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BICE. Oh! Amelia! A quest'ora?
AMELIA (concitata). Volevo vedere se non ci fosse qui mio marito.
BICE. No! Non c'è! Ma che hai?
AMELIA. Sono stanca del tuo e del suo agire. Avreste dovuto almeno imporvi un po' di riserbo. Avete fatto di me il ludibrio vostro. Dinanzi ai miei occhi egli osò carezzarti. È troppo! Ti consiglio di non passare più la soglia di casa mia. Te ne farei scacciare come una ladra.
AMELIA. Ladra e falsa! Sai! Ad onta dell'evidenza del vostro tradimento, non osai manifestarmi. E pensai a quell'atto cui voleste ch'io assistessi, quella breve carezza che lo fece scolorire. Mi parve talmente incredibile che ora appena, appena ora lo compresi. Il dolore fu immediato, eppure esitai ed arrivai sino a stenderti anche una volta la mano. Ma se avessi a vederti ancora in casa mia o a lui da canto, io saprei andare ad accusarti a chi saprebbe punirti secondo i tuoi meriti.
FEDERICO (avanzandosi). Ed io sono qui ad ascoltarla signora Amelia.
AMELIA (estenuata dal terrore dà un grido). Dio mio! (Pausa, poi tenta la commedia.) Sa! Io sono venuta da Bice per incarico di Paolo, per fare uno scherzo… dovevo spaventarla.
FEDERICO. Non si affatichi di fare la commedia. Non ve n'è di bisogno. (Molto serio.)
AMELIA. Allora! (Vuole scappare, poi ritorni). Senta, signor Federico. Io sono una donna gelosa; tutti lo sanno. La scena che feci ora a Bice io l'ho fatta due, anzi (contando) tre volte ad altre mie amiche, e, credo, sempre senza motivo. Ora che sono ritornata in me che cosa posso rimproverare a Bice e a Paolo? In carrozza egli appoggiò la mano su una mano di lei. Parve una carezza ma poteva anche essere qualche cosa d'altro. Poteva essere ch'essendosi sbandata la vettura egli sia stato obbligato di fare quella carezza per tenersi in equilibrio. (Federico, pensieroso, siede sul sofà; Amelia va a lui e lo scruta.) Voi siete tutto sconvolto? Oh! ve ne prego! Ridete, sorridete e andrò via tranquilla. (Poi, adirata.) E, sappiatelo, in tutto ciò non v'è nessuna ragione di uccidere. (Piange.)
BICE. Ma Amelia! Federico mi sa innocente!
AMELIA. Ti sa innocente? (Guardandolo.) Vorrei sentirlo da lui.
FEDERICO (con sforzo). Sì! La so innocente.
AMELIA (va a Bice e le parla in orecchio). A me non pare ch'egli abbia l'aspetto molto rassicurante! Io, se fossi in te, non mi ci fiderei. Oh! vieni via e rifugiati in casa mia.
BICE (sorridendo). Poco fa non mi ci volevi vedere… Puoi andare tranquilla.
AMELIA. Ho da raccontare a Paolo la scena che ho fatta?
BICE. Non occorre! Ridonami la tua stima e il tuo affetto e sei perdonata.
AMELIA (sempre sospettosa verso Federico). Buona notte, signor Federico.
AMELIA (da sé). Ha risposto! (Pensa, non capisce nulla, si rassegna e va a Bice.) Addio, Bice! (Molto commossa.) Perdonami! Se avviene qualche cosa io non ci ho colpa. (Le bacia la mano e poi, attratta da Bice, la faccia.) Addio! (Molto esitante esce.)