IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Rispetto alla dedica del libro, io la offro a me stesso. Ed è questo, dacchè mi son posto a cucire la mia Odissea, l'unico pensiero veramente commodo, e pronto. Non mi costa un minuto di sì, di no, di ma; e mi risparmia la fatica e il rossore di scrivere una dedicatoria. Ond'io posso dal mio canto risparmiare e al mecenate e al lettore due pagine per lo meno di noja. Le cose tra me e me si passano in confidenza. D'altronde de' miei avi, bisavi e proavi non saprei che mi dire; non li conosco. Potrei rimediare a questa ignoranza, e al vuoto della carta col mio panegirico: ma non si può nè si deve, e l'ipocrisia lo proscrive assolutamente; e poi... chi crederebbe? – Biasimiamoci. Progetto nuovo e in salvo dalle mentite. – Ecco per altro violate le regole, e la mia dedicatoria non sarebbe più una dedicatoria.
Nondimeno bisogna confessare che il libro è mutilato.
Vittoria, lettore! m'alzo a mezzo il pranzo per non lasciarmi scappare il più bel pensiero del mondo. La dedica sarà scritta o dall'editore, o dallo stampatore, o dal librajo, o da un amico, o da qualche letterato, o da... – odore di rancidume!
Dovrete dunque sempre, vergini muse, baciare la mano della ricchezza che offre sprezzatamente un tozzo di pane al vostro sacerdote?1
Lettore, finiamola; tu m'hai fatto tastare una certa corda... – ed io non ci vo' più pensare: non ci pensar nemmen tu.
Ma lo stampatore per non caricarsi la conscienza del pentimento de' compratori che crederanno di portarsi a casa il libro con tutte le adiacenze e pertinenze, aggiunga nel frontespizio a lettere maiuscole: Vi sarà l'epigrafe; non la dedica: Chi la vuole se la scriva.2