Carlo Goldoni
Il cavalier di buon gusto

ATTO SECONDO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Pantalone per un’altra porta, e detto.

 

PANT. Servitor de vusustrissima.

OTT. Buon giorno, signor Pantalone.

PANT. I m’ha fatto vegnir per la porta da drio4.

OTT. Vi dirò; siccome ho ricusato ricevere altre persone, voglio evitare di essere criticato, preferendo agli altri la vostra persona.

PANT. Son vegnù a avvisarla, che me xe capità un bon negozio.

OTT. Fatelo; non avete bisogno di dirlo a me.

PANT. Ma se tratta de una compra de diesemile ducati; ho piaser che la lo sappia.

OTT. Per dir vero, è un colpo grosso. Avete il contante?

PANT. Ghe n’ho anca de più.

OTT. Che cosa si tratta di comprare?

PANT. Diamanti e perle.

OTT. Chi è il venditore?

PANT. Un persian.

OTT. Buono; porta roba del suo paese; sarà venditore di prima mano.

PANT. Certissimo; l’è de prima man.

OTT. La roba è stata veduta da altri?

PANT. L’è arrivà sta mattina, e mi son stà el primo a véderla.

OTT. I diamanti sono di grandezza estraordinaria?

PANT. Tutti mezzani.

OTT. Si esiteranno più facilmente. Le perle rotonde, bianche, uguali?

PANT. Perfettissime.

OTT. Vi par buon negozio?

PANT. Da vadagnar el doppio.

OTT. Andate subito a stabilire il contratto.

PANT. Penseremo po a esitarle.

OTT. Le perle si esiteranno per la Romagna. I diamanti si manderanno a Venezia; ma prima sceglietemi una quadriglia di tre o quattrocento scudi.

PANT. Per far qualche regaletto?

OTT. La voglio donare a mio nipote.

PANT. Credeva a qualche morosa.

OTT. Oh, in materia di regalar donne, io non l’intendo. Parole quante ne vogliono: riverenze, inchini, barzellette, protezione, qualche pranzo, qualche festa di ballo, va bene; ma regali non me ne cavano dalle mani. Se prendono amore alla mia roba, perdono l’amore a me. Se mi amano per interesse, non mi amano per affetto. Se non mi amano per affetto, che cosa ho da fare del loro amore? Una donna che mi fa buona cera per un anello, la metto del pari con quella che mi farebbe lo stesso per quattro paoli.

PANT. Bravo, me piase el so modo de pensar. A mi, co giera zovene, le me ne ha magnà assae.

OTT. E adesso che siete vecchio, come vi contenete?

. Adesso che son vecchio, son seguro che le me burla, e pur me piase d’esser burlà. Se me vardo in specchio, vedo che son arso e ingrespà, e pur quando una donna me dise che paro zovene, ghe credo, e la me gusto, e procuro recompensar con qualche regaletto la burla che la me . L’omo xe amante de se stesso, ghe piase sentirse adular, e facilmente se crede quello che se desidera. Me par che el mio spirito sia l’istesso de za trenta anni. No posso dir cussì delle forze. Ma siccome regolo i mii desideri a misura della mia età, cussì no me par de aver descapità, perché no me vôi recordar le campagne della zoventù. No fazzo però che el devertimento me roba el tempo ai negozi. E che sia la verità, lasso in sto momento la più bella conversazion del mondo, per andar a concluder el negozio col mercante persian; dopo tornerò da ella, e ghe vôi contar quanto ho navegà in tel mar de Cupido, quante borrasche ho passà, in quanti scoggi ho urtà, quante poche volte ho chiappà porto; e quante volte, credendo de navegar con un bon bastimento, ho fatto naufragio, e ho squasi perso el timon. (parte)

OTT. Che vecchietto lepido e grazioso! Con queste persone di spirito tratto assai volentieri. Ciò non ostante io penso diversamente da lui, poiché egli narra essere stato dalle donne burlato, ed io fo professione di burlarmi di loro.

 

 

 





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4 Di dietro.



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