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Scena dodicesima. Giorgio e detti.
MARIA (si svincola e si allontana lentamente).
GIORGIO (ironicamente). Scusino l'incomodo!… (Via.)
MARIA. Non c'è dubbio. Quello lì è corso a raccontarlo a Giulia. Mi dispiace per lei, per le scene che ne deriveranno…
ALBERTO (smaniando). Oh, sì. Anche a me dispiace per questo… (Grida.) Giorgio! (Va alla porta.) Giorgio!
MARIA (osservandolo). Ecco che l'entusiasmo è caduto e ben presto. Badi ch'è sempre libero! Badi!… Vedrà che riuscirà facilmente a calmare Giulia, anche se il professore ci ha già denunziati.
ALBERTO. Oh, non è questo che m'importa! È lo scandalo! È Giulia. Per piacere, Maria, mi lasci solo con mia moglie! Non vorrei che fra voi due vi fosse uno scambio di parole troppo dure. (L'accompagna alla porta. Ravvedendosi le bacia una mano prima di lasciarla.)
ALBERTO. Non scene, Giulia, te ne prego!
GIULIA. Chi ti dice che ne voglia fare? Maria avrebbe potuto rimanere… L'avrei pregata pulitamente di andare a far all'amore con te fuori di casa mia. Gliel'ho già detto… (Grida.) Non voglio che insozzi questa casa! (Più calma.) No, no. Voglio mostrarti che sono calma e che quanto ancora ho da dirti, non è ispirato dall'ira. Che Maria rimanga. Può rimanere per questo poco di tempo. Già so che tu saprai contenerti. Però, in ogni caso, sappi che… ti farò sorvegliare… da tuo figlio. Così su questo riguardo sono tranquilla. Ti pare?
ALBERTO. Ma Giulia, credi! Non è cosa sì grave che meriti il tuo risentimento!…
GIULIA. Niente bugie, te ne prego! Posso disprezzare Maria, ritenere che sia stata fatta com'è dall'arte sua, non una ganza volgare, insomma, ma una donna passionale, trascinata dalle tue persuasioni, dal tuo amore. Non si tratta di una inclinazione ideale, di quelle che… una donna per bene saprebbe celare e combattere, né di una tresca futile che una donna onesta può scusare e fingere d'ignorare. Si tratta di una concatenazione di ambedue i casi, e a me non resta che piegare la testa (con un singhiozzo represso)… vinta. Non mi sento abbassata affatto e nel mio dolore non vi è traccia di vanità e di amor proprio offeso. E perciò che non tollero più proteste, perché non so che farmene. Da poco tempo so di essere stata tradita in modo sì grave, però mi è abbisognato ben poco tempo per decidere la via da seguire. Rimango in questa casa per mio figlio, (vinta dalla commozione parla più rapidamente) vivremo l'uno accanto all'altro come due fratelli… due fratelli che non si amano. (Si avvia.)
ALBERTO (vuole fermarla). Giulia!
GIULIA (calmissima). Di questo argomento, basta! Già non potresti dirmi nulla ch'io non sappia, a meno che non fossero delle bugie. Dunque, basta! (Via.)
ALBERTO (si cela il volto e cade seduto).
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AMELIA. Signore, la padrona l'avverte che il pranzo è in tavola.