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Scena quinta. Tarelli e Maria.
TARELLI (rimane trasognato per qualche istante, poi deciso va alla porta di sinistra, la apre e chiama). Maria!
MARIA (dall'interno). Non ho ancora finito, zio.
TARELLI (gridando). Non importa, cara; risparmiati la fatica di scrivermi cose che già conosco. (Piccola pausa. Maria entra.) Ecco qui i due biglietti acquistati da Cuppi per incarico tuo. (Le consegna i biglietti.) Mi meraviglia (gridando) che non ti sia rivolta a me. Ti avrei servita altrettanto bene. (Siede.)
MARIA (intimidita). Zio!
TARELLI. Chi vuoi?
TARELLI. Me?! Io non sono tuo zio. Sicuramente io non sono zio della ganza del signor Alberto.
MARIA. Oh, zio! Una parola simile a me! Perdono il tuo dolore.
MARIA. Ma non sei stato tu ad insegnarmi a pensare con la mia testa, senza pregiudizi, senza paure? Ed ora che si tratta di raggiungere la mia felicità, soltanto perché non curo il giudizio della gente, tu fai causa comune con essa e mi chiami una ganza. Ebbene! Sia! Sarò la ganza del signor Alberto.
TARELLI. Ed io (esitante) non ho detto altro, se non che lo sei già.
MARIA. Ti sei ben ingannato! (Tarelli respira.) Noi faremo una famiglia onestamente borghese laggiù in America, una famiglia che per non essere stata consacrata né dal prete né dal codice non sarà perciò meno felice.
TARELLI. Vi sarà una piccola contraddizione nella vostra famiglia. Onestamente borghese! Borghese, sì, ve lo concedo. Lui un bottegaio, quindi un borghese. Tu una femmina innamorata di un bottegaio, quindi borghese. Ma onestamente! I borghesi non fondano così le loro famiglie. Scelgono le coppie, le uniscono, spesso per accomunare degli interessi, non si accontentano della legge civile, ma vogliono inoltre la garanzia della chiesa, e fanno camminare insieme i due sposi, consenzienti al legame che solidamente li lega. Così si diventa solidamente borghesi. La famiglia dev'essere stata fondata col consenso dei genitori, della legge e del prete. Voi due vi legate insieme con un delitto. (Maria protesta.) Un delitto verso una donna ed un fanciullo ed un delitto non può fare le veci delle benedizioni.
MARIA (freddamente). Così dicono i preti.
TARELLI. Oh, Maria! Dimentica per un poco tutto quanto ti ho detto nella mia vita, perché non una delle mie teorie si adatta alla situazione che vuoi prepararti. Fin qui noi abbiamo corso il mondo, liberi, come gli uccelli dell'aria e indipendenti, senza obblighi né conseguenze. Dal nostro punto vista potevamo guardare sorridendo i nostri simili che per sentirsi felici e sicuri non hanno soltanto bisogno di piume e di fiori, ma pure di catene. Tu adesso vorresti vivere a modo loro. In tal caso non è ai miei passati insegnamenti cui devi rivolgerti, bensì alle leggi borghesi; senza delle quali non vi è famiglia. So bene come pervenisti alla determinazione di fuggire con quell'individuo. Non è amore il tuo, no. Come potresti sentirne per un simile animale?
TARELLI. Un po' alla volta ti è piaciuta l'idea di avere anche tu una casa come questa, dei mobili come questi, della biancheria da riordinare, dei bambini da allevare. Tutte le donne prima o poi hanno di queste nostalgie, ma nella tua mente di artista il capriccio passerà presto, e la casa ti sembrerà troppo ristretta, i bambini, se ne avrai, troppo stupidi, la biancheria un imbarazzo. Come non intendi che tale vita non è fatta per te? Oh, io mi ci perdo!
MARIA. So che questa vita non è fatta per me. È con sacrificio ch'io l'offro ad Alberto, ma gliel'offro volentieri e lietamente, perché… l'amo.
TARELLI (fosco). Davvero? Ed è questa la ragione per cui, come già dissi, non sento più di essere tuo zio.
