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PAOLO (entra cauto, guarda d'intorno con attenzione, e poi sotto il sofà). Non c'è! Coraggio!
BICE. Che fa?
PAOLO. Sst! La porta è socchiusa! (Va a chiudere con cautela la porta.)
BICE (spazientita). Ma che cosa fa dunque?
PAOLO (fa come se rinvenisse da un sogno, poi con tristezza). Eccomi nella realtà! Ero nel sogno! Finché Ella non me ne trasse con la Sua rude domanda, potevo benissimo ritenermi un amante atteso con impazienza. E come godevo! Chiudevo la porta, guardavo in tutti i più reconditi cantucci se ci fosse qualcuno. Non c'era nessuno!!! (Va ad aprire la porta e le parla.) Resta, resta aperta; sei talmente inutile. Nessuno avrà mai bisogno di spezzarti i cardini per aprirti. Stupida porta! Addobbo superfluo di un passaggio qualunque!
BICE (ridendo). Com'è peccato che sono obbligata di toglierle anche questo innocente divertimento! Ma vi sono obbligata!
PAOLO. Che cosa va dicendo? E i nostri patti?
BICE. Cera un patto, scritto anzi mi pare. Promisi infatti di ammettere ufficialmente la sua corte. Era un patto spiritoso e gentile; qualche cosa di simile si faceva anche alle corti d'amore medievali. Solo che nel nostro c'era una clausola modernamente umana ed è a quella che m'appello.
PAOLO. Non ricordo le clausole, ma denunzio il patto in genere. Troppo duro!
BICE. Bravo signor Paolo. Era questo che le domandavo.
PAOLO. E ne facciamo un altro?
PAOLO. Allora preferisco il patto vecchio. Signora Bice! Abbia compassione di me! Avevo accettato un contratto per se stesso tanto duro. Se adesso capitano a complicarlo delle clausole che non ricordo, allora facilmente mi trovo ridotto alla disperazione.
BICE (ridendo). Quel facilmente è bellissimo.
PAOLO. Ho sbagliato! Diavolo! Sono sconcertato in un modo! Ho sempre pensato che non v'è nulla di più bestiale che di adirarsi quando una bella donna non vuole saperne di voi. Ma questa volta la cosa è troppo grave.
PAOLO. Grave perché la donna di cui si tratta è troppo bella. Ella commette una mala azione.
BICE (ridendo). Non credo. La cosa mi divertiva e mi diverte ancora ma ho dovuto risolvermi a rinunziarvi. Rammenta che L’avvertii che quando la Sua corte avrebbe fatto soffrire qualcuno non L’avrei accettata più?
PAOLO. Diamine… Federico, forse?
BICE. No! No! Non Federico! Egli non s'accorse di nulla. Anzi la Sua corte tanto spiritosa che mi divertiva sempre, diveniva seducente, appassionata in sua presenza soltanto. E… a dire il vero, Ella m'accordò ben di rado tale compiacenza.
PAOLO. Me lo creda, signora Bice, che si trattava non di paura ma di riguardo.
PAOLO. Ella dovrebbe rammentare che il signor Federico ha l'abitudine d'ammazzare le donne e non gli uomini.
BICE (con un'esclamazione di ribrezzo). Come il Suo spirito in tali frangenti inacidisce. Non ammazzò che la donna perché - al solito - l'uomo era fuggito.
PAOLO. Mi perdoni se ho offeso un membro della Sua famiglia ma mi passa tutta la voglia di ridere sentendo che Lei, signora Bice, proprio Lei, m'attribuisce vigliaccheria. Vuole una prova del mio coraggio? Facciamoci sorprendere in flagrante!
BICE (ridendo). Un po' ardito ma non c'è male. Peccato ch'io abbia poca voglia di farmi sorprendere in flagrante. E non mica per paura, sa… (Interrompendosi.) Ma non ho nessuna voglia di avvilirla perché anzi desidererei di vederla ridivenire il mio buon vecchio amico ch'era stato prima. (Con calore.) Amelia soffre del Suo contegno. Me lo diede a capire. Io ho sbagliato; non ci avevo mai pensato ad Amelia.
PAOLO. E neppur io. Adesso che son costretto di pensarci debbo confessare che non mi fa piacere.
BICE (ride). Sia pure! Abbiamo finito ridendo. Continuiamo a ridere e non se ne parli più.
PAOLO. Ella desidera che Le restituisca quelle lettere che Ella ebbe la bontà d'indirizzarmi quando ero a Roma?
BICE. Oh! no! Le tenga per memoria o le distrugga! Badi che non cadano in mano a Amelia; è la sola persona che temo. In quanto alle Sue lettere, non so davvero dove le ho messe.
PAOLO. Così almeno abbiamo trovato il vero tono per dividerci. A sentirci - dica la verità - sembrerebbe davvero che stessimo sciogliendo un nodo ed il nostro infatti era difficilissimo a sciogliere. Era veramente il nodo gordiano… dopo tagliato. Io, posso dirlo con piena sincerità, non ci ho capito niente.
BICE (con malizia). Ella ha troppo spirito per poter capire. Tanto spirito che schiaccia tutto, anche la passione.
PAOLO (riflette lungamente). Questa dovrebbe essere una spiegazione. Ma non basta! Se Ella avesse sentito qualche cosa per me, avrebbe ben presto capito che in me anzi la passione si converte in spirito proprio come lo zucchero in alcool. Il mio spirito è passione. (Riflette lungamente.) Eppure prima di troncare un colloquio tanto importante per me, dico per me, potrei darle la prova che io, oltre allo spirito ch'Ella con tanta bontà m'attribuisce, so, talvolta, dico talvolta, anche pensare e osservare. Ecco: Ella non mi ama e per capire un tanto non mi occorse di grande sforzo. Ma Ella non mi ama non mica perché io abbia troppo spirito, come Ella dice, o troppo poco come fa intendere. Ella ne ama un altro, povera signora Bice. Sì! disgraziata signora, Ella è innamorata del grande, formidabile, geniale Federico Arcetri.
BICE (ridendo troppo). Ah! Ah! Come bon mot passa; prova sempre di quello spirito…
PAOLO. Senta, signora Bice! Se ci fosse qui un fonografo e mi ripetesse tutte le parole che ho dette finora, arrossirei di vergogna. Diamine! Mi trovo in una posizione difficile e faccio vani sforzi per congedarmi con qualche grazia. Ma quando il fonografo con la sua voce reumatizzata ripetesse: Ella ama suo marito, il suo formidabile e geniale marito, respirerei e penserei: Ho un cervello che lavora con discreta esattezza. Ella non lo vuol riconoscere ed è da cattiva, sì, cattiva. Mi riuscirebbe di tale sollievo se Ella me lo confessasse! Me ne andrei leggero, leggero, senza il peso di alcun rancore! Me lo confessi! Ella ama Suo marito! In fondo non c'è niente di male. A me pare un po' ridicolo; mi pare di veder Amelia, ma insomma non posso dir nulla perché sta in legge! Se me lo confessa mi sarà facile di perdonarle d'aver usato di me come di un mezzo per prendere il povero Federico con la gelosia; anzi sarò sempre disposto di ricominciare.
BICE (sorridendo). Vada! Vada signor Paolo! Amelia l'attende.
PAOLO. Dunque è vero? Ella mi tradisce con lui?