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SCENA XI
Serena. Che le diceva l'avvocato?
Valli. Uno dei suoi paradossi.
Serena. Non vanno molto di accordo.
Valli. Non mi sembra sincero. Vuol sbalordire la gente, a ogni costo. Non si è mai sinceri quando si mira a fare effetto.
Serena. Parla da avvocato. L'abitudine gli è diventata natura.
Valli. Suo padre ha molta simpatia per lui.
Serena. Lei può spiegarsela meglio di me.
Valli. Comunanza di sentimenti, d'idee. Guardano la vita dallo stesso punto di vista. E lei come lo giudica?
Valli. È troppo indulgente.
Serena. Coloro che chiedono alla vita qualcosa di più che essa non può dare, mi sembrano infelici, molto infelici. A furia di sforzi, di audacia, di imprudenze, essi ottengono talvolta soddisfazioni che i modesti come lei, i rassegnati come me non ottengono mai.
Valli. È il loro gastigo. Come sono lieto di sentirla parlare così!
Serena. Perché?
Valli. Trovarmi d'accordo con una persona come lei è per me una grande soddisfazione. Io sono un po' orso, un po' timido; e già mi pare d'averle detto molto dicendole così. Spesso si hanno, dentro, tante cose da comunicare; ma le parole intoppano nella gola... specialmente se uno teme che le cose che sta per dire possono essere accolte malamente.
Serena. Malamente? Dovrebbero essere cattive.
Valli. Oh no! Anzi! Rispettose; qualcosa di più, anzi! Ma bisognerebbe essere sicuri di sé, come l'avvocato che ha così facile la parola, e sa trovare così belle frasi! A un uomo come lui si perdona tutto, anche l'audacia... anche l'improntitudine!
Serena. Perdonare vuol dire giudicare che qualcuno non ha operato bene.
Valli. Quando si rispetta troppo una persona, si teme sempre di non agire bene; e allorché si teme, si rimane inerti. È così!