MARIA. Oh, zio mio, non dire così. Vieni invece con noi! Io volevo proporti di seguirci. Vuoi vedere la lettera? Essa ti spiega quanto sarebbero stati importanti laggiù per me… la tua presenza, il tuo appoggio. Tanto importanti da significare la legittimazione del nostro nodo.
TARELLI. No. No. Giammai! Non vedi come mi offendi con tale proposta? Mi sento ad un tratto borghese anch'io da capo a piedi e la tua disonestà mi offende, mi nausea. Oh, Maria! Come può esserti accaduto di amare un animalaccio simile, che te poi, in fondo, non ama.
TARELLI (ridendo) Tu non conosci l'aspetto, il contegno di un uomo che ama. Per quanto legato alla sua famiglia, l'uomo innamorato non aspetta di venir messo alla porta della sua casa, ma l'abbandona risoluto egli stesso. Se questo Galli ti avesse amata, veramente amata, avrebbe sentito di essere capace di ammazzare moglie e figlio, e nemmeno allora ti avrebbe ancor meritata.
MARIA (ridendo). Avrebbe dovuto anche suicidarsi e tu, naturalmente, saresti stato contento.
TARELLI. Non ti ama. Dopo averti avvilita col suo amore, ti abbandonerà; e tu dovrai ricorrere nuovamente all'arte, che allora ti volterà le spalle anch'essa, perché l'arte non è una mala femmina, cui basti un solo invito, perché si dia; bisogna accarezzarla ed amarla lungamente per averne i più piccoli favori. Tu avrai perduto quella serenità di coscienza e d'anima che rendevano tanto belle le tue interpretazioni; ed infine ti mancherà il mio appoggio, perché ciò mi darà semplicemente la morte.
TARELLI. Dopo un disinganno simile non so come potrei continuare a vivere. Non avrei più scopo. In te erano riposte le mie speranze, nel tuo avvenire l'ideale della mia vita. Ciò che non era riuscito a me, vedevo riuscire in te, ed io stavo a guardare affascinato e beato l'opera mia, quasi che in essa la mia vita si ripetesse, ma in forma più bella, oh, tanto più bella! E adesso capita un bottegaio qualunque a rovesciare il mio superbo edifizio. (Risoluto.) Ascolta, cara! Sei tu certa che, se la moglie di quel tuo Alberto facesse un cenno per richiamarlo, egli non si affretterebbe ad obbedire? E non ti lascierebbe partire per l'America sola?
MARIA. T'inganni. Vuoi leggere la lettera che mi scrive oggi, in cui mi comunica la sua risoluzione?
TARELLI. Non leggo i manoscritti di quell'individuo. E se li leggessi, per quanto ben scritti - il tuo Alberto deve anche avere una bella calligrafia - non mi commoverebbero. Che ora era fissata per la fuga?
MARIA. Io doveva partire sola per Brindisi da qui ad un'ora. Egli sarebbe partito questa sera.
TARELLI. Maria, per quanto ho fatto per te in questi ultimi dieci anni, vuoi accordarmi un piccolo, un ultimo favore? Dilaziona di qualche ora la tua partenza. Partirai questa sera insieme con lui e che Dio vi accompagni! Questa sera, te lo prometto, non farò più alcun tentativo per trattenerti. Ma fino allora, promettimi, che non avrai alcuna comunicazione col tuo complice.
TARELLI Chiamalo come vuoi… Me lo prometti?
MARIA. Te lo prometto. Ma devi permettermi di avvertire Alberto.
TARELLI (dopo un istante di riflessione). Non farlo, te ne prego. Già per lui, non sarà che una bella sorpresa l'apprendere di dover fare con te anche il viaggio fino a Brindisi. Devi promettermi di non mettere piede fuori di quella stanza prima di questa sera. Sarà per te una seccatura, ma forse per me puoi sopportarla, vero?
MARIA. Sì, zio mio. Vedi che cerco in tutti i modi di renderti più gradito il mio ricordo e di diminuire il rancore che, credo, mi serberai.
TARELLI. A te rancore? Oh, no. Ricordo, sì, come… per una morta rapita improvvisamente. Adesso va nella tua prigione, te ne prego!
MARIA (a Tarelli che suona il campanello). Che fai?