Italo Svevo: Raccolta di opere
Italo Svevo
Commedie

IL LADRO IN CASA (Scene della vita borghese).

ATTO SECONDO.

Scena settima. Ignazio e Carla.

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Scena settima. Ignazio e Carla.

 

CARLA  (con voce commossa). Oh, è molto male ciò che tu fai!

IGNAZIO.  Perché?

CARLA.  Perché tu sai che non potrai restituire quell'importo.

IGNAZIO.  Chissà! Come lo puoi sapere?

CARLA.  Poco fa lo dicevi tu stesso allo zio. Oh, Ignazio! Non prendere quei denari da Carlo!

IGNAZIO.  Sei pazza?

CARLA.  Carlo è povero. Non ti rammenti con che fatica riuscì a darti la mia dote?

IGNAZIO.  Ma adesso pare che gli affari gli vadano meglio.

CARLA.  Sì, ma la perdita di diecimila franchi lo rovinerebbe.

IGNAZIO.  Insomma io non posso farne a meno. Del resto è mia intenzione di restituirglieli anche con l'utile promesso. Non hai da temere nulla per il tuo Carlo. E la cena?

CARLA.  La porterà subito.

IGNAZIO.  Ti molto pensiero questo prestito?

CARLA  (commossa). Oh, Sì. Molto.

IGNAZIO  (l'attira sulle ginocchia). Oh, la mia povera Carla! Mi fa piacere. Davvero! Si vede che hai buon cuore. Ascolta, però. Tu sei giovane. Hai illusioni. Io vedo il mondo da un lato un poco più pratico. Dimmi sinceramente: Sei certa che se avessi detto a Carlo con la solita franchezza: Ho bisogno di diecimila franchi, altrimenti non posso soddisfare ai miei impegni, credi tu che me li avrebbe dati? Allora si sarebbe ricordato che siamo parenti e che se a te vanno male le cose, a me non vanno bene? Ohibò! «Non possumus» avrebbe risposto. Non avrebbe detto così?

CARLA.  Sì, ma…

IGNAZIO.  Che ma… che ma d'Egitto! Non me li avrebbe dati! Per ottenere diecimila bisognava promettergliene dodicimila. Anima di fango! Non avrebbe arrischiato diecimila per salvare la sorella dalla fame, ma li arrischia per aumentarli.

CARLA  (sempre commossa). Sì, sì è vero, ma è doloroso

IGNAZIO.  Se ci sono affetti veri, disinteressati a questo mondo vi sono fra marito e moglie. Vivono insieme, dividono il pane di farina o di segala, se c'è, e se non c'è non mangiano. Altri parenti all'infuori di me non hai o non dovresti avere. Mi pare che c'è nel codice. Ti rammenti? Il sindaco ci ha letto quei famosi paragrafi.

CARLA.  Povero Carlo! A me ha fatto molto del bene.

IGNAZIO.  Ti prometto che se Carlo avesse a a mal partito, ed io fossi nel caso di aiutarlo, lo aiuterei. È anche con questo fermo proposito che accetto senza esitazione il suo aiuto. Oggi lui, domani io. E adesso la cena, perché sono sfinito.

CARLA  (alzandosi). Emilia!

EMILIA  (piange). La cena è pronta. Posso portare?

IGNAZIO  (piano a Carla). Guarda, come piange!

CARLA  (guarda un istante Emilia, poi Ignazio che, indifferente, volge lo sguardo altrove). Allora, puoi rimanere. (Emilia le bacia la mano.)

IGNAZIO.  Brava Carla! Nella donna la bontà è per il morale quello che la bianchezza della pelle è per il fisico.

 

CALA LA TELA

 

 

 

 


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