Carlo Goldoni
Il cavaliere giocondo

ATTO PRIMO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Nardo e detti.

 

NAR.

Signor...

CAV.

Che cosa vuoi?

NAR.

A ber la cioccolata ora verran da voi.

CAV.

Chi vien?

NAR.

Donna Marianna, e l'aio, ed il figliuolo.

CAV.

Che aspettino un momento.

NAR.

Ma se...

CAV.

Un momento solo.

Madame, si vous plait...

FAB.

Ditele che un momento

Aspetti, finché ha fatto un altro complimento.

CAV.

Madame, si vous plait...

NAR.

Si frulla il cioccolato.

FAB.

Vengono i forestieri.

CAV.

Ma io sono spogliato.

Aspettino fin tanto almen che sia vestito.

FAB.

Sentiteli.

CAV.

Cospetto! non ho ancora finito.

Dite lor che perdonino... ch'io sono in confidenza.

Datemi da vestire. So la mia convenienza.

NAR.

Subito da vestire. (Il padrone è imbrogliato). (piano a Fabio.)

FAB.

Si vede che dai viaggi ha molto profittato. (Narda parte.)

CAV.

Madame, si vous plait... buer la scioccolate.

FAB.

Eccoli...

CAV.

Da vestirmi. Tratteneteli, andate.

FAB.

Farli far anticamera, perché siete spogliato?

Questo bel complimento chi mai ve l'ha insegnato?

CAV.

Trattener non si possono nelle vicine stanze?

FAB.

Questo è un far complimenti a forza d'increanze.

Perdonate, signore...

CAV.

Fate bene avvertirmi.

Andrò in un'altra camera presto presto a vestirmi.

Ma soli non lasciarli è cosa necessaria:

Manderò a trattenerli madama Possidaria.

Ella non ha viaggiato, ma sa il viver del mondo;

Basta dir che sia moglie del Cavalier Giocondo. (parte.)

FAB.

Un carattere bello è il mio padron, m'impegno.

Un poco me lo godo, un poco mi fa sdegno.

 

 

 


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