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Scena quattordicesima. Sereni e dette.
SERENI (entra quasi di corsa e resta stupito vedendo Alberta e Teresina).
ALBERTA (stupita scopre subito che il lembo della cortina è fuori della finestra e resta interdetta).
TERESINA (guarda anch'essa Sereni e la cortina alla finestra e mormora). Quella Clelia.
ALBERTA (esitante). Come state?
SERENI. Mi fa piacere di vedere che siamo in pace… Come sta Carlo?
ALBERTA. Sta benissimo. Mi domandò anzi di voi e perché non vi si veda mai.
SERENI (sempre imbarazzato). Ma se mi si attende io non mancherò di venire.
ALBERTA. E perché dubitare che vi si attende? Una parola di più e una di meno non possono guastare vecchie amicizie come le nostre.
SERENI. Grazie! E per dimostrarvi che non aspettavo che una vostra parola per rivedere il mio vecchio amico Carlo, se mi aspettate un istante io ho solo da domandare un'informazione alla signora Alice e sono con voi. Ecco! La signora Carati mi telefonò di venire a domandare un'informazione su una serva che fu in vostro servizio per vario tempo. Essa sa che siamo tanto vicini e volli compiacerla. La serva si chiama… La Carati non sa neppure di certo se fu in vostro servizio!
ALICE (dopo un istante di riflessione, con le guance infocate va verso Alberta). Non affaticatevi, Sereni. (A bassa voce ad Alberta coi denti stretti.) Come osasti un tanto?
ALBERTA (a bassa voce). T'assicuro che io sono perfettamente innocente di tutto questo.
ALICE. Non te lo credo! Anche ora che da te non prendo altro denaro, tu credi di avere un diritto in questa casa.
ALBERTA. Ti ripeto che io non c'entro. Dev'essere stata quella servaccia che mettesti accanto a zia Teresina a fare una cosa simile. Domati ora!
ALICE (ad alta voce). Per chi? Per te che sai, per la zia che sa o per noi due che sappiamo?
ALBERTA. Per me che non voglio sapere. Sereni, vi aspetto questa sera. Io devo correre. Addio. (Via.)
ALICE (va alla zia). Lei mi rimerita davvero della bontà ch'ebbi per lei e di cui Ella tanto parlò. Fare la spia in casa mia.
TERESINA. Oh! ti giuro che non è vero. Te lo giuro! Dev'essere stata quella Clelia! (Terrorizzata.) Te ne prego, Alice, non guardarmi così che mi fai male. Tu ora mi odii! Io non ti feci nulla, te lo giuro! (Si cela la faccia singhiozzando.)
ALICE (va alla porta a destra). Clelia!
TERESINA (piangendo). Tu non dirai a Clelia ch'io l'accusai!
ALICE. Io non litigo con delle serve.