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VIAGGIO SENTIMENTALE DI YORICK LUNGO LA FRANCIA E L'ITALIA
A questo in Francia si provvede meglio — diss'io.
— Ma, e vi fu ella? — mi disse quel gentiluomo; e mi si volse incontro prontissimo, e trionfò urbanissimamente di me.
— Poffare! — diss'io, ventilando fra me la questione — adunque ventun miglio di navigazione (da Douvre a Calais non si corre né più né meno) conferiranno sì fatti diritti? Vo' esaminarli. — E, lasciando andare il discorso, m'avvio diritto a casa: mi piglio mezza dozzina di camicie, e un paio di brache di seta nera.
— L'abito che ho indosso — diss'io, dando un'occhiata alla manica — mi farà.
Mi collocai nella vettura di Douvre: il navicello veleggiò alle nove del dì seguente: e per le tre mi trovai addosso a un pollo fricassé3 a desinare - in Francia - e sì indubitabilmente che, se mai quella notte mi fossi morto d'indigestione, tutto il genere umano non avrebbe impetrato che le mie camicie, le mie brache di seta nera, la mia valigia e ogni cosa non andassero pel droit d'aubaine4 in eredità al re di Francia - anche la miniatura ch'io porto meco da tanto tempo e che io tante volte, o Elisa5, ti dissi ch'io porterei meco nella mia fossa, mi verrebbe strappata dal collo. - Vedi scortesia! E questo manomettere i naufragj di un passeggiere disavveduto che i vostri sudditi allettano a' loro lidi - per Dio! Sire, non è ben fatto: e sì che mi rincresce d'avere che dire col monarca di un popolo tutto cuore e sì incivilito e cortese e sì rinomato per la gentilezza de' sentimenti.
Ma tocco appena i vostri domini.6