Carlo Goldoni
Il conte Chicchera

ATTO PRIMO

SCENA DECIMA Il Conte e Cavallina

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SCENA DECIMA


Il Conte e Cavallina


CON.

Per dir la verità,

La grazia e la beltà che in voi risplende

Non è degna d’un uom che non intende.

CAV.

Però lo stato mio

Non richiede di più.

CON.

Sì, la fortuna

Vi vuol felicitar. Il più famoso

Cavalier generoso, il più gentile

Trionfator dei cuori,

Per voi prova nel sen teneri amori.

CAV.

E chi è questi, signor?

CON.

Nol conoscete?

Rivolgete lo sguardo al volto mio:

Del vostro bello adorator son io.

CAV.

Oh caro signor Conte,

Vi burlate di me; d’una vil serva

Un signorcompito e sì galante

Non può essere amante.

CON.

Eh, che Cupido

Nel regno degli amori

Distinguere non suole

Nobiltà, né ricchezza,

Ma il merto e la bellezza.

E ovunque la beltà sparge il fulgore,

Merta rispetto, ed in tributo il cuore.


Voi siete bella, - come una stella;

Siete brillante, - come un diamante;

Rosa nel volto, giglio nel sen.

Occhi furbetti, ah ch’io v’adoro.

Labbra vezzose, ah per voi moro.

Io v’amo, io bramo conforto e amor.

Venere bella, diva dell’etera,

Ecate, Diana, Luna etecetera,

Siete l’eclittica del ciel d’amor,

Siete il barometro di questo cor. (parte)





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