Luigi Capuana: Raccolta di opere
Luigi Capuana
Serena
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ATTO SECONDO

SCENA IV Agnese, poi il dottor Pantini e dette.

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SCENA IV

 

Agnese, poi il dottor Pantini e dette.

 

Agnese. Ha scritto qui (porge un biglietto da visita).

Elena. Che dice?

Serena (legge). Volo.

Agnese (tornando indietro). Smemorata! C'è di il dottor Pantini. Cerca della signora.

Serena (a Elena). Scusa. (Affacciandosi all'uscio) Venga, dottore. Fa cerimonie lei?

Pantini. Temevo di disturbare. (Saluta Elena e la guarda attentamente).

Serena. Segga. Accompagno un istante questa mia amica. (Serena ed Elena escono).

Pantini. Agnese, un bicchier d'acqua.

Agnese. Al solito.

Pantini. Dunque è arrivata all'improvviso?

Agnese. E voleva subito ripartire; ma la signorina l'ha persuasa a restare per qualche giorno. (Mentre Agnese sta per uscire, Serena rientra).

Pantini (a Serena). Quella tua amica... è malata di cuore.

Serena. Come lo sa?

Pantini. Il colore della pelle, la respirazione... (Ad Agnese che ritorna col bicchiere d'acqua). Grazie, Agnese. (Agnese esce).

Serena. Credevo dicesse in altro senso.

Pantini. Oh, tutte le ragazze, si capisce!... Meno qualcuna, forse. Non avrei avuto un gran merito nel fare tale scoperta. No, è malata fisicamente di cuore, se non mi inganno.

Serena. Morrà presto?

Pantini. Potrà campare anche a lungo. Il mal di cuore suol fare questo scherzo.

Serena. Lo chiama scherzo?

Pantini. E di cattivo genere. Parliamo della zia. Sempre allegra, brontolona, eh?

Serena. Sempre (da questo punto in poi, Serena mostra un crescente imbarazzo per la presenza del dottore).

Pantini. Credevo di trovarla in casa. Tuo padre, dandomi la notizia dell'arrivo di lei, era così contento! Mi ha fatto meraviglia e piacere. Tu però non sei lieta, mi sembra.

Serena. Quella mia povera amica! Ha avuto tante disgrazie in famiglia! Soffre tanto!

Pantini. Non bisogna affliggersi troppo delle disgrazie altrui, se no ci manca il tempo e la forza di badare alle nostre.

Serena. Dobbiamo essere egoisti?

Pantini. È precetto della natura. La commozione, vedi? ha turbato l'equilibrio dei tuoi nervi. In questo momento non sei più la Serena di ieri. Domani, se continui, sarà peggio. Domani l'altro, peggio ancora.

Serena. Non sono mica di sasso! (Pausa).

Pantini. Se non ti conoscessi bene, direi che la mia presenza ti annoia o t'imbarazza.

Serena. Come può supporre mai questo?

Pantini. Non lo suppongo, lo vedo; cioè l'apparenza...

Serena. (sforzandosi a sorridere). Ah! L'apparenza...

 

 


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