Luigi Capuana: Raccolta di opere
Luigi Capuana
Serena
Lettura del testo

ATTO TERZO

SCENA IV Agnese, poi il signor Loreni e detti

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA IV

 

Agnese, poi il signor Loreni e detti

 

Agnese (alla signora Venanzia). Il padrone è tornato. (Esce).

(Momento di ansiosità)

Sig.a Venanzia. Non ha faccia di presentarsi! (All'apparire del Loreni, Serena si slancia ad abbracciarlo agitata e singhiozzante). (Loreni è molto commosso, col pianto nella voce. Ha una piccola striscia di taffettà al mento).

Serena. Babbo!

Loreni. Babbo cattivo, dovresti dire. Via! via! Non è stato niente... Poche stille di sangue, le ultime stille di sangue pazzo del tuo babbo!...

Sig.a Venanzia (che si contiene a stento). Ti hanno dunque svenato e infuso altro sangue? Il lupo cangia il pelo, ma non il vizio... E il pelo tu l'hai cangiato da un pezzo!

Loreni. Hai ragione, pel passato. Vedrai però...

Sig.a Venanzia (c. s.). Non voglio vedere nulla! Una speculazione? ... Ti è riuscita!... Enormi beneficii?... Eccoli... A repentaglio di farsi sbudellare!... (Alla Valli) Non so con che cuore possa abbracciare sua figlia!

Sig.a Valli. Sei troppo severa. Certe cose gli uomini le vedono diversamente da noi.

Sig.a Venanzia. Tu parli bene perché hai quella perla di figlio...

Sig.a Valli. Ma da pensare anche lui!

Loreni (a Serena, continuando). Ed ora che il babbo è diventato tutt'a un tratto ragionevole e buono, anche la figlia dovrà essere tale.

Serena. Io, babbo?

Loreni. Discorreremo di questo appena saremo soli; non voglio mettere tempo in mezzo. (Indicando il Valli, rimasto in fondo al salotto in disparte). Ecco: lui se ne sta da parte, quasi abbia paura di essere rimproverato del bene che fa.

Valli (avanzandosi). In certi momenti gli amici hanno il dovere di non rendersi importuni. (La signora Valli e la sig.a Venanzia discorrono calorosamente tra loro).

Loreni. Ti vedevo in fondo al viale, pallido come un morto. Povero Paolo! E pensavo: Chi sa che notizia dovrà recare a casa mia!

Valli. Oh! Lei attaccava con impeto giovanile.

Loreni. Taci; ora mi vergogno. Pensavo a mia figlia in quel momento. (A Serena) E ti chiedevo perdono del dolore che ero in cimento di darti.

Serena. Oh, babbo!... E il cuore... — quando si dice! — Il cuore non mi presagiva nulla!

Loreni. Quanti rimproveri in queste parole!... E meritati!

Sig.a Venanzia (che ha udito). Sì, cerca d'intenerirla con le chiacchiere! Io esco intanto. Per la colazione, se tarderò, non mi aspettate (in disparte a Serena, ma con aria burbera). Fagli prendere qualche ristoro; deve averne bisogno. (Aiutata da Serena, si mette il cappello e la mantella già preparati su una seggiola. Alla Valli). Eccomi pronta.

Sig.a Valli (al Loreni, sorridente). Dunque, vita nuova! Da quando in poi?

Loreni. Da questo medesimo punto. Certe persone però dovrebbero darmi una mano di aiuto.

Sig.a Valli (porgendogli le mani). Tutte e due, e volentieri. (Mentre la signora Valli bacia Serena e il signor Loreni saluta e ringrazia Paolo, la signora Venanzia, da la soglia dell'uscio, dice al fratello).

Sig.a Venanzia. Noi, faremo i conti dopo!

 

(I Valli e la signora Venanzia escono).

 

 


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on touch / multitouch device
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2011. Content in this page is licensed under a Creative Commons License