir! Ma no: che val di novo
affacciarsi alla vita, e indietro ancora
volgere il guardo ove non lice il passo?
E tu, Filippo, ne godrai! Che importa? 245
Io le provai quest’empie gioie anch’io:
quel che vagliano or so. Ma rivederle!
ma i lor gemiti udir! l’ultimo addio
da quelle voci udir! tra quelle braccia
ritrovarmi... e staccarmene per sempre! 250
Eccole! O Dio, manda dal ciel sovr’esse