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EMILIO (entrando). Buon giorno. Ha veduto mia moglie?
CARLO (ridendo). Era qui poco fa, ma credo che adesso sia discesa.
CARLO. Perché la signora ha lasciato tracce del suo passaggio.
CARLO. Ha bastonato il mio figliuolo.
EMILIO. Ah! E cosa dirà la signora Fortunata?
CARLO. Ha già detto, e speriamo che non dirà più nulla.
CARLO. Oh, non ne vale la pena! Obbligherò io Ottavio a chiedere scusa alla signora Elena.
EMILIO. Questo poi no. Senza nulla sapere della questione fra suo figlio e mia moglie, penso che mia moglie abbia avuto torto.
CARLO. Badi che riporterò questo suo giudizio alla signora Elena!
EMILIO (indifferente). Faccia pure. (Guarda l'orologio.) A che ora firmano il contratto?
CARLO. Appena dopopranzo, sa. Questa mane voglio trattare io con lo zio dello sposo avendo da porre alcune condizioni.
EMILIO. Allora per questa mane non ha bisogno di me?
CARLO. Bisogno no. Ma avrei piacere che rimanesse a farmi un po' di compagnia.
EMILIO. Mi dispiace, ma non posso! Questa mattina andrò a lavorare e dopopranzo verrò qui.
CARLO. So già quale sacrificio lei fa dedicandoci un po' del suo tempo prezioso!
EMILIO. Oh, col sommo piacere! La saluto!