Ugo Foscolo
Saggi sopra il Petrarca

SOPRA L'AMORE DEL PETRARCA

VI

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VI. Sembra che nel conversare coll'amante ella ricordasse in candido e dilicato modo le bellezze di sua gioventù, e la curiosità ed invidia che destavano:

 

E quand'io fui nel mio più bello stato,

Nell'età mia più verde, a te più cara,

Ch'a dir ed a pensar a molti ha dato.

 

Chi la dipinse, nondimeno pare che non fosse troppo inspirato dalla beltà di lei; il che dobbiam forse recare alla infanzia dell'arte. A giudicare da' primi ritratti di Laura, una pulita fronte con occhi neri, che davan risalto a candida carnagione e ad aurea chioma, ecco gli unici ornamenti rari ch'ella sortisse da natura. Oltre il difetto di armonia nelle proporzioni, le fattezze ne rivelano l'affettazione e la malizia di un'aria francese, non animata dall'attrattivo calore delle italiane, dalla ridente serenità delle inglesi bellezze. L'amante suo, non avendo mai così per minuto ritratto Laura, lasciò agli ammiratori della sua poesia il piacere di raffigurarsela a loro grado, e di fare stima delle sue doti personali più dagli effetti che da idea distinta della natura di esse. Da qualche tocco qua e ne' diversi scritti del Petrarca pare che la figura di lei fosse meno abbellita dalla regolarità e dignità, che da aggraziata eleganza: e le più potenti lusinghe le venivano da' sospiri e sorrisi, dalla voce melodiosa, dalla dolce eloquenza degli occhi:

 

Chi gli occhi di costei giammai non vide,

Come soavemente ella gli gira!

 

e sopra tutto dalla naturale mobilità del volto, sul quale il mistero di un'abituale pensosità crescevasi dal subitaneo animarsi ed impallidire:

 

E 'l viso di pietosi color farsi,

Non so se vero o falso, mi parea.

 

La persona del Petrarca, se diam fede a' biografi, colpiva di tali bellezze, che si attraevano la universale ammirazione.» Essi lo rappresentano «con larghe e maschie fattezze, occhi pieni di fuoco, florida carnagione e d'aspetto presago di tutto il genio e della immaginazione che appare nelle opere10 Forse il Petrarca non invanì soverchiamente de' pregi esteriori, quantunque non sembri che la modestia avesse gran parte nel giudizio che faceva di . «Benchè non abbia singolare avvenenzadic'egli nella Lettera alla Posterità, «la mia persona ebbe alcun che di piacevole in gioventù.11 La carnagione era d'un bruno chiaro e vivace, gli occhi animati; i capegli m'incanutirono prima de' venticinque anni, e me ne consolava pensando che il difetto erami comune con molti grandi uomini dell'antichità, perchè Cesare e Virgilio furono grigi in gioventù. Ove poi me ne fosse venuto aspetto venerabile, di questo certo non avrei menato gran vanto12 Inconsolabile allora se gli si sviava una ciocca di capegli, era studioso di ornarsi la persona con le vesti più leggiadre, e di dare graziosa forma a' suoi piedi, costringendoli in iscarpe che ne ponevano articoli e nervi a tortura.13





10 De Sade, Mémoires, vol. I. — M.rs Dobson's, Live of Petrarch.



11 Forma non glorior excellenti, sed quæ placere viridioribus annis posset. - Ad Post.



12 Senil., lib. V, ep. 3. Claris comitibus me solabar.



13 Variarum, ep. 28.



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