IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Dicesti tu, che sovra me pendeva
Il ferro?
GUELFO E tel diè Guido. Ad altri
Concesso ei non avria sì caro arnese.
E sol d'oggi l'avesti? - Donna, al padre
E al ciel tu parli dal sepolcro.
GUELFO Chi fuggi all'alba un brando avea: se questo
Pensatamente ci ti recava,, iniqua
Sei che il togliesti. E a che il celavi? e quando
Mi credevi alla pugna, a che t'armasti?
Dal disperato tuo silenzio io voglio
Trarti, e la via di tua salute aprirti.
Se dopo l'alba, o allor chi'io giunsi, avuto
La daga hai tu, Guido qui stassi. Chiusi
Dall'alba fur gli archi sotterra ond'altri
Venir poteva o ritornar per l'onda.
Pende da un detto il viver tuo. Rispondi:
Dov'è'?
RICCIARDA Qui il vidi: ma non seppi io dove
S'andasse.
GUELFO Parla - Breve tempo a' detti,
E alla tranquilla mia ragione avanza
RICCIARDA Qui, ove ti parlo i detti estremi, il vidi.
E ch'io signor, non menta, abbine prova
Da ciò: che ov'anche or il sapessi, indarno
Mel chiederesti. Né del suo furore
Vo' farmi rea, né di sua morte....
Oggi darammi, o un sempiterno pianto.
Vinto non son se ho la vendetta in pugno.
Ei quindi, o tu non dèi più viver.
RICCIARDA Io.
GUELFO Colpevol sei, se per lui mori, indegna!
Colpevol più, che mel sottraggi. - Or mori...
RICCIARDA Sangue versi innocente! - a me quel ferro...
L'immergerò dentro il mio petto io sola...
Dell'orror di tua colpa impallidisco,
Non di rimorso. - No; vedi, non tremo.
Error mio fu se occultamente amai;
solo il seppe, io da quel giorno
Pagai pena di lagrime. Tu santo
Festi poi l'amor mio. Guido un fratello
Pianse per me... poteva io non amarlo?
Era qui armato: ma non che insidiarti
Mai da più dì, mi diè il ferro a non trarlo
Se mi vedeva in quest'orribil punto....
GUELFO Ahi nuova orrida angoscia!... ei parricida
Può ancor vedermi, e non potrò svenarlo
RICCIARDA A me dunque quel ferro. Eccomi presso
A mia madre per sempre: in pugno l'elsa
Guido vedrammi e non sarai tu infame....
Piangerà teco su l'esangue tua
Figlia innocente e la vedrai pentito
L'abbraccerai gemendo, e a te pietoso
Fia l'eterno perdono. O Re del cielo!
Il verso io stessa, onde a te innanzi il padre
In Dio che solo a vendicarsi regna?
Già della lunga sua notte invernale,
Mentre ancor alla luce apro questi occhi,
M'ha ravvolto e atterrito. Orrendamente
Rugge intorno alla trista anima mia,
Tenebroso tra i fulmini. Il suo nome
Non proferisco io mai, ch'ei non risponda:
«Alla vendetta io veglio» - e la vendetta
Nel mio petto mortale indi riarde,
Poiché perdono ei niega.... - Ah! ma te sola
Per vendicarmi io svenerò? O mia figlia!
Se tu innocente sei, te, Iddio, te muta
Insanguinata ombra, al sepolcro mio
Manderà ad aspettarmi insino al giorno
Che sorgerò dalla polve e dall'ossa....
Né mostrerai tu a me - tu co' tuoi sguardi,
Solo rifugio all'incerta mia vita,
Già mi perdoni.... ma io ti vedrò in viso
Le angosce ond'io da sì gran tempo ho spenta
La tua lieta bellezza. - Il fumo, e il sangue
Usciran della, piaga, e Iddio stendendo
Su quel sen la sua spada: «Empio, contempla
Tu padre hai morta, l'innocente figlia» -
A terra, a terra. Fatal daga.... O figlia....
Trammi a morir.... io più viver.... non deggio.
Certa una tomba mai? Potente io fui,
Sarò deriso. Fui temuto, e a' miei
Passi opporran le faci. Il mar di fiamme
Arde già.... Infida una città toscana
L'empiea di vele; e i miei navigli incende.
RICCIARDA Apre il suo grembo agl'infelici Iddio.
Padre, deh! vien.... Te fuggir regalmente,
Solo a salvar la figlia tua, vedranno
Avran pietà di noi prostrati all'ara.
GUELFO L'abbian di te; d'essi non l'ebbi io mai.
Obbrobrio obbrobrio mi sarà lo scettro
Se nol porto sotterra! - O donna. Fuggi:
Sto co' miei padri che non fur mai vili.
Unico resto,, e al nuovo sol fia spento!
Tu pur.... tu dunque andrai preda al bastardo
Che il regno e l'armi ed il mio nome usurpa
Anche dal mio cadavere il tuo pianto
M'involerà?... Non m'ha già tolto i figli i
RICCIARDA Ohimè! deh torci da quell'arma il guardo....
Non m'ode, ahi lassa! e più truce la mira!
GUELFO .... Torna a me dunque, o dono orrido! - Rabbia
Ti mise in cor di un mio figliuolo. Rabbia
Ti diè a un nemico che ferir non seppe,
E il diè a femmina rea. Rabbia, a qualunque
Final vendetta, e sia che può, ti afferra.
Dov'è colui?... su le reliquie sieda
Anche de' morti, io nel trarrò. - Codardo,
Tuo padre vinse; esci: or tu puoi - La sposa
Qui avrei; qui è l'ara e il talamo.