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SCENA II
Serena e detta. Poi Elena Scotti e Agnese.
Sig.a Venanzia (vedendo comparire Serena.) Come ti sei fatta bella!
Serena. Proprio! Ecco il cappello e la mantelletta. (L'aiuta a indossarli). Vuoi un ombrellino, zia?
Sig.a Venanzia. Temi che il sole mi sciupi?
Agnese (a Serena). C'è una signorina. Cerca di lei.
Elena (che le è venuta dietro). Sono io Serena... (Alla Sig.a Venanzia) Oh, scusi!
Serena. Elena!... Oh, Dio! (L'abbraccia.)
Serena (alla zia). Elena Scotti mia compagna di collegio. (A Elena) Mia zia Venanzia. (A Elena) Come qui? Chi poteva immaginare! Siedi.
Elena. Stavate per uscire. Non vorrei...
Serena. Un momento non fa nulla...
Elena. (a Serena, da parte). È... che ho urgenza di parlarti.
Serena. (alla signora Venanzia). Zia, non ti dispiacerà?... Farai la visita da sola... Mi scuserai con la signora Giulia.
Elena. Sono dispiacentissima, signora, di essere capitata in un momento inopportuno.
Sig.a Venanzia. Anzi!... Serena le sarà grata. Veniva quasi di malavoglia.
Serena. Dice la verità. (La signora Venanzia saluta ed esce).