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IL LADRO IN CASA (Scene della vita borghese). ATTO QUARTO. Scena prima. Catina che introduce Ignazio Lonelli. |
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Scena prima. Catina che introduce Ignazio Lonelli.
CATINA. Ho da chiamare la signora Carla?
CATINA. No, è con la signora Fortunata.
IGNAZIO. Non avvisarla, allora, Catina. Catina, non è vero ch'io ti trattai sempre bene? Brava! Mi son dimenticato di darti la strenna a capo d'anno. Ecco qui. Cinque franchi. Li tenni sempre in questo taschino per darteli all'occasione. Dunque. Io ti trattai sempre bene e posso fidarmi di te. Tu devi, fino a nuovo ordine, non avvisare nessuno che io sono qui. All'infuori di mia moglie è meglio che nessuno lo sappia, e lei devi avvisarla appena sarà sola. Dove potrei nascondermi?
CATINA (additando la porta in fondo). In quel camerino, ch'è vuoto.
IGNAZIO. E non ci viene nessuno?
CATINA. Nessuno, mai. Ma perché si nasconde?
IGNAZIO. Dimmi un poco, sinceramente, non sai nulla, tu? (La fissa.)
CATINA. Nulla? Che cosa nulla?
IGNAZIO. Dammi la mano. Sei una brava donna. E, dimmi ancora: Sei religiosa? (Catina lo guarda.) Credi in Dio?
CATINA. Oh, se ci credo! Farei un buon affare, vecchia come sono, a non crederci.
IGNAZIO. Ebbene, giurami sulla salute dell'anima tua che dirai solo a Carla di avermi visto!
CATINA. Ma perché?
IGNAZIO. Si tratta di uno scherzo, ma voglio essere sicuro del fatto mio. Eccoti altri cinque franchi, ma te ne prego, Catina, giura!
CATINA. Se vi preme tanto, giuro.
IGNAZIO. Ricordati che per gli spergiuri ci son le pene dell'inferno! E adesso su questo punto sono tranquillo. (Si sente suonare.) Puoi andare ad aprire. (Catina via. Si suona una seconda volta con insistenza. Ignazio si ritira nello stanzino.